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“Sei capace di essere tra la vita e la morte?” Giorgia Benusiglio conquista Camerota

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“Sei capace di essere tra la vita e la morte?” Giorgia Benusiglio conquista Camerota

Giorgia Benusiglio incontra le scuole medie di Camerota per raccontare la sua esperienza con la droga. Leggi l’intervista rilasciata a ZerOttoNove 

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Ci fanno credere che la droga è un argomento del passato, di cui si sa ormai tutto, che interessa sempre meno ai giovani affrontare questa tematica. Ci fanno credere che la droga è una scelta, ma fino a che punto è solo una scelta?

Giorgia Benusiglio è stata ospite del Comune di Camerota lo scorso 19 maggio, per incontrare le scuole medie e dialogare con l’età pura, ingenua, ma fortemente a rischio. Non è sola, perché il sindaco Antonio Romano, l’assessore alle politiche sociali e giovanili Marco Garofalo, l’assessore all’ambiente Ciro Troccoli, i parroci don Andrea Sorrentino e don Gianni Citro sono accanto alla sua esperienza. Presentano Giorgia agli ospiti, interagiscono con lei, la ascoltano e ne assaporano il senso della vita che insegna, portando più volte alla commozione.

Una fila numerosa di ragazzi, al di sotto dei 13 anni, che interrogano Giorgia sulla droga. Ma chi è Giorgia?

Assume una mezza pasticca di ecstasy, 15 anni fa, mossa dalla curiosità in una serata insieme ai suoi amici. Finisce all’ospedale con poche ore di vita, diagnosticandole un’epatite fulminante al fegato, il primo caso in Italia. Subisce il trapianto, “fortunatamente” dice, vivendo con il senso di colpa per portare dentro di sé un pezzo della vita di A., una ragazza morta per un incidente stradale, donandole l’organo che l’ha salvata.

giorgia benusiglio droga
Giorgia Benusiglio

Da quel giorno, dopo circa due mesi di sala intensiva, Giorgia ha lottato sempre con quel dolore, con quell’errore che le ha condizionato tutto il tempo che ha potuto recuperare, quasi per un gioco del destino. Un’eterna paziente, che continua a respirare perché legata ai medicinali, alle continue analisi di routine, ai prelievi, al contatto sempre più diretto con i medici.

«Sei davvero capace di essere tra la vita e morte?», così “provoca” la coscienza della platea, perché Giorgia Benusiglio sa che cos’è quella sospensione, in quanto testimone. La testimonianza è la parola che appassiona don Gianni Citro durante il suo intervento, quando parla di uomini e donne che hanno il “peso” di comunicare perché hanno vissuto, sulla pelle, il senso di un’esperienza.

La bellezza dell’arte, della creatività, dell’aggregazione e della compagnia non devono essere più offuscare e strumentalizzare dalle droghe, perché la vita è più importante di quanto riusciamo ad immaginare, e Giorgia riesce a farci percepire, dal profondo, la potenza vitale che la travolge tutte le volte che si guarda allo specchio. La sua testimonianza è un atto di crescita personale e di meraviglioso senso del dovere, perché dietro la sua responsabilità si aprono zone buie che nessuno riesce a decifrare.

ZerOttoNove si avvicina di più a Giorgia Benusiglio, per continuare ad approfondire il tema della droga e ancorarlo al territorio, come segue nella toccante intervista.

Quale sensazione/emozione provi ogni volta che ti confronti con i più piccoli? Dalla tua esperienza (scuole, carceri, famiglie, comunità) cosa ti colpisce ogni volta, cosa porti con te?

Ogni volta che mi confronto con i ragazzi, con le famiglie, con i detenuti o con ragazzi delle comunità, porto con me molte emozioni contrastanti tra di loro… Sicuramente sono esperienze forti, che ogni volta mi fanno crescere, mi fanno riflettere e accrescono in me la consapevolezza che è un percorso che non deve mai cessare, perché è troppo importante quello che faccio. Non è semplice per me, raccontarmi, aprirmi, andare a scavare nei ricordi dolorosi praticamente tutti i giorni, più e più volte a settimana da più di 10 anni…ci sono giorni che vorrei fare tutto tranne questo… Poi incontro ragazzi altre volte genitori, altre educatori estremamente interessati e coinvolti, affronto l’incontro, rispondo alle domande e immancabilmente termino l’incontro con il sorriso, perché è vero che agli incontri io dono una parte della mia vita, ma è anche vero che, gli stessi ragazzi, genitori, detenuti mi danno molto, colgo un estremo interesse da come si pongono verso l’argomento, a come mi ascoltano, alle innumerevoli domande che mi fanno, a quello che mi dicono, agli occhi lucidi di alcuni, ai messaggi meravigliosi che ricevo e alle lettere…diventa uno scambio reciproco di emozioni. Sapere di essere diventata o di poter diventare per altri una guida, un’amica una persona pronta ad ascoltare, supportare e consigliare mi rende estremamente orgogliosa; sentirsi dire che illuminerò periodi bui, che sono unica, che ho salvato vite (perché ci sono stati ragazzi che volevano provare, ma dopo avermi sentito hanno cambiato idea). Beh, tutto questo è davvero molto di più, anche di me…. Per tutte queste e molte altre motivazioni ricevo quotidianamente quella energia giusta e necessaria per continuare a non mollare mai, almeno finché i ragazzi, i genitori e le istituzioni avranno voglia di ascoltarmi, di confrontarsi e di parlare, senza tabù, senza falsi perbenismi, senza moralismi, senza che nessuno si metta in cattedra, ma anzi, che si crei un’atmosfera il più informale possibile… Perché nessuno vuole giudicare o vietare, ma semplicemente informare e creare uno spunto di riflessione per una scelta consapevole, affinché si scelga di fare della propria vita un capolavoro.

Rispetto alla stampa: quali sono gli errori, gravi, che compiono i media sul tema “droga”? Mi riferisco in particolare al caso mediatico che viene costruito per fare notizia… Esiste una retorica sulla droga secondo te? Se sì, quale?

Purtroppo l’errore costante che compiono i media sul tema droga è quello che, come su tanti altri argomenti, quando succede qualcosa di grave se ne parla molto per circa 4 giorni, poi basta, la problematica sulla droga finisce nel dimenticatoio fino a che non succede l’ennesima tragedia, allora si torna a parlarne per altri 4 giorni… Quindi deduco che lo si faccia più per audience che per parlarne realmente, e per fare in un certo senso informazione e prevenzione contemporaneamente. Allora mi chiedo, perché non fare un talk show fatto da giovani per i giovani che vogliono affrontare questa tematica? È una richiesta che faccio da molti anni, spero un giorno di essere presa seriamente in considerazione e si possa quindi realizzare. Davvero pochi si rendono conto di quanto i media abbiano potere sui giovani, e quanto potrebbero essere utili per affrontare questa campagna di prevenzione giovanile nell’ambito delle sostanze stupefacenti, ma non solo, anche sulle tematiche relative all’adolescenza e i loro problemi. Mi rendo conto però, che viviamo in una società dove se vieni beccato a fare uso di cocaina come è successo a Kate Moss, al posto di ricevere le giuste conseguenze di questo gesto, i ragazzi apprendono dagli stessi media che è diventata ancora più famosa perché da dopo quello scandalo viene pagata il doppio. Come ci si può aspettare che i ragazzi capiscano che è una cosa sbagliata, che solo i perdenti, le persone sole, infelici, le persone senza risorse personali arrivano a fare uso di sostanze se, ai loro occhi quello che vedono è una persona bella, famosa apparentemente felice e ricca?

Hai progetti concreti a CamerotaCome possono agire, concretamente, l’Amministrazione e i parroci rispetto a questa problematica?

A Marina di Camerota stiamo organizzando, con l’appoggio del sindaco Antonio Romano, dell’assessore Ciro Troccoli, Marco Garofalo, Mimmo Ciorciano, un progetto concreto, finalizzato alla prevenzione giovanile nell’ambito delle sostanze stupefacenti, che, per poter essere completo a 360 gradi, vedrà coinvolte diverse realtà quali la scuola, la parrocchia, i genitori, gli educatori, formatori del settore e insegnanti. Affinché tutti abbiano gli strumenti necessari per poter affrontare nel migliore dei modi questa piaga sociale che purtroppo coinvolge tutti, sarà quindi fondamentale fare rete sociale attraverso un percorso che vede uniti istituzioni, scuole, famiglie e enti del territorio per il benessere dell’intera comunità. Il prossimo appuntamento sarà a luglio, ci sarà un incontro aperto alla comunità di Camerota, e non solo, perché coinvolgeremo anche i turisti. In seguito, in programma ci sarà un incontro formativo per genitori, educatori e docenti sul tema dell’adolescenza dal titolo “accompagnare i giovani verso l’adultità“. Parlerò dei comportamenti a rischio in adolescenza che sono fondamentali per la costruzione dell’identità stessa dei ragazzi, spiegherò come ricercando fattori di protezione si possano mettere in atto comportamenti funzionalmente equivalenti che non siano però pericolosi e distruttivi per l’adolescente stesso.

L’incontro si è concluso con la donazione da parte degli assessori alle politiche sociali – giovanili e all’istruzione del libro autobiografico di Giorgia Benusiglio, Vuoi trasgredire? Non farti, ad ogni alunno presente, che hanno letteralmente preso d’assalto l’autrice per ricevere l’autografo. 

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