Home Territorio Eboli Gianna Nannini ed il suo rock mediterraneo devastano la serata di Eboli

Gianna Nannini ed il suo rock mediterraneo devastano la serata di Eboli

0
Gianna Nannini ed il suo rock mediterraneo devastano la serata di Eboli

La penultima tappa del “Fenomenale tour” di Gianna Nannini ieri è sbarcata ad Eboli con uno show mozzafiato in cui il tema dominante è la musica, utilizzata per trasformare il Palasele in una vera e propria bolgia in cui spicca la presenza scenica della cantante

Le hanno dato un trono, uno di quelli pomposi fatti apposta per dare nell’occhio e che fanno venire la voglia di sedertici e di provarlo già solo guardandolo. Lo hanno messo al centro del palco, su di una scena priva di qualsiasi accessorio ed arredata solo con una serie di teli bianchi in grado di creare un’atmosfera molto elegante ed allo stesso tempo altrettanto semplice. Magari le hanno anche detto di riguardarsi, di ridurre al minimo ogni movimento superfluo e di tener conto che fa tutto parte dell’insieme di manovre necessarie per far fronte al brutto infortunio capitatogli alcuni giorni fa a Genova. Tutte cose che a più di qualcuno farebbero storcere il naso. Ed invece non ci sarebbe errore più grave da commettere.

Potrebbe essere questa la considerazione adatta per iniziare il racconto del “Fenomenale tour” di Gianna Nannini, che ieri sera ha fatto tappa al Palasele di Eboli per quello che è stato il penultimo appuntamento della serie di concerti iniziati lo scorso marzo in Germania. In scena la rocker toscana porta con sè uno show potente, mai monotono o banale ed allo stesso tempo povero di orpelli ed accessori superflui che rischierebbero di mettere in ombra il tema dominante dell’intera serata: la musica. Posta totalmente al centro dell’esibizione con la sua essenzialità e la sua purezza, infatti, essa costituisce il vero leitmotiv dello spettacolo, in barba a qualsivoglia tipo di sperimentazione grafica, estetica, o multimediale. Elementi questi di cui Gianna Nannini sembra di poter fare immediatamente a meno.

Non è un caso, infatti, se già sulle note finali di “Piccoli Particolari”, terzo brano in scaletta della serata, i teli sopracitati si staccano e cadono in perfetta sincronia lasciando intravedere il palco che nella sua totalità risulta arredato in modo molto spartano e corredato di un unico ledwall proiettante una serie di immagini astratte dallo sfondo dello stage. Su di esso, invece, si rintraccia facilmente la Gianna nazionale seduta sul suo trono bianco che si rivela immediatamente troppo stretto per la grinta e l’adrenalina che l’accompagnano per tutta la durata dello showSeppur bloccata e “costretta al riposo”, infatti, la cantante senese non prende mai un attimo di pausa oscillando tra movenze quasi isteriche ed ancheggiamenti continui, completati da svariati tentativi di stare in posizione eretta per avere un contatto diretto con il suo pubblico.

La personalità dirompente della Nannini si dimostra ancora una volta al di sopra di ogni previsione o aspettativa, in un concetto generale che diventa molto più chiaro quando la cantante si trasforma nell’unica ambasciatrice di una vera e propria ondata di rock nudo e crudo la quale, dal punto di vista musicale, potrebbe andare a cozzare con la sua staticità forzata ma che, però, nell’ottica finale risulta ridotta ai minimi termini dalla prorompente presenza scenica posseduta dall’artista. Là dove non arrivano le movenze ed i movimenti del corpo, infatti, ci arriva la voce graffiante della Nannini che, nel districarsi tra le altre centinaia del Palasele che quasi tentano di coprirla, si fa portavoce di parole secche, dirette e chiare, espresse a fasi alterne tra battute proferite a tono (“Allora bisogna venire qui a prendere lezioni di canto!”), e canzoni intonate a squarciagola.

Da questo punto di vista le più recenti “Fenomenale” e “Cinema”, che danno il via all’intero viaggio musicale, si sommano a grandi successi del passato come “Ragazzo dell’Europa”, corredata da un sipario di luci tubulari che avvolgono tutto il palco, “Ogni tanto”, eseguita su uno sfondo quasi stellato,  e “Profumo” la quale, tra le altre, lascia poi spazio al ritmo cameratesco della marcia di “Contaminata” che sfocia nel delirio vero e proprio di “America”e “Bello e impossibile”, due brani storici il cui semplice accenno trasforma il Palasele in una vera e propria bolgia piena di calore ed entusiasmo controllato quasi a fatica anche dalla stessa Nannini, la quale non può fare altro che assecondare prima ed unirsi poi alla baldoria generale ammonendo i non pervenuti (“Ma possibile che deve esserci sempre qualcuno seduto?”) ed allo stesso tempo facendosi portavoce di una vera e propria rivoluzione mediterranea a suon di rock and roll.

La musica continua anche nel finale dello show in cui non c’è spazio per i tempi morti e le chiacchiere da bar, sostituite per il caso dagli echi di Italia ’90 e dalle notti magiche di “Un estate Italiana”, corredata di tricolore sullo sfondo del palco, che unite alle varie “Amore gigante” ed “Un giorno disumano”, riportano la regina della serata di nuovo sul suo trono, lasciandola pronta a dirigere un altro coro di voci per dare il via ad una nuova rivoluzione con cui inondare il mondo di colori e di canzoni.

Galleria fotografica a cura di Alfonso Maria Salsano: