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Francesca Incudine in finale al Premio Botteghe d’Autore

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Francesca Incudine in finale al Premio Botteghe d’Autore

Si chiama Francesca Incudine, viene dalla Sicilia (e, più precisamente, da Enna), canta nel suo dialetto d’origine ed è fra i 10 finalisti del Premio Botteghe d’Autore, che si disputerà ad Albanella (SA) l’8 agosto

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Si chiama Francesca Incudine, viene dalla Sicilia (e, più precisamente, da Enna), canta nel suo dialetto d’origine ed è fra i 10 finalisti del Premio Botteghe d’Autore, che si disputerà ad Albanella (SA) l’8 agosto.

L’abbiamo intervistata.

D: Ciao, Francesca: prima di tutto presentati ai nostri lettori.

R: Ciao!!!! 🙂 Io sono Francesca Incudine dalla Sicilia, da Enna, un paesino sulla montagna al centro esatto della Sicilia, quella parte di Sicilia che non ti aspetti. Mi piace definirmi proprio così: come “quello che non ti aspetti”. Scrivo e canto in siciliano, suono i tamburi a cornice e vivo la musica come fosse un viaggio fatto con occhi sempre nuovi e con animo proteso e vigile.

D: Suonerai in finale al Premio Botteghe d’Autore, ad Albanella: come hai conosciuto la manifestazione e come sono andate le selezioni?

R: Suonerò ad Albanella felice di prendere parte alla finale di Botteghe d’Autore; felice perché ogni occasione è buona per esserci e per farsi ascoltare, per confrontarsi e mettersi in gioco. Ho conosciuto la manifestazione qualche anno fa e quest’anno ho sentito fosse il momento giusto per partecipare. Le selezioni a quanto pare sono andate bene! E adesso si canta. J

D: Parlaci del brano che porterai in gara.

R: Il brano si chiama “Linzolu di mari” (Lenzuolo di mare). È un brano scritto per tutti quelli “che non c’entrano niente”. Colpita dal dolore per quanti perdono la propria vita in un mare, che si fa lenzuolo, che si fa appiglio, speranza, morte, urlo, ho scritto questa canzone perché penso davvero che il dolore non ha colore, non ha nome, fede, nazione; il dolore è dolore. E io lo canto per trasformarlo, per dare voce a quelli che non hanno colpa, i più piccoli, i bambini; canto la pietà che possa ricordarci di restare umani. Il brano è scritto in lingua siciliana, con un inserto in italiano tratto da “Oceano Mare” di Alessandro Baricco.

D: Cosa deve aspettarsi il pubblico di Botteghe d’autore dalla tua performance?

R: Io spero che il pubblico tenga aperta la porta del cuore; solo così si può attendere qualcosa. J

D: Progetti attuali e futuri?

R: I progetti attuali (e quindi anche futuri) sui quali sto lavorando insieme ai miei musicisti comprendono l’uscita di un secondo album e un tour in Italia, accanto a progetti personali di studio e l’apertura di scenari che mi vedranno impegnata in spettacoli musico-teatrali.

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