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Franca Rame, un addio all’arte sociale

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Franca Rame, un addio all’arte sociale

L’attrice Franca Rame, moglie di Dario Fo e grande attivista sociale, è venuta a mancare ieri 29 maggio 2013 a Milano. Aveva 84 anni ed era malata da tempo. Nell’aprile dello scorso anno era stata colpita da un ictus e ricoverata d’urgenza al Policlinico di Milano. Tra i primi cordogli in Parlamento, il più commosso è stato quello di Antonio Di Pietro, che nel 2006 propose l’attrice come Presidente della Repubblica. Ottenne 24 voti. Alle politiche dello stesso anno venne eletta senatrice in Piemonte tra le fila dell’Italia dei Valori, carica che abbandonò dopo due anni a causa delle discordanze con l’orientamento governativo.

Debuttò come attrice già da bambina, nelle commedie allestite dalla compagnia di giro familiare,  legata al teatro dei burattini e alle marionette. Sposò l’attore e regista Dario Fo nel 1954 e, da allora, diventa la sua interprete preferita e la sua collaboratrice nella stesura di testi. Alcuni anni dopo i due attori fondarono la Compagnia Dario Fo-Franca Rame. Questi sono gli anni delle commedie paradossali e della censura a “Canzonissima” di alcune delle loro scenette considerate troppo dichiaratamente politiche. La Rai trasmetterà i prossimi lavori degli artisti solo nel 1977.

Attivista sessantottina, durante il movimento fondò assieme al marito il collettivo Nuova Scena dal quale poi si separano per divergenze politiche fondando il gruppo di lavoro La Comune, e portando così le rappresentazioni teatrali, di satira e di controinformazione politica nelle scuole occupate, nelle piazze e nelle fabbriche.

Dal 1970 partecipò attivamente al movimento femminista, diventandone una delle colonne portanti. Nel 1973 viene rapita da esponenti di estrema destra subendo violenze sessuali e fisiche. Il procedimento penale si è concluso definitivamente solo dopo 25 anni ed ha comportato la prescrizione del reato.

Nel 1999 ha ricevuto la laurea honoris causa da parte dell’Università di Wolverhampton insieme a Dario Fo.

Un saluto a lei, un grazie per la sua passione civile e l’impegno instancabile con cui ha portato avanti battaglie politiche e ideali in difesa dei diritti dei più deboli. E un grazie per la caratterizzazione della sua figura artistica: tra sipario e realtà, tra palcoscenico e vita reale. L’artista che è stata in grado di creare un ponte tra questi due mondi, e fonderli per sensibilizzare il quotidiano e insieme raccontare la realtà.