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Fonderie Pisano, al via il processo di delocalizzazione

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Fonderie Pisano, al via il processo di delocalizzazione

In una nota le Fonderie Pisano hanno annunciato la definizione di un atto di compravendita di un suolo. Ancora riserbo però sulla località

[ads1]Comincia a prendere forma il processo di delocalizzazione delle Fonderie Pisano, lo storico stabilimento salernitano in Via dei greci. Proprio ieri il presidente delle Fonderie Mario Pisano ha annunciato la definizione dell’atto di compravendita di un sito dove potrebbe traslocare l’azienda:”Nei giorni scorsi la proprietà delle Fonderie Pisano ha definito l’atto di compravendita di un suolo in area industriale in provincia di Salerno – si legge in una nota dei Pisano – Si è, quindi, proceduto al reperimento del sito alla luce del percorso di delocalizzazione di cui si è diffusamente discusso nella riunione dello scorso mese di luglio presso il ministero delle Attività produttive a Roma. Nei prossimi giorni la proprietà dell’azienda inoltrerà formale richiesta di incontro ai rappresentanti delle istituzioni». Tra questi sindaco del Comune interessato; il presidente della Regione Campania e gli assessori interessati, al presidente della Provincia e sindaco di Salerno oltre che al dirigente competente del ministero. «Il reperimento in proprietà del suolo si configura come il passaggio fondamentale per delineare con chiarezza il destino delle Fonderie, ma è del tutto evidente che diventa ora necessaria la collaborazione istituzionale, di cui, peraltro, non vi è motivo di dubitare, al fine di cogliere l’obiettivo, nel più breve tempo possibile, di salvaguardare l’attività produttiva e, naturalmente, i posti di lavoro che essa fino a oggi ha garantito».

Rimane ancora grande riserbo sul comune individuato dai Pisano. Tra le zone maggiormente candidate vi sono l’area industriale di Buccino e quelle di Palomonte, Oliveto Citra e Contursi. Sembra da poter escludere un trasferimento in provincia irpinia, a Serino o all’estero.

A conclusione della nota delle Fonderie vi è anche un appello alla collaborazione rivolto a tutte le istituzioni e le parti sociali: “Rivolgiamo un vero e proprio appello alle istituzioni e a tutte le forze sociali al fine di essere accompagnati e sostenuti nei prossimi giorni nel percorso che ci accingiamo ad attivare, sottolineando che l’impianto produttivo che intendiamo realizzare nell’area acquistata fornisce tutte le garanzie dal punto di vista dell’impatto ambientale con prioritario riferimento alla salvaguardia della salute della popolazione e dei cittadini residenti, secondo la nostra costante consuetudine. Le tecnologie individuate consentono di potere affermare che ogni emissione sarà ampiamente al di sotto dei parametri indicati dalla normativa europea ed italiana vigente». L’appello, anche se in maniera indiretta, viene fatto anche alla Procura, che ora detiene nelle proprie mani il futuro dei lavoratori e dell’azienda dopo il sequestro dello scorso 24 giugno”.

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