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Fiume Sabato, 23 indagati per inquinamento

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Fiume Sabato, 23 indagati per inquinamento

Fiume Sabato, 23 iscritti al registro degli indagati tra Irpiniambiente e aziende vicine a Pianodardine

fiume sabatoL’inchiesta sull’inquinamento del fiume Sabato e di altre falde acquifere ha iscritto al registro degli indagati ben 23 persone: di cui sei sono di Irpiniambiente e 17 sono i responsabili e gestori delle aziende inquinanti.

Tutti e 23 con l’accusa di reato contro l’ambiente. Oltre allo Stir di Pianodardine, infatti sono state indagate anche altre aziende che operano intorno al fiume Sabato. I primi sei avvisi di garanzia, firmati dal procuratore capo di Avellino Rosario Cantelmo, sono a carico del direttore generale di Irpiniambiente Felicio De Luca, dell’amministratore unico e generale Francesco Russo e dei responsabili dell’impianto dello Stir di Pianodardine Orlando D’Amato e Vincenzo Biondo. Quest’ultimo subentrato a D’Amato a luglio di quest’anno.

Nel registro degli indagati di Irpiniambiente ci sono anche l’ingegnere dirigente tecnico Annarosa Barbati e la responsabile delle osservazioni ambientali Patrizia Pontillo. Nell’ impianto di stoccaggio rifiuti dell Stir, i tecnici dell’Arpac, i carabinieri del Noe di Salerno e i militari della stazione di Montefredane, dopo aver effettuato vari sopralluoghi negli ultimi due mesi, hanno riscontrato la massiccia presenza di metalli pesanti e batteri.

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I metalli pesanti sono, sempre secondo l’Arpac e il Noe, potenzialmente tossici; come ad esempio il manganese o l’azoto ammoniacale. Per quanto riguarda i batteri la situazione non cambia: questi batteri sono coliformi e fecali; cioè proprio quelli che rappresentano l’inquinamento idrico. I 17 indagati delle varie aziende, non solo lo Stir di Pianodardine, saranno giudicati in base ai rilevamenti idrici: da qui si capirà chi ha inquinato e in che misura.

La popolazione intorno della Valle del Sabato ha da sempre combattuto con odori nauseabondi e quindi il 28 agosto scorso era scesa in strada. La manifestazione di più di trecento persone era partita da Arcella per poi concludersi a Pianodardine, proprio per sollecitare la giustizia a fare qualcosa e quel qualcosa è il riequilibrio dell’ambiente che da anni è inquinato.