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Fini: “Pronta la Lista per l’Italia, equità e coesione le parole d’ordine”

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Fini: “Pronta la Lista per l’Italia, equità e coesione le parole d’ordine”

SALERNO – “Una lista non per un partito, ma per la nostra adorata Italia”. Ha sintetizzato così Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei Deputati e leader di Futuro e Libertà, la grande lista civica nazionale che il suo partito si appresta a presentare per le prossime elezioni politiche insieme alle altre forze di centro.

Antonio Cammarota

Fini, ospite ieri pomeriggio di una convention al Grand Hotel Salerno organizzata dal coordinatore provinciale del partito, Antonio Cammarota, ha toccato diverse problematiche che attanagliano il nostro Paese e che la “Lista per l’Italia” si propone di affrontare: dal bicameralismo alla legge sulla corruzione, dalla pressione fiscale all’obsolescenza del sistema istituzionale, dalla ricerca dei settori strategici su cui investire alla disoccupazione giovanile, dalla lotta al clientelismo agli ammortizzatori sociali. Equità e coesione sociale: questi i capisaldi della lista volti a scongiurare il trionfo degli egoismi.

Futuro e Libertà può essere oggetto di contestazioni ma sicuramente non può essere accusato di essere stato creato per soddisfare interessi personali – ha esordito Fini, spiegando i motivi della rottura col PdL e con Berlusconi –. Abbiamo cercato di privilegiare il rispetto dell’idealità e della moralità e ciò è stato necessario perché questi principi rischiavano di essere messi da parte dal centro-destra”.

Su quale sia stato il più grande limite della politica italiana degli ultimi 15 anni, il leader di Fli non ha mostrato dubbi: “L’unico obiettivo era quello di battere gli avversari, ma non ci si mette insieme contro qualcuno, bensì per risolvere qualcosa. Con questo bipolarismo non si va da nessuna parte. Bisogna smetterla con l’utopia del cambiamento radicale, serve novità che non sia fine a sé stessa. La politica non va rottamata, ma rinnovata: l’alternativa non è tra vecchi e giovani, ma tra chi vuole ingessare questa Nazione e chi vuole farla crescere”.

Il Presidente della Camera non ha risparmiato stoccate né per il centro-destra né per il centro-sinistra: “Il PdL si unirà nuovamente alla Lega e avete già avuto modo di provare quanto quest’unione abbia gravato negativamente sulle sorti del meridione. Le sinistre, dal canto loro, non hanno ancora capito la lezione: da una parte c’è Bersani che sostiene Monti, dall’altra c’è Vendola che ha definito un massacro sociale l’operato del premier. Mi chiedo in che modo scenderanno insieme nelle piazze a convincere l’opinione pubblica della bontà dei loro progetti. Basta quest’analisi per capire quanto sia necessaria una novità”.

Riguardo la legge sulla corruzione, Fini è stato categorico: “Il disegno di legge è stato bloccato ma sarà sicuramente approvato. Un minuto dopo il Governo si attiverà con i decreti che rendono incandidabili i condannati, ma occorre fare di più. Per ragioni di opportunità, penso che non debbano candidarsi non solo i condannati, ma neanche i rinviati a giudizio”.

Anche l’Europa, secondo Fini, potrebbe rappresentare un’ancora di salvataggio per l’Italia: “Nell’epoca storica in cui viviamo alcune competenze sono sovranazionali: diverse questioni vengono affrontate a Bruxelles, non a Roma. Quando si dice che il carico fiscale è troppo alto, si può trovare una soluzione con una politica fiscale europea più omogenea perché è con politiche di maggiore integrazione che si possono risolvere i problemi”.

Gianfranco Fini

Il leader di Futuro e Libertà ha poi posto l’accento sulle riforme istituzionali e costituzionali: “Il nostro sistema istituzionale è datato, le decisioni devono essere prese in maniera più tempestiva. La Costituzione va riscritta, in particolare l’articolo 114, per cui la Repubblica si articola in Comuni, Province, Città Metropolitane, Regioni e Stato, mentre quest’ultimo dovrebbe essere sovraordinato rispetto a tutti gli altri enti”.

Se da un lato c’è necessità di contenere le spese, dall’altro Fini ha sottolineato l’importanza di investire nei settori strategici da cui far ripartire la produzione: “Dobbiamo concentrare la nostra attenzione sulla qualità degli Italiani, che esportano in tutto il mondo la propria fantasia e la propria eccellenza: nessuno può essere competitivo come il popolo italiano ed è su questo che bisogna puntare. Per quanto concerne le infrastrutture, occorre investire sulla banda larga, vivendo in una società informatizzata in cui tutto viaggia sulla rete”.

Infine sui giovani e gli ammortizzatori sociali: “Oggi sono loro la categoria debole, ecco perché bisogna portare avanti, a partire proprio dalla politica, una grande battaglia per la meritocrazia, l’unica forma democratica di selezione. L’ammortizzatore sociale dei giovani è rappresentato dalla famiglia, che paga le tasse in virtù del reddito. Non è giusto però applicare la stessa aliquota tra una famiglia monoreddito e una in cui il totale dei redditi che entra consentirebbe di pagare più tasse”.