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Doppio suicidio a Solofra in una settimana

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Doppio suicidio a Solofra in una settimana

Doppio suicidio a Solofra in una settimana a pochi giorni dal Natale. Una donna si lancia dal balcone di casa e quarantotto ore dopo un altro uomo si toglie la vita

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In questi giorni a Solofra c’è aria di festa, tra le luci natalizie, le rotonde, il traffico e gli ultimi regalini di Natale. I cittadini che la frequentano non avrebbero mai immaginato che a distanza di quarantotto ore, sui giornali e tra i caffè al bar si sarebbe parlato di un doppio suicidio avvenuto nella cittadina. Un doppio suicidio che potremmo chiamare dei “saltatori del vuoto”.

Il 16 dicembre alle 8:30 una donna di 60 anni, C.G, madre e ben voluta, ha deciso di togliersi la vita lanciandosi dal balcone solitudinedella sua abitazione. Immediati sono stati i soccorsi nella trafficata via Landolfi, ma inutile è stato l’intervento del personale del 118. La donna è morta sul colpo.

Il 18 dicembre un anziano signore 80enne, F.G,  si è tolto la vita. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo si sarebbe recato in auto in via Maffei, l’avrebbe parcheggiata e, sceso dall’auto, avrebbe scavalcato il parapetto lasciatosi cadere nel vuoto dal  San Nicola, ponte della stazione che collega Avellino e Salerno. Sul posto sono giunti i Vigili del Fuoco che hanno recuperato il corpo senza vita dell’uomo.

Un doppio suicidio in una piccola città, un salto nel vuoto per dire addio ad una malattia incurabile, ad una tristezza del cuore a cui non si riesce a porre fine. Un desidero, quello di morire, perché in questa vita non si riesce più a soffrire o a versare lacrime e si decide di farla finita. Un doppio suicidio che causa un dolore lasciato ai mariti, ai figli e agli amici. Ma più che il dolore c’è la rabbia e la voglia di urlare, di lasciare che il peso di un’esistenza a cui senti di non appartenere ti trascini giù da un balcone o da un ponte.

Solofra piange questo doppio suicidio. C’è un aria che puzza non solo per le emissioni chimiche delle concerie, ma per uno scontento generale. Una voglia di cambiare le cose, le situazioni, l’amore per se stessi, che a volte dimentichiamo, una voglia piena di “se” e “avrei potuto”. In Irpinia si contano 40 suicidi in dodici mesi, vittime del “mal di vivere”, che non riescono a trovare una soluzione se non quella di togliersi la vita.

Uomini e donne che dobbiamo ricordare felici, con gli stessi occhi di un fanciullo, che quando sente l’aria che puzza storce il naso e si lamenta. Ritorniamo questo Natale un po’ bambini, giocherelloni e coraggiosi.