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Di Battista nella tappa a Marina di Camerota

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Di Battista nella tappa a Marina di Camerota

Il Costituzione Coast to Coast Tour di Alessandro Di Battista ha fatto tappa a Marina di Camerota. Una piazza stracolma ha accolto il deputato del Movimento 5 Stelle

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Il viaggio in moto è per Alessandro Di Battista l’occasione per ripensare alle tematiche politiche italiane e arrivare in una nuova piazza italiana, dove affrontarle in relazione alle persone.

Di Battista parla subito di diritti, da concimare e di cui prendersi cura come in un orto, passando subito alla situazione governativa attuale del nostro Paese.

È la distruzione dello Stato sociale che si esprime nel mascheramento del PD dietro il retaggio culturale della Sinistra italiana, fingendosi vicini all’altro simbolicamente con la “pacca sulla spalla”. Di Battista entra nel vivo del suo intervento in piazza partendo dal renzismo, che non solo ha tolto il diritto al voto, ma ha portato l’Italia in una stagnazione spaventosa: ad esempio con il Jobs Act, portando alla chiusura di numerose fabbriche, del crollo degli ospedali pubblici di fronte all’ingerenza privata.

Il deputato si fa portavoce di una comunità povera, imprigionati nel neocapitalismo economico, che ha trasformato i cittadini in consumatori, gli italiani in “popoluccio“.

Con grinta Di Battista continua a raccontare i risvolti della politica italiana, manifestando chiaramente il suo punto di vista, quando afferma che non si sta abolendo il senato, ma la scheda elettorale; si sofferma sui giorni di ferie, 42, concessi ai parlamentari, gli stessi che vogliono accelerare i tempi del processo legislativo, e gli stessi che hanno approvato in 20 giorni la Legge Fornero durante il governo Monti.

Non manca il riferimento all’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Che ha avvallato qualsiasi indecenza! Pensiamo all’esercito in Libia, dove si sono beccati il petrolio, così come la vicenda Terra dei Fuochi, o anche il suo intervento che impedì di far sequestrare i bilanci durante Tangentopoli“.

Da questo preambolo, con cui Di Battista illustra la situazione politica tra presente e passato, lasciando intuire e a volte denunciando con forza, i legami reconditi tra i personaggi che governano e che hanno governato, passa al Movimento 5 Stelle definendolo “La possibilità“.

La sovranità del popolo è centrale nel discorso in piazza a Marina di Camerota, che va difesa per non avere rimpianti in futuro. Di fronte all’incapacità di conoscere il giorno del prossimo voto in Italia, Di Battista ritorna di nuovo al renzismo: “Renzi è in netta difficoltà, perché si vuole abolire il diritto al voto, il diritto alla scelta“. In contrapposizione il deputato vuole la relazione con la gente, la conoscenza diretta dei problemi del Paese, una politica che sia ancorata alla realtà.

Il movimento è in crescita, Di Battista sottolinea: “Stiamo crescendo, nonostante le difficoltà. Dovevamo sparire e stanno sparendo gli altri“. La riforma elettorale è uno dei temi caldi, in particolare quando cerca di chiarire che i senatori, con il compito di modificare la Costituzione sull’introduzione del vincolo di mandato, non lo faranno perché “Dovrebbero trovarsi un lavoro e si sono ormai venduti“.

Andando nel concreto, per Di Battista il Sì significherebbe garantire una vita politica a chi non è stato votato dal popolo, ma inserito dalle segreterie dei partiti. Continua a spiegare che in ogni decreto renziano è costruita la strategia del bonus, che invece vuole raggirare i cittadini.  Non manca l’analisi del sistema informativo, che controllato dai partiti, ha una funzione di propaganda: “Tra tutte le cose negative, si parla solo di quelle pillole di zucchero. Questo è un paese fatto alla rovescia che per capirlo bisogna mettersi al contrario“.

Durante la lettura dell’art. 70 della riforma costituzionale, dal pubblico si mette in luce il dramma della strada Cilentana ancora chiusa dopo 4 anni; un disagio molto sentito nel Cilento e in particolare nel Comune di Camerota che vive di turismo.

Il deputato porta il cittadino a collegare questo disagio collettivo alla metafora della rana bollita, per sintetizzare la politica italiana degli ultimi 30 anni, portando al rassegnato “Meglio di niente” che permette al renzismo di distruggere la scuola, di monopolizzare l’informazione (facendo un chiaro riferimento al Tg1) e regalare bonus di 80 euro alla popolazione per “legittimare” una politica del caos.

Alessandro Di Battista, più volte applaudito dalla piazza, si avvia verso la conclusione tornando sulla Sovranità: l’Italia dovrà riconquistare la sovranità monetaria, alimentare e informativa per non finire come quella rana che non è si accorta sufficientemente in tempo della situazione per salvarsi.

Foto All Rights Reserved Pietro Avallone

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