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Depressione: colpiti sempre più giovani

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Depressione: colpiti sempre più giovani

 

A cura di Michele Veneziano.

 

La depressione, il male oscuro che dal 1940, nei paesi industrializzati, colpisce sempre più persone e sempre più giovani, oggi fa ancora più paura. L’incidenza di questo fenomeno è in aumento soprattutto tra gli adolescenti tanto che, secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanita), la depressione è la principale causa di disabilità a livello mondiale tra gli adolescenti e il suicidio è la seconda causa più comune di morte tra i giovani. Queste statistiche nella loro freddezza rappresentano un quadro a dir poco preoccupante.

Purtroppo le cose nel “bel paese” non vanno meglio. Spesso le cronache raccontano episodi di “ordinaria” disperazione, che rimandano a un disagio profondo e subdolo. Gli adolescenti che fanno i conti con questa piaga non di rado reagiscono alla depressione in maniera estrema e irreparabile.

Certamente gli stili di vita, sempre più frenetici e spersonalizzanti, rappresentano un’ulteriore criticità per giovani e adulti.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 L’adolescenza è un periodo della vita ricco di nuove sfide e pressioni sociali, di solito, vissuti con intensi stati emotivi e continui cambiamenti d’umore. Da qui deriva l’importante ruolo della rete sociale (famiglia, scuola, amici) nel riconoscere i campanelli d’allarme e nel prestare supporto. Purtroppo questo disturbo spesso è interpretato come una normale oscillazione dell’umore, come un semplice “periodo no”, rendendo più complicata l’individuazione del problema. Inoltre le persone che soffrono di depressione frequentemente provano senso di inadeguatezza e vergogna, un potente disincentivo a chiedere aiuto, magari ad uno specialista.

Alcuni studi dimostrano che allenarsi contro la depressione si può: infatti, secondo una ricerca svolta dalla University of Texas Southwestern Medical Center, una attività fisica moderatamente intensa e frequente riduce i sintomi clinici della malattia nei casi non gravi con risultati comparabili a quelli offerti da terapie farmacologiche e cognitive.  Altri studi tendono a comprovare questi risultati.

Inoltre essere circondati dati da buoni amici, familiari responsivi rispetto ai bisogni e professori competenti sono importanti fattori di protezione.

In conclusione va ricordato che la

depressione è una malattia: non c’è niente di cui vergognarsi e la cosa migliore da fare è chiedere aiuto!

                                                                                                                                                                     Michele Veneziano