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Coldiretti, sbranati greggi di pecore a Eboli e negli Aburni

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Coldiretti, sbranati greggi di pecore a Eboli e negli Aburni
Foto: Pixabay

 

Salerno: Sbranati gregge di pecore a Eboli e negli Alburni. Coldiretti, preoccupa presenza di lupi

 

Un branco di lupi ha fatto strage di pecore in un’azienda agricola che produce carne e formaggi sui Monti di Eboli. Casi si registrano anche nell’area degli Alburni, in particolare a Sant’Angelo a Fasanella e Aquara. Fenomeno preoccupante per Coldiretti Salerno che lancia l’allarme:

“La fauna selvatica in provincia di Salerno ormai è del tutto fuori controllo – sottolinea il direttore Enzo Tropiano – non solo cinghiali ma anche lupi, cervi e corvi. Gli animali si riproducono in maniera incontrollata e rappresentano un problema per gli allevatori. I casi di predazione non sono nemmeno tutti denunciati. I risarcimenti non sono la soluzione, la soluzione è creare un equilibrio tollerabile per tutti. Fare agricoltura, soprattutto nelle aree interne, è già molto faticoso, la convivenza con la fauna selvatica diventa un fattore anti-economico”. Secondo l’associazione, è necessario un intervento concreto per il controllo della fauna selvatica:

“Il ritorno del lupo è importante in chiave ecologica. Consente di ristabilire una catena alimentare completa – spiega Tropiano – e contribuisce al controllo della popolazione di cinghiale.

Ma inevitabilmente, se fuori controllo, rappresentano una criticità per gli allevamenti del territorio che stanno denunciando molti casi di uccisioni. L’allarme tra gli allevatori è sempre più alto perché chi è attaccato subisce il danno diretto dei capi uccisi e di quelli feriti che spesso muoiono per infezioni e complicazioni.

Inoltre, ci sono le spese per lo smaltimento delle carcasse pari a decine di euro per capo”. Coldiretti chiede che del problema – lupi se ne discuta nelle sedi competenti, con Regione e Parco nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni in primis. “per gli allevamenti le recinzioni elettriche non possono rappresentare la soluzione – conferma Tropiano – perché in molti casi parliamo di pascoli allo stato brado tipici delle nostre aree.

Bisognerebbe anzitutto avviare un censimento con fototrappole e sistemi di avvistamento. Solleciteremo gli Enti interessati e cercheremo di coinvolgere l’Università per trovare una soluzione che salvaguardi i lupi ma anche gli allevatori”.