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Chat Telegram dell’orrore: nei guai anche un giovane di Salerno

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Chat Telegram dell’orrore: nei guai anche un giovane di Salerno
Immagine da Pixabay

La Polizia di Stato ha arrestato dei giovanissimi sparsi per Italia tra cui un cuneese 21enne residente nella provincia di Salerno

Non si fermano le indagini della Polizia di Stato che agiscono contro il proliferare senza controllo delle chat dell’orrore su Telegram. Questa volta sotto la lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine ci sono scambi di messaggi di stampo suprematista, filonazista, pedopornografico e razzista, nell’ambito dell’operazione “Blocco Est Europa” che ha provveduto all’arresto di giovanissimi sparsi in tutta Italia: tra questi un 21enne cuneese residente nella provincia di Salerno.

Secondo quanto riporta Salerno Today, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Genova, i poliziotti stanno eseguendo tre misure cautelari (due in carcere e una ai domiciliari) nei confronti di altrettanti giovani nella mattinata di mercoledì 30 novembre 2022. Si tratta del 21enne residente nella provincia campana e di due genovesi suoi coetanei. Perquisiti anche tre minorenni residenti a Torino, Lanciano e Sanremo. Sono quindi accusati di far parte di un gruppo Telegram avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e religiosi nonché di apologia di gravi crimini anche di tipo terroristico (come omicidi e stragi) oltre che di diffusione di materiale pedopornografico.

I giovani destinatari delle misure, in questa fase processuale e in attesa del processo, sono stati ritenuti dal Giudice per le indagini preliminari del capoluogo ligure gravemente indiziati, in particolare di aver fatto parte di un gruppo Telegram avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e religiosi, ai due genovesi viene tra l’altro ascritto il ruolo di ‘promozione e direzione’ di tale gruppo e viene anche contestata l’apologia della Shoah. Tra le accuse contestate, a vario titolo, vi è anche quella di aver fatto apologia, attraverso il web, di gravi delitti (omicidi e stragi) anche di tipo terroristico, di aver istigato la violenza sessuale in danno di minori e di aver diffuso, sempre attraverso i canali social, materiale pedopornografico.

La segnalazione arrivata al Commissariato di Polizia online ha dato inizio alle attività di indagine, sviluppate dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica Liguria e dalla Digos di Genova, che hanno fatto emergere lo scambio di copioso materiale di stampo suprematista (xenofobo, misogino, omofobo, antisemita e filonazista), oltre alla condivisione di materiale pedopornografico tra gli utenti di una chat Telegram denominata ‘Blocco Est Europa’. La successiva attività di approfondita ricerca e analisi dei contenuti, ha consentito di rintracciare materiale multimediale.

In particolare, i giovani, di età compresa tra i 14 e i 21 anni, scambiavano sulla piattaforma multimediale file video e immagini pedopornografiche, di coprofagia, di necrofilia, di decapitazioni, torture ed esecuzioni provenienti dagli ambienti jihadisti, mutilazioni e automutilazioni, violenze xenofobe, razziste e omofobe accompagnati da commenti di approvazione ed esaltazione e intrisi della retorica tipica della ideologia suprematista. Le loro conversazioni, basate sull’odio antisemita e nei confronti delle persone di colore, palesano simpatie per Hitler e il nazismo oltre ad atteggiamenti misogini da cui deriva divertimento per la visione di video di donne, perlopiù minorenni, che si suicidano o che vengono violentate o uccise.

Inoltre è emersa l’esaltazione, nelle chat, nei confronti degli ‘school shooters’, autori di massacri di massa nelle scuole elementari e medie, i cui video delle stragi vengono condivisi e le gesta fatte oggetto di intenzioni emulative. Alcuni dei giovani hanno inaugurato una vera e propria ‘campagna di addestramento’ al tiro con armi ad aria compressa utilizzando come ‘bersaglio’ effigi di importanti cariche dello Stato in varie zone abbandonate della città di Genova nell’ottica della realizzazione di un ‘progetto stragista’ di enormi dimensioni alle istituzioni democratiche.