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CGIL e Garanzia Giovani: perché il flop?

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CGIL e Garanzia Giovani: perché il flop?

Stamane, assemblea pubblica indetta dalla CGIL per fare il punto della situazione sul progetto Garanzia Giovani. Sembra che in Campania sia stato un flop e si è cercato di capirne i motivi

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CGIL– Garanzia Giovani, il progetto voluto da Renzi per cercare di risollevare la penosa situazione della disoccupazione giovanile, pare che in Campania sia stato un fallimento.

Questa mattina la CGIL  e CGIL NIDIL, forieri del progetto, hanno indetto un’assemblea pubblica presso la Provincia di Salerno, nella quale hanno voluto incontrare anche una rappresentanza di ragazzi di Salerno e non solo.

All’incontro, mediato dal direttore de “Il Mattino” di Salerno Alessio Fanuzzi;  hanno presenziato Maria Di Serio, segretario Generale CGIL Salerno; Antonio Capezzuto, segretario generale NIDIL Salerno; Franco Tavella, segretario generale CGIL Campania ed a sorpresa è intervenuto anche un operatore del CPI di Sapri. Garanzia Giovani

Garanzia Giovani è un’iniziativa aperta ad inoccupati dai 15 ai 29 anni che, dopo essersi iscritti al CPI per un primo colloquio conoscitivo per stilare un ipotetico profilo professionale, avrebbero dovuto essere richiamati per sostenere un secondo colloquio in cui venivano fatte offerte di lavoro, di formazione oppure orientamento, per poter dare non solo un’opportunità di cominciare a fare esperienza ma di avere quantomeno una motivazione a vivere.

Questi NEET (not in education employment or trading, ovvero che non studiano né lavorano) iscritti a Garanzia Giovani, non hanno ottenuto alcun colloquio.

Da un’inchiesta svolta dalla CGIL, si stima che su 476.000 partecipanti sul territorio nazionale, le proposte di lavoro da parte di datori siano state nella maggior parte al nord, con il 73%, mentre al sud ed isole solo il 14,4%.

A Salerno e Provincia, Garanzia Giovani ha avuto iscritti solo per il 9,64% del campione potenziale. Dunque, la domanda sorge spontanea anche per la CGIL:- “perché?”

In base alle testimonianze che sono state raccolte e hanno dato vita ad un vero dibattito, ciò che è emerso è la sostanziale mancanza di comunicazione tra l’utenza ed il CPI, che invece di contattare direttamente i ragazzi, hanno demandato a loro la ricerca di lavoro sul sito internet, abbandonandoli così a se stessi.

La maggior parte di loro, giovani diplomati o laureati senza alcuna esperienza, si sono quindi spaventati quando hanno scoperto che avrebbero dovuto affrontare la giungla burocratica e soprattutto la disorganizzazione del meccanismo di domanda e offerta di lavoro che si è evidenziata. La CGIL ha fornito assistenza tecnica, ma la colpa è dello scaricabarile di responsabilità delle istituzioni della Regione e del CPI di Salerno che hanno concluso un bel niente.

Constatato l’ evidente malcontento per questo fiasco, la CGIL ha cercato di sondare nuovamente il terreno anche dalla parte dei padroni, quei datori di lavoro che devono fare i propri interessi e non quelli dei giovani, imponendo condizioni totalmente assurde (es. max 25 anni di età con almeno 7 di esperienza, cosa che un neo laureato o diplomato non può aver maturato).

I giovani (bollati ormai con l’epiteto di bamboccioni) sono già delusi da un paese che non offre loro alcuna opportunità, e quando scoprono che si sta giocando al rimbalzo col loro futuro, è più che normale si scoraggino e scelgano soluzioni drastiche come la migrazione. Sicuramente se si investisse su di loro, non andrebbero mai via!

Frano Tavella, nel suo appassionato appello ai giovani presenti, ha dichiarato che Garanzia Giovani non deve trasformarsi nell’ennesimo business politico, né deve spingere al clientelismo. Bisogna pretendere da un progetto simile, di avere la trasparenza non solo delle modalità di selezione degli aspiranti lavoratori,  ma che ci sia più sostegno da parte di enti, la cui funzione deve essere quella di assistere i giovani.

La CGIL offre qualunque supporto ma invita tutti i ragazzi all’associazionismo, ad elaborare una rete di auto aiuto, in modo da costringere le autorità a svegliarsi e ad agire. In questo senso, la CGIL potrebbe sbloccare questo momento di frustrazione, ma la ruota deve cominciare a girare. Per tutti.

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Classe 1987, ho frequentato l’Università degli Studi di Salerno, conseguendo la Laurea di Primo Livello in Sociologia. Ho ottenuto una certificazione di frequenza per il corso di addetto/responsabile Ufficio Stampa e ho partecipato a diversi concorsi letterari, tra cui quello dell'estate 2015 del Circolo degli Artisti Salernitani, che mi è valso un Primo Premio. Lo scorso anno ho pubblicato il mio primo romanzo edito da Writers Editor, intitolato "Amore di papà". Sono un'attivista femminista e sostenitrice dei diritti LGBTIQ e gestisco una pagina Facebook sui diritti delle donne, "Doppia Vu Women Rights". Inoltre, ho il ruolo di segretaria provinciale presso la sezione NIDIL CGIL di Salerno.