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“Cavalli 8 Uomini 40”, attese e memoria nel Polittico di Vitale

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“Cavalli 8 Uomini 40”, attese e memoria nel Polittico di Vitale

Domani, in occasione dell’ultima settimana della mostra, si terrà l’incontro “La storia raccontata ad arte”, un dialogo tra Ciro Vitale e i curatori in occasione del quale verrà proiettato il video Est Memoriale

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Soltanto fino al 29 novembre sarà possibile visitare presso il Museo dello Sbarco e Salerno Capitale la mostra Polittico delle attese «Cavalli 8 Uomini 40» curata da Antonello Tolve e Stefania Zuliani, promossa dalla Fondazione Filiberto Menna, con protagoniste le opere di Ciro Vitale. Domani, martedì 24, in occasione dell’ultima settimana dell’esposizione si terrà un dialogo con l’artista e i curatori, “La storia raccontata ad arte”, con l’introduzione del direttore del Museo Eduardo Scotti e il coordinamento del presidente della Fondazione Angelo Trimarco, in occasione del quale verrà proiettato il video Est Memoriale di Ciro Vitale e Pier Paolo Patti.

Non a caso la mostra è stata inaugurata il 3 ottobre 2015, nel giorno in cui cadeva l’80° anniversario dall’inizio della Campagna d’Etiopia (3 ottobre 1935). Una forte impronta storica permea tutto il progetto espositivo, il quale si snoda tra le sale del Museo confondendosi con i suoi reperti, a metà tra memoria e allegoria della stessa, riportando a galla la questione coloniale e le sue conseguenze che si ripercuotono tristemente fino ai giorni nostri.

Vitale

L’intervento site specific si svolge come una narrazione nel tessuto espositivo del museo, intervallato dai cimeli presenti, dove il visitatore-lettore è chiamato a scorrerne le vicende a partire dal Prologo. Una Guida dell’Africa Orientale posta in una teca, topos museografico per eccellenza, affiancata da un tricolore stinto, muta la sua identità storica in traccia artistica nel momento in cui le scritte della copertina vengono censurate da cumuli di terra. In continuità con i “cortocircuiti temporali” messi in atto da Vitale, una serie di dittici affiancati sulla seconda parete divisoria del Museo, ricostruiscono una geografia mondiale pesantemente divisa sul piano politico-economico. I Dittici costituendosi secondo la forma consueta della cosiddetta “infografica” giornalistica si rivelano invece “dati non dati”, ovvero soltanto un’indicazione astratta di una situazione tutta da interpretare.

Lo sguardo critico che ricontestualizza avvenimenti passati in una chiave attuale è sempre stato al centro del lavoro di Vitale, dove l’invito è non solo alla valutazione, ma anche ad una vera e propria immersione nel dato storico. La presenza imponente di un cannocchiale bianco richiama l’attenzione, sollecita il gesto voyeuristico del visitatore a guardare attraverso uno spioncino, sporgendosi su di un podio, la scansione a capitoli del dramma della guerra. Se in condizioni normali un’azione del genere permette di osservare qualcosa di distante nello spazio, nell’Epilogo proposto da Ciro Vitale, siamo chiamati a toccare visivamente un evento lontano dal punto di vista temporale e paradossalmente al tempo stesso destinati a non poterne avere una visione completa. La valutazione parziale della guerra viene enfatizzata dal video che con una serie di episodi narra gli aspetti di una devastazione alla quale è difficile attribuire un punto di vista unico. Un attimo di spaesamento è opportuno, le immagini investono l’osservante in un gioco di prospettive e continui rimandi.

Vitale

Se il video muto poteva solo suggerire il fragore della tragedia, la tensione tra carica emotiva e valutazione critica culmina nell’installazione Abisso, che chiude ad anello il percorso narrativo. «Cavalli 8 Uomini 40» è l’inquietante scritta impressa sul vagone ferroviario che accoglie i visitatori all’ingresso del museo, traccia della drammatica deportazione subita dagli ebrei italiani durante la seconda guerra mondiale. Gli echi di situazioni migratorie odierne si amplificano nello spazio angusto del vagone. Pochi elementi: l’immagine del mare, il suo suono che si confonde con quello di un treno. Altri provengono invece dal luogo stesso, un misto di sensazioni olfattive e tattili amplificate dal buio pregnante. Una morsa desolante in cui il pensiero sprofonda letteralmente in un abisso dove ogni elaborazione dell’intelletto diventa superflua.

L’appuntamento di domani sarà un modo per fare il punto sul come l’arte riesce a raccontare, a volte senza l’uso di parole, ciò che si è perso nelle trame della storia e a leggere criticamente le vicende contemporanee.

Info:

Polittico delle attese «Cavalli 8 Uomini 40» di Ciro Vitale

A cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani

03 ottobre – 29 novembre 2015

Museo dello Sbarco e Salerno Capitale

Via Generale Clark 5, Salerno

Fondazione Filiberto Menna – Centro Studi d’Arte Contemporanea

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