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Cava, i premiati della XII edizione di Com&Te

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Cava, i premiati della XII edizione di Com&Te

Cava, ecco i nomi di tutti i premiati della XII edizione di Com&Te. La cerimonia si è tenuta in mattinata alla presenza del sindaco Servalli

Cava, questa mattina, presso l’Auditorium dell’Istituto Istruzione Superiore “Della Corte – Vanvitelli” di Cava de’ Tirreni, si è svolta la cerimonia di premiazione del Premio Com&Te, del Premio speciale Com&Te “Giancarlo Siani”, del Premio Com&Te alla Cultura e del Premio Com&Te di giornalismo “Peppino Muoio”, organizzato dall’Associazione Comunicazione & Territorio.

Alla manifestazione sono intervenuti: il sindaco Vincenzo Servalli, il presidente della giuria del Premio Gabriel Zuchtriegel, i premiati di questa edizione Alfio Caruso, autore di Caporetto. L’Italia salvata dai ragazzi senza nome (Longanesi), Giuseppe Lupo, autore del romanzo Gli anni del nostro incanto (Marsilio) Pino Corrias, autore di Nostra Incantevole Italia (Chiarelettere); Laura Valente, presidente della Fondazione Donnaregina per le Arti contemporanee, il giornalista Luca Telese e la redazione webtv laRed. Nel corso della cerimonia sono stati ricordati gli editori Inge Feltrinelli, scomparsa ieri, e Cesare De Michelis, presidente di Marsilio, venuto a mancare nel mese di agosto.

Le motivazioni dei premi:

“Caporetto” rende giustizia ad un periodo storico che, nonostante le celebrazioni e i continui richiami alla tragedia della Grande Guerra, nella realtà è stato ed è un po’ troppo trascurato nei libri di storia. Con una significativa spinta emotiva, l’autore coinvolge i lettori in maniera intrigante, disvelando quello che c’è dietro gli avvenimenti bellici, il dramma e le sofferenze di quei “ragazzi senza nomi” che salvarono la Patria, così come i limiti e le miserie di generali e generalissimi. Ineccepibile nello stile, l’autore con una scrittura scorrevole e convincente consente di avvicinare e catturare l’attenzione dei lettori.

Il premio speciale “Giancarlo Siani” a Giuseppe Lupo è per un ricordo delicato e melanconico di un’Italia che non c’è più, quella degli anni Sessanta, la spensierata e fiduciosa stagione del miracolo economico. L’autore, con una scrittura sobria ed elegante, narra la storia di una famiglia ripercorrendo due decenni in stridente contrasto tra loro: gli anni del boom economico, e quelli successivi, tragicamente ricordati come gli anni di piombo. Particolare pregio del racconto, che inevitabilmente coinvolge, è lo scontro drammatico tra due generazioni di un Paese cresciuto troppo in fretta e fra troppe contraddizioni: quella dei genitori, che vengono dalla guerra e dalle privazioni, e quella inquieta e insoddisfatta dei figli, nati nei primi anni del benessere.

“Nostra incantevole Italia” è la storia degli ultimi settant’anni del Belpaese, narrata attraverso i luoghi dolorosi della sua geografia, che ha il pregio di leggersi tutto d’un fiato con la stessa partecipazione emotiva con cui si legge un giallo. L’autore, maestro di una narrazione di tipo fotografica attraverso parole che si fanno immagini, propone con una scrittura leggera e avvincente tematiche complesse che abbracciano un periodo lungo e controverso: viene così fuori un collage originale, con una interpretazione di sicuro personale e spesso anche insolita, ma molto convincente e intrigante.

Musicologa, esperta di danza e giornalista, Laura Valente è da sempre protagonista di un impegno volto a dare centralità alla cultura come elemento fondante della personalità dei cittadini, nonché come straordinaria e preziosa risorsa decisiva per lo sviluppo del Mezzogiorno e per assicurare un futuro di crescita ai nostri giovani. La sua intensa e poliedrica attività di promozione culturale rappresenta una concreta e operosa testimonianza civile e professionale, meritevole di essere proposta alle giovani generazioni quale luminoso esempio da emulare.

Il Premio “Peppino Muoio” a Luca Telese rappresenta l’omaggio a, senza ombra di dubbio, una delle migliori testimonianze di giornalismo, sia radiotelevisivo sia della carta stampata, capace di essere vivace e pungente, ma anche colto ed equilibrato, che coniuga libertà di cronaca e autonomia di giudizio con il dovere del pluralismo e il rispetto della dignità della persona. Per queste ragioni il suo lavoro di giornalista e conduttore televisivo rappresenta una testimonianza civile e professionale meritevole di essere proposta, ai giovani che vogliono intraprendere l’attività giornalistica, quale fulgido esempio da emulare.

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