Home Territorio Cava de' Tirreni Cava, elezioni: intervista a Marco Senatore

Cava, elezioni: intervista a Marco Senatore

0
Cava, elezioni: intervista a Marco Senatore

Intervista al candidato sindaco Marco Senatore. “Metto in gioco la mia competenza e la mia esperienza per il bene di Cava de’ Tirreni”

[ads1]

In vista delle prossime elezioni del 31 maggio, abbiamo intervistato il candidato sindaco Marco Senatore. A suo sostegno ci sono le 2 liste “Cava città unita” e “Cava sicura e libera” con 48 candidati al consiglio comunale.

Quando ha deciso di candidarsi a Sindaco di Cava de’ Tirreni e perché ha deciso di scendere in campo in prima persona?

La decisione nasce dalla costatazione che la politica cittadina attuale è una palude: i personalismi stanno prevalendo sulle esigenze della città, i problemi dei cittadini non sono più in primo piano. Io da assessore spesso non sono riuscito a dare alle persone quelle risposte che giustamente si aspettavano. Avrei preferito ritirarmi che rimanere invischiato in quella palude, cosa a cui ho anche pensato. Io non vivo di politica e non ne ho bisogno, anzi la politica mi costa sacrifici sia dal punto di vista personale, per il tempo privato ai miei familiari, sia dal punto di vista lavorativo, per il tempo tolto ai miei clienti. La mia è una scelta di grande coraggio, che può operare solo chi come me intende fare politica per il bene della città. Ho preferito, dunque, scendere in campo in prima persona, con un progetto civico che non guarda ai colori politici ed alle ideologie.

Lei ha condiviso parte del percorso dell’attuale amministrazione. Quali sono stati gli errori principali di Galdi a suo parere?

L’errore più grande che attribuisco a Galdi è di non aver avuto il coraggio di fare scelte che non passassero attraverso condizionamenti di partiti e di personaggi al di sopra e al di fuori di Cava de’ tirreni (riferimento a Cirielli n.d.r.). Non ha saputo creare una squadra basata sulla meritocrazia, sulla capacità di risoluzione dei problemi. Spesso ha scelto i suoi collaboratori non per volontà proprie, ma per condizionamenti esterni o per il numero dei voti ottenuti nelle precedenti elezioni. Galdi ha cambiato 25 assessori, è stato costretto a una dozzina di rimpasti per mantenere gli equilibri politici. Io stesso sono vittima di questi equilibri: sono stato sostituito a luglio non per demeriti ma per fare posto ad un assessore di Forza Italia che aveva una maggiore rappresentanza di consiglieri comunali rispetto ad altri gruppi. Sostituire una persona non per incapacità ma per far quadrare gli equilibri nella maggioranza è sintomo di un fallimento. Non ha mai avuto il coraggio di ritirarsi, ma ha preferito subire i condizionamenti pur di rimanere in sella.

Altro grande errore è stato quello di non fare squadra: parlava con i singoli consiglieri e con i singoli assessori che erano completamente scollegati tra di loro. C’era solo un cerchio magico, in cui lui con pochi altri prendevano le decisioni per tutti, che erano lì solo per fare numero.

Ha sfasciato il comando dei Vigili urbani; ha cambiato assessore alle Attività produttive ogni 6 mesi…. Sono solo alcuni degli errori commessi da Galdi, ma potrei dirne tanti altri.

Umanamente Galdi è una persona perbene, ma è stato un fallimento dal punto di vista politico e amministrativo.

Secondo Marco Senatore, quante responsabilità ha l’amministrazione Galdi nel frazionamento del centrodestra cittadino?

E’ sicuramente responsabile, così come lo è Giovanni Baldi. Quando si fallisce bisogna avere anche l’umiltà di fare un passo indietro per il bene della città. Io non avrei mai potuto sostenerlo in una coalizione del centrodestra: sarei potuto essere io o anche altri ad essere a capo del centrodestra se lui si fosse tirato indietro.

Allargando il discorso all’intera politica cittadina: 10 candidati sindaci e 20 liste per un totale di 462 candidati alla carica di consigliere. Come si spiega questa frammentazione?

Sicuramente è il frutto del fallimento dei partiti tradizionali che non premiano la meritocrazia e la competenza. A ciò si aggiunge la scelta di molti, tra cui io, di proporre un progetto civico.

La disgregazione sicuramente non fa bene alla città: con così tanti candidati non verrà fuori il capace ma il migliore a prendere i voti.

La frammentazione e la confusione possono giocare a favore del sindaco uscente o sarà un problema per tutti?

Sarà favorito chi ha i pacchettisti di voti nelle proprie liste basati su rapporti clientelari e che prendono voti a prescindere dal proprio operato.

Anche Galdi, che sta approfittando del suo ruolo aprendo cantieri dovunque negli ultimi mesi di amministrazione, potrebbe essere leggermente favorito, ma spero che i cavesi non si facciano più incantare dalle azioni dell’ultimo momento.

A suo parere qual è il suo maggior competitor nella corsa elettorale? Con chi si vede in un ipotetico ballottaggio?

Se i cavesi vogliono cambiare certamente non punteranno sul sindaco uscente; probabilmente mi converrebbe anche andare al ballottaggio con Galdi perché credo che oggi chiunque vada al ballottaggio con lui vincerebbe sicuramente: intorno a lui non c’è nessuno di altri schieramenti disposto ad appoggiarlo.

Da un punto di vista utilitaristico spererei di andare al ballottaggio con Galdi perché potrei vincere a mani basse; potenzialmente il competitor principale potrebbe essere Servalli, una persona che rispetto e stimo. Credo che Servalli possa arrivare al ballottaggio perché ha alle spalle un partito strutturato e organizzato più che per le squadre che ha messo in campo.

Al momento l’unica certezza sembra essere il ballottaggio. Una vittoria al primo turno è improbabile. In caso di ballottaggio le liste che la sostengono potrebbero apparentarsi a qualche altra lista/partito? 

marco senatore
Marco Senatore

Non escludo eventuali apparentamenti, fatti in base a programmi condivisi. Sarà comunque una scelta presa con le due liste che mi supportano.

Se, invece, al ballottaggio dovessero andare altri due movimenti, lei darebbe indicazioni di voto ai suoi elettori?

Faremo una scelta condivisa. se ci saranno progetti per il bene della città che ci convincono daremo il nostro appoggio, altrimenti lasceremo libero il nostro elettorato di fare ciò che ritiene più opportuno.

Veniamo alle sue proposte: come agirà per rilanciare il commercio in città?

Oggi non abbiamo più un commercio identitario, Cava non è più una città dei cavesi dal punto di vista commerciale. C’è un commercio di bassa qualità con persone che fanno investimenti di facciata con il solo obiettivo di dimostrare che le proprie attività hanno delle entrate e delle uscite (le cosiddette “lavatrici” di denaro di dubbia provenienza). I vecchi commercianti cavesi hanno chiuso o si sono spostati perché i prezzi degli affitti sono alle stelle. Io sono stato Assessore alle Attività produttive, al commercio e all’artigianato e so quale è la situazione di Cava.

Anche i commercianti hanno delle responsabilità: in molti prevale lo spirito individualista e non riescono a capire che l’associazionismo ha una maggiore forza contrattuale e che può favorire tutti.

Per rilanciare il commercio dobbiamo puntare su quelle che sono le nostre peculiarità; in questi anni non siamo neanche stati bravi a venderci, perché bisogna creare i presupposti per divenire un prodotto appetibile per i turisti.

Ci spiega il suo progetto denominato “la città della notte”?

La movida è un fenomeno che può portare vantaggi, ma se non regolamentato porta  più problemi che occasioni. Il nostro progetto è fattibile e già esiste; si pensi a Salerno dove vi è un’area apposita con un cinema multisala, dei ristoranti, dei negozi, ampi parcheggi ecc. Anche a Rimini c’è un progetto simile. Per Cava potrebbe essere una grandissima occasione creare questa area nei pressi dell’ex Cofima, con 18 mila metri quadri a disposizione.

Con un progetto del genere Cava sarebbe una città viva 365 giorni all’anno. Io non intendo assolutamente trasferire la movida dal borgo, ma offrire una via alternativa che crei interesse intorno alla città. Con questo progetto si può garantire a tutti i cittadini di poter vivere la città in base alle proprie esigenze. I portici devono rimanere il salotto buono di Cava ma devono essere anche quello spazio culturale con una movida di qualità, non quella fracassona che non rispetta i cittadini.

Marco Senatore
Marco Senatore

Chiaramente un progetto come questo della Città della Notte va fatto in partnership con dei privati: nell’area che immagino potrebbe esserci un cinema multisala, un teatro, uno spazi per i grandi eventi, delle palestre, ma anche pub, bar e negozi. Il tutto in uno spazio sicuro e videosorvegliato con sorveglianza privata cavese.

Se Marco Senatore fosse il nuovo primo cittadino, quali sarebbero i suoi primi provvedimenti?

Per prima cosa rendere efficiente la macchina comunale; in secondo luogo riorganizzare la Polizia municipale facendo sì che si realizzi il controllo capillare del territorio; poi la costituzione di un ufficio per il reperimento e la gestione dei fondi europei e, infine, una lotta immediata agli sprechi: il primo assessorato sarà quello addetto alla spending review che faccia quadrare i conti.

Qual è la proposta politica più improbabile o irrealizzabile che ha sentito da parte degli altri candidati.

Senza dubbi la proposta di Marco Galdi di realizzare un nuovo ospedale: solo lui può immaginare che una cosa del genere sia possibile. E’ la bufala più grossa che ho sentito in questa campagna elettorale.

Poi in molti stanno promettendo di poter risolvere il problema dell’abusivismo edilizio: anche questa è una bufala perché non è un problema che può risolvere il Comune di Cava da solo, ma serve una legge ad hoc.

Perché i cavesi dovrebbero votarla e perché Marco Senatore è la persona giusta per rilanciare la città?

Credo che gli elettori cavesi dovrebbero votarmi perché in questi anni ho dimostrato di aver amministrato per il bene della città sia nell’amministrazione Gravagnuolo che in quella guidata da Galdi. La capacità, la competenza, il fatto che io non dipenda dalla politica sono elementi sufficienti per far ricadere su di me la scelta dei cittadini cavesi. Metto in gioco la mia competenza e la mia esperienza per il bene della città.

[ads2]