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Cava de’ Tirreni, tre arresti per usura ed estorsione

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Cava de’ Tirreni, tre arresti per usura ed estorsione

Eseguite tre ordinanze di custodia cautelare per i reati di usura ed estorsione nei confronti di operanti nel territorio di Cava de’ Tirreni. Usura ed estorsione i reati contestati. Sottoposte a sequestro due società

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Questa mattina, alle ore 11.30, nell’Ufficio del Procuratore della Repubblica Dott. Corrado Lembo, Presso il Tribunale di Salerno, è stata illustrata, nel corso di una conferenza stampa, una importante operazione di Polizia Giudiziaria condotta dalla Squadra Mobile di Salerno con esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare per i reati di usura ed estorsione nei confronti di esponenti della criminalità organizzata del territorio di Cava de’ Tirreni.

Nelle prime ore della mattinata odierna, la Squadra Mobile della Questura di Salerno ed i Carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, nei confronti di 3 soggetti operanti a Cava de’ Tirreni dediti a numerosi reati tra cui: associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. spaccio di sostanze stupefacenti, usura pluriaggravata, estorsioni continuate aggravate dal metodo mafioso e intestazione fittizia di beni. Nello stesso contesto operativo sono state sottoposte a sequestro due società operanti nel settore dei trasporti privati e del noleggio e vendita di autovetture e sono state eseguite perquisizioni nei confronti di altri quattro indagati, di cui tre provenienti dall’area di Scafati-Castellamare di Stabia. attivamente coinvolti nell’attività di usura, e, in un caso, nel delitto di riciclaggio.Cava de' tirreni arresti

In particolare, le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Salerno, con il decisivo contributo del reparto Territoriale CC di Nocera Inferiore, e coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Salerno, cristallizzando gli attuali equilibri criminali del territorio di Cava de’ Tirreni, hanno consentito di documentare la presenza e l’operatività di un gruppo facente capo a Zullo Dante, già condannato per partecipazione ad associazione mafiosa. coadiuvato dal figlio Zullo Vincenzo, a sua volta già sottoposto fino a pochi anni fa alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di residenza, e da Porpora Vincenzo, il quale ha continuato a commettere delitti nell’attualità nel mentre era in regime di detenzione domiciliare per una espiazione pena definitiva, con autorizzazione ad allontanarsi da casa per due ore al giorno in orario mattutino. In particolare, Zullo Dante, facendo leva sul suo riconosciuto spessore criminale, in ben due casi coinvolgeva nelle proprie condotte criminose persone inizialmente rivestenti la qualità di persone offese rispetto ai delitti posti in essere.

E’ questo il caso di Porpora Vincenzo, all’inizio dell’indagine titolare di una pescheria al Corso Mazzini di Cava de’ Tirreni, trovatosi in situazione di difficoltà economica e per questo motivo costretto a ricorrere a prestiti usurari per il complessivo importo di euro 6.800. A fronte di tal( elargizione, il Porpora veniva costretto a corrispondere a titolo di interessi la somma di euro 3.800 oltre a numerose forniture di pesce per un valore di 100 euro ciascuna ed una riparazione di uni autovettura per il complessivo importo di 800 euro. Lo stesso Porpora Vincenzo determinava l’incontro fra Zullo Dante e Sorrentino Giovanni, noto imprenditore cavese operante nel settore del trasporto turistico e del noleggio delle autovetture.

Per effetto di continue violenze e minacce, nell’arco temporale ricompreso fra il dicembre 2014 ed il maggio 2017, Sorrentino Giovanni ha corrisposto con dazioni in denaro, acquisti di autovetture. cavalli e di un garage sito in Cava de’ Tirreni alla via Mazzini un importo complessivo pari a circa 150.000 euro. In più Sorrentino Giovanni è stato indotto ad intestarsi fittiziamente veicoli, un immobile e cavalli, nonché a mettere a disposizione di Zullo Dante e Porpora Vincenzo conti correnti della Travel Bus Sorrentino per conto di Zullo Dante. Addirittura negli anni 2015 e 2016 la Sorrentino Travel è stata costretta ad assumere Zullo Dante, il figlio Zullo Vincenzo, la moglie del primo, Lamberti Carmela, corrispondendo loro retribuzioni e contributi previdenziali pur in assenza di effettive prestazioni di lavoro. Nell’ordinanza Gip si fa riferimento ad un vero e proprio “asservimento” della Sorrentino Travel alle esigenze criminali di Zullo Dante. L’altro sequestro ha riguardato, invece, le quote sociali e l’azienda della Sorrentino Car, ugualmente facente capo a Sorrentino Giovanni, ed operante nel settore del noleggio e vendita di autovetture. Nell’Abitazione Sorrentimo Giovanni sono stati anche rinvenuti anche 100 grammi di cocaina.

Le indagini sono tutt’ora in corso e coinvolgono almeno un’altra trentina di persone quali indagati e circa una decina di ulteriori persone offese per i delitti di usura e di estorsione aggravata dal metodo mafioso. In definitiva, l’operazione eseguita oggi costituisce il naturale epilogo di una strategia investigativa programmata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, a partire dall’ottobre 2015.

Alla conferenza di questa mattina erano presenti oltre al procuratore della Repubblica Corrado Lembo, il pm Vincenzo Senatore, il capo della squadra provinciale dei Carabinieri Antonio Neosi, il questore Pasquale Errico e il capo della Squadra Mobile della Questura Lorena Antonia Cicciotti.

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