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Borsa della Ricerca forSUD, terza giornata

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Borsa della Ricerca forSUD, terza giornata

La terza giornata della Borsa della Ricerca forSUD si è aperta con la Tavola rotonda dal titolo “Gli incubatori d’impresa e le start up”

Un dibattito a più voci, animato dai protagonisti di case-history di successo e focalizzato sull’analisi dell’attuale situazione italiana delle startup e dei loro incubatori.

Roberto Parente (Università di Salerno) ha aperto l’incontro, moderato dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli,  soffermandosi sul ruolo degli incubatori: “Si tratta di palestre per l’innovazione imprenditoriale. Luoghi e contesti protetti in cui i ricercatori, gli studenti con idee interessanti possano sperimentarle, capirne il potenziale di applicazione commerciale e trovare occasioni per fare rete affinché queste stesse idee si traducano in prodotti e progetti di potenziale impatto sul mercato”.

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Gianluca Manca (CEO Intertwine) ha raccontato la sua esperienza di giovane startupper: “Ci occupiamo di editoria collaborativa. Il nostro è un social network per scrittori, videomaker, fumettisti, musicisti, dove gli utenti collaborano nella scrittura digitale di un’opera editoriale multimediale. A mio parere attualmente bisogna mettersi in gioco, sperimentare le proprie idee. Farlo sempre”.

Michele Petrone (Basilicata Innovazione) ha presentato la propria esperienza d’incubatore: “Basilicata Innovazione si occupa di trasferimento tecnologico in Basilicata e d’imprenditorialità innovativa. Le nuove aziende hanno molte difficoltà in fase di start. Il nostro incubatore opera nelle fasi più seminali. Accogliamo team di persone che vogliono impegnarsi in un programma di validazione di un’idea. L’incubatore va a fronteggiare le fasi in cui l’aspirante imprenditore ha maggiori difficoltà. Siamo un incubatore pubblico, la prima interfaccia di riferimento per chi vuole fare nuova impresa nei territorio”. “Il nostro obiettivo – ha continuato Petrone – è trasformare un portafogli d’idee in un portafogli di prototipi per poi lasciare spazio a partner finanziari che possano far crescere i progetti”.

Esperienza di successo è anche quella di Gabriele Ronchini (Digital Magics): “Il nostro è il primo venture incubator quotato in borsa. Per fare una startup, bisogna puntare su ricerca e innovazione, ma anche e soprattutto essere imprenditori. La prima domanda cui rispondere è se si è pronti a fare impresa. La vera scommessa per un incubatore è capire se quella startup è un team di potenziali imprenditori”.

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“Competenze e incubatori sono i 2 hashtag di riferimento di questo incontro”, ha esordito così Francesco Serravalle (Premio Best Practices per l’Innovazione, Gruppo Servizi Innovativi Confindustria Salerno). “Se molte startup hanno una mortalità veloce è un problema di scarsità di competenze ed esperienza. Attualmente gli incubatori possono integrare le competenze mancanti alle giovani startup” – ha concluso Serravalle.

Gennaro Tesone (56Cube) ha raccontato la storia dell’incubatore nato nelle vicinanze dell’Ateneo salernitano: “56Cube è il ramo più a sud di Digital Magics. Al momento abbiamo fatto sette investimenti al sud. Ci arrivano spesso progetti che hanno già una loro struttura consolidata e che arrivano da ragazzi del che hanno una particolare propensione al sacrificio e al rischio”.

Infine l’intervento di Antonio Prigiobbo (@CampaniaStartup): “Da circa due anni mi sto occupando su Napoli, in Campania e nel Sud di creare diversi livelli d’interazione tra i nuclei di startup. Ognuno di loro è un ottimo professionista che lavora in modo quasi verticale nel proprio ambito. La nostro sfida è creare un ecosistema di attori e di competenze. Le persone devono fare rete per costruire insieme quello che manca. Il mondo delle startup è importante sulla frontiera dell’innovazione, ma è anche una nicchia rispetto alla complessità del mercato; sono le persone che devono interagire tra di loro per attrarre finanziamenti. Tutto si fa solo con l’unione e con l’entusiasmo”.