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Battipaglia, “questione STIR”. La lunga giornata tra accuse e sopralluoghi

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Battipaglia, “questione STIR”. La lunga giornata tra accuse e sopralluoghi

Tra le accuse mosse dal comitato cittadino Battipaglia dice “NO”, le precisazioni del presidente Strianese e il sopralluogo della sindaca allo STIR, oggetto della discordia tra i protagonisti della vicenda, Zerottonove.it fa luce sulla questione

È il giugno del 2018 e ad Acerra persiste l’ennesima crisi all’impianto di termovalorizzazione. Si corre ai ripari, si corre a Battipaglia, ancora una volta. In un dispositivo di ordinanza (la numero 1) che fa data 12 giugno 2018, viene regolato lo stoccaggio di una di una “frazione secca tritovagliata e prodotto dal T.M.B. di Battipaglia, in attesa di un’evacuazione presso l’impianto napoletano. Si precisa – nella delibera – “per un periodo non superiore a quattro mesi“.

Passano i mesi e l’ingente (quanto indecente) mole di rifiuti restano nel comune del Salernitano e, lo scorso 29 novembre, in seguito ad una nuova – quanto prevedibile – crisi all’impianto di Acerra, la Provincia di Salerno compie un atto che da molti viene definito come “squisitamente politico. Si tratta, infatti, dell’ordinanza numero 4 del 29 novembre 2018.

Per tale motivo, si legge nell’atto, la Provincia ha “autorizzato il temporaneo stoccaggio della Frazione Secca Tritovagliata in balle presso l’impianto T.M.B. di Battipaglia, per un periodo temporale non superiore a 90 giorni”. Poche, insomma, le differenze con la precedente deliberazione.

Ma la domanda che i cittadini di Battipaglia pongono alle istituzioni è la seguente: “la già citata frazione secca non doveva restare nel campanone denominato ‘Post-Raffinazione’ per un periodo non superiore ai quattro mesi? È ancora garantito quell’elevato livello di tutela della salute e dell’ambiente, in rispetto al famoso Decreto Legislativo (n.152 del 2006) in materia ambientale?”

Nella serata di sabato, il comitato cittadino Battipaglia dice “NO” si è riunito per discutere proprio di quest’ultima delibera, puntando il dito contro la Provincia e, allo stesso modo, contro la sindaca Cecilia Francese rea, per Raffaele Cucco Petrone (portavoce di Battipaglia dice “NO”) di subire passivamente le decisioni prese negli altri palazzi amministrativi.

Sarebbero bastate due ordinanze – afferma ancora Petrone, a margine della conferenza – nella prima si dispone il divieto, a norma del codice dell’ambiente, di predisporre aperture di nuove discariche o siti di stoccaggio temporanei all’interno degli opifici industriali; in secondo luogo, vanno inviati i vigili a verificare il rispetto della predetta ordinanza. Perché, in caso di qualunque tipo di violazione, scatterebbero immediatamente i sigilli. In tal modo, non potrebbe mai essere autorizzato alcun tipo di atto considerato illegittimo. La sindaca – afferma duro Petrone – sta calando la testa, senza risolvere nulla. ”

L’intervista a Raffaele a Cucco Petrone

https://www.facebook.com/Zerottonove/videos/2187036638179302/

Acerra ha preventivato nel 2019 ben quattro mesi di fermo. Che cosa succederà durante questi mesi? Si continuerà a stipare i rifiuti nello stabilimento di Battipaglia?”

Pertanto il timore è che lo STIR diventi un sito di trasferenza, trovando una semplice ma efficace strada di “istituzionalizzazione” dello stesso. Ciò vuol dire, secondo una prima considerazione, che tutto ciò che verrà prodotto nell’arco di questi mesi nell’ex CDR resterà nella struttura.

Il problema “squisitamente” politico

Questa vicenda – incalza nuovamente Petrone – ci sta travolgendo proprio perché la soluzione dei problemi inerisce vicende politiche che non c’entrano nulla. Infatti, se si facesse un ragionamento esclusivamente tecnico, si direbbe che tutto ciò non sarebbe concepibile, ossia di accatastare i rifiuti. Mi domando, a questo punto, perché non si ha il coraggio di trasferire queste eco-balle nel sito presente nel Casertano? Perché invece di svuotare un impianto perennemente al limite della capacità, non propongo di svuotarlo parzialmente?

Giornata piena: la sindaca, il sopralluogo allo STIR, la nota di Strianese

Raggiunto telefonicamente, il consigliere comunale e provinciale Angelo Cappelli ha dichiarato di essere stato accanto alla sindaca Francese, al comandante dei Vigili Gerardo Iuliano, al dirigente comunale Carmine Salerno e infine con Angelo Garofalo, responsabile della struttura, durante un sopralluogo all’ex CDR.

Cappelli ha dichiarato fiducioso che “si tratta di un capannone a norma che sta accogliendo le stesse 2000 tonnellate di cui si fa riferimento nell’ordinanza dello scorso giugno. È assolutamente errato parlare di ulteriori 2000 tonnellate che starebbero per arrivare nell’impianto. Non c’è alcun pericolo per il cittadino di Battipaglia.”

Dopo la dichiarazione della sindaca Francese, secondo la quale non era possibile prendere una decisione del genere senza interpellare il primo cittadino, è stato proprio Strianese a fare una precisazione in merito.

Michele Strianese, Presidente della Provincia di Salerno

Non è assolutamente vero che l’ordinanza Presidenziale n. 4 dello scorso 29 novembre a mia firma avrebbe trasformato il TMB addirittura in una ‘sede di una discarica di stoccaggio provvisoria di ulteriori 2000 tonnellate di rifiuti’. Voglio dirlo con grande chiarezza: a Battipaglia non arriverà un grammo di rifiuto in più di quello che è già attualmente presente nell’impianto.

La sindaca, raggiunta anche lei telefonicamente, ha assicurato che “non vi è la presenza di miasi, nonostante la constatazione della presenza di queste eco-balle. Sono stati controllati tutti i siti, dov’è presente anche l’umido e l’indifferenziato.”

Ciò che è certo è che vi sono molteplici spaccature. La prima è quella creatasi tra il comitato e l’amministrazione Francese. Tale rapporto è ormai logorato da tempo, incrinatosi già durante la manifestazione cittadina del novembre dello scorso anno. La seconda è quella tra il comitato, e quindi gran parte della cittadinanza battipagliese, e le istituzioni provinciali e regionali.

Questo ennesimo caso rischia seriamente di compromettere i rapporti interistituzionali e di alimentare, nel giro di poco tempo, un malcontento – già difficilmente placabile – di tutti i cittadini pronti all’ennesima “guerra”.