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Battipaglia, tavolo al Ministero dell’Ambiente: il resoconto

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Battipaglia, tavolo al Ministero dell’Ambiente: il resoconto

Il resoconto dell’incontro tenutosi al Ministero dell’Ambiente, a Roma. Sul tavolo la questione ambientale di Battipaglia

Si è tenuto ieri pomeriggio a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente in via Colombo, un tavolo squisitamente tecnico sulle problematiche legate alle emergenze ambientali della Piana del Sele in generale e del Comune di Battipaglia in particolare, connesse soprattutto agli impianti di trattamento dei rifiuti anche alla luce dei roghi che hanno segnato in negativo questa ultima estate. Il sindaco di Battipaglia Cecilia Francese ha assistito ai lavori.

I presenti

Il tavolo, apertosi alle 16:00 in punto e conclusosi in serata, è stato presieduto dal Direttore Generale del Ministero, il dott. Mariano Grillo, ed ha visto la partecipazione di quattro funzionari dello stesso Ministero, di un funzionario del Ministero della Salute, della Regione Campania, della Provincia di Salerno, e dei Comuni di Battipaglia, Pontecagnano-Faiano ed Eboli. La delegazione del Comune di Battipaglia era rappresentata dalla Sindaca Cecilia Francese, dall’Assessore all’Ambiente Carolina Vicinanza e dal Dirigente del Settore Tecnico ed Urbanistica dell’Ente, che ha potuto sedersi al tavolo della discussione. Tutti gli Enti presenti, ognuno per le proprie competenze di legge, hanno prospettato ai funzionari ministeriali, rispetto al tema posto al centro della riunione ovvero autorizzazioni e controlli sugli impianti di trattamento dei rifiuti, sia lo stato dell’arte che gli elementi di criticità.

La delegazione battipagliese

La delegazione del Comune di Battipaglia ha ribadito il livello di saturazione raggiunto rispetto al numero di impianti insediati e rispetto ai quantitativi di rifiuti trattati, rappresentando il disagio della cittadinanza e tutta la preoccupazione per la salute e la sicurezza dei cittadini anche rispetto ai fenomeni a stampo chiaramente criminale che hanno segnato la città negli ultimi anni con più roghi sviluppatisi in altrettanti impianti di trattamento rifiuti chiedendo interventi mirati che diano soluzioni al territorio e che soprattutto rispondano alle legittime preoccupazioni dei cittadini. Il funzionario del Ministero ha evidenziato l’impossibilità, alla luce del quadro normativo attuale, di intervenire sugli impianti insediati se non portando controlli più serrati. Sviluppato un ventaglio di possibili modifiche al Codice dell’Ambiente che dovranno essere valutate dai competenti uffici legislativi del Ministero, i punti sono stati discussi e stabiliti grazie alla partecipazione della parte tecnica che ha proposto particolare attenzione sui seguenti punti:

  • la introduzione, in analogia con quanto previsto dalla Legge 353/2000 e s.m.i. in materia di boschi e pascoli percorsi dal fuoco, di un divieto di insediamento di nuove attività nel settore dei rifiuti per gli ambiti colpiti da incendi, come nel caso di Battipaglia.
  • la modifica del comma 6 dell’art.208 del Codice, in modo da restituire la necessaria autonomia nella corretta pianificazione del territorio ai Sindaci e alle comunità locali.
  • l’abrogazione delle procedure autorizzative semplificate previste dall’art.216 del Codice, sprovviste peraltro di ogni forma di garanzia finanziaria in capo agli imprenditori.
  • la necessità che la Regione Campania adotti in tempi brevi il regolamento sulle emissioni odorigene ai sensi dell’art.272-bis del Codice.
  • l’introduzione della Valutazione di Impatto Sanitario in sede di rilascio delle nuove autorizzazioni in materia di trattamento rifiuti, anche alla luce delle linee guida rilasciate dal Ministero della Salute.

È stato, inoltre, sottoposto all’attenzione dei funzionari anche il protocollo d’intesa firmato nel 2002 dal Commissario Prefettizio per cercare di capire se realmente potesse rappresentare anche quello un modo per bloccare gli insediamenti. I tecnici del Ministero hanno considerato non più considerabile il protocollo d’intesa per due ordini di motivi: dapprima è un protocollo d’intenti del 2002 che non ha alcun valore senza gli atti amministrativi successivi mai consumati e necessari e, soprattutto, non è al passo rispetto all’entrata in vigore del codice dell’ambiente del 2006.

Il tavolo, su disposizione del Ministro, sarà riconvocato nelle prossime settimane per ulteriori approfondimenti.