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Battipaglia: conferenza e presentazione del libro “Psichiatria dell’adolescente”

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Battipaglia: conferenza e presentazione del libro “Psichiatria dell’adolescente”
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Aspetti clinici e metodologici della transizione dalla neuropsichiatria infantile all’età adulta illustrati dal Dr. Aldo Diavoletto

Ieri pomeriggio il salotto comunale di Battipaglia ha fatto da scenario al convegno: “Psichiatria dell’Adolescenza”, titolo del libro del Dr. Aldo Diavoletto. Tema centrale dell’ incontro culturale sono stati gli aspetti clinici e le metodologie della transizione durante l’età evolutiva psichiatrica. Tra i vari interventi degli ospiti presenti, la sindaca, dott.ssa Cecilia Francese, ha aperto il dibattito argomentando sulla fase più delicata dello sviluppo individuale: l’adolescenza. Il problema emerso nel corso della serata è la difficoltà che vivono molti, troppi pazienti portatori di bisogni speciali che passano dall’età infantile evolutiva all’età adulta senza che vi siano servizi adeguati per far fronte al loro urgente e necessario bisogno assistenziale.

Abbiamo discusso dell’argomento con il Dr. Aldo Diavoletto, psichiatra e neuropsichiatra infantile e dell’adolescenza del Dipartimento Salute Mentale dell’ASL Salerno:

Gli specialisti dell’età evolutiva e dell’adulto devono essere capaci di individuare i ragazzi a rischio e fare lavoro di prevenzione nella fase adolescenziale che rappresenta un momento di inceppo transitorio dell’evoluzione psicologica. Il nostro gruppo di Salerno in ambito psichiatrico ha organizzato due progetti molto importanti: il “Polo Adolescenti” e il servizio di “Psichiatria di Comunità” cioè un servizio di neuropsichiatria infantile legato al sociale e al concetto di comunità che si prefigge il compito di attuare l’assistenza non solo limitandosi alla visita medica ma anche attraverso il concetto di presa in carico del singolo paziente e della sua famiglia. Una sorta di accompagnamento nei diversi percorsi di vita fino al raggiungimento dell’autonomia e del superamento del bisogno clinico. Ho collaborato alla stesura di questo libro perché c’era bisogno di un manuale che raccogliesse le esperienze neuropsichiatriche sull’adolescenza attingendo lavori provenienti anche da oltralpe. L’impronta è di tipo sia psichiatrico che psicologico e fortemente declinata nel sociale. Il libro sottolinea come il lavoro clinico non può prescindere dal contesto culturale nel quale siamo immersi dove, la violenza e la velocità delle immagini dei mass media e dell’era digitale creano patologie del tutto specifiche della nostra epoca. In particolare: “tendenza al ritiro sociale” o “tendenza al consumismo veloce”. Il disagio che ne deriva può nascondere sintomi sotto soglia: questi possono sia rimanere tali e rientrare o diventare la premessa per la patologia vera e propria”.

Presenti, oltre l’autore, il Dr. Enrico Di Cerbo, specialista neuropsichiatra di salute mentale del distretto 65 al quale abbiamo chiesto la situazione nel territorio di Battipaglia:

“Come medico impegnato nell’ambito della salute mentale trovo difficoltà enormi. Qui a Battipaglia negli ultimi anni si è registrato un forte abbassamento della soglia dell’età all’accesso dei ragazzi giovanissimi al servizio psichiatrico di salute mentale e un altrettanto vertiginoso aumento di tale richiesta. Purtroppo questo aumento non corrisponde ad un miglioramento della qualità del servizio che noi, come USL, riusciamo a garantire ai pazienti. Lo stesso problema si verifica se pensiamo alla quantità degli operatori sensibili e formati in questo ambito che sono davvero pochi. È ormai diventata una sfida vera e propria l’organizzazione dei servizi che ci spinge a fare gruppo e massa critica per dare una risposta ai pazienti con queste forti esigenze. È indiscutibile che la soluzione sta nel riuscire ad interpellare e creare connessione tra le varie responsabilità in ambito sociale, sanitario e politico, indispensabile per mettere in atto le condizioni e le strutture necessarie affinché tutti coloro che vivono quotidianamente un tale tipo di disagio possano arrivare ad avere un’opportunità per esprimersi adeguatamente. Perché questi “adolescenti” non sono solo un problema ma anche una grande risorsa per la comunità”.