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Battipaglia, il Comitato: “noi alla guerra con due funzionari ed un part time”

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Battipaglia, il Comitato: “noi alla guerra con due funzionari ed un part time”

Battipaglia, l’intervista al Comitato cittadino in vista dell’evento “Io mi rifiuto”. Cucco e D’Angelo raccontano la vita ai tempi della minaccia Stir

Battipaglia è pronta per il grande evento di domani. Io mi rifiuto, organizzato dal Comitato “Battipaglia dice No” per domani mattina presso il salotto comunale, si propone di essere un grande incontro proposto dai cittadini per confrontarsi con rappresentati comunali, regionali e nazionali della politica e delle istituzioni sulla problematica ambientale in città. Nel frattempo, il portavoce del Comitato Cucco Petrone e l’attivista Lidia D’Angelo spiegano al tavolo di un bar cosa è successo (o non è successo) fino ad oggi prima di quella che, si augurano, sarà un’occasione per un concreto passo avanti.

Agosto 2017 e la lotta del Comitato

I due intervistati sono Raffaele Cucco Petrone e Lidia D’Angelo, di fretta anche in vista degli ultimi preparativi per l’appuntamento di domani mattina. L’impatto che la presa in carico di una problematica che esiste dal ’95 ma che oggi è più incombente che mai nelle vite dei due è quasi tangibile mentre spiegano cosa è accaduto dall’agosto dello scorso anno. “Il comitato vive da circa 15 mesi, è nato come momento di risposta al possibile revamping dello Stir che prevede la realizzazione di un impianto di compostaggio.”spiega Cucco Petrone“Noi non abbiamo niente contro gli impianti di compostaggio gestiti come previsto, ma chiediamo il rispetto di impegni che lo Stato e la Regione hanno preso con la città nel lontano 2002. Si decise che qui sarebbe stato creato un impianto di trattamento dei rifiuti per la Provincia di Salerno e si stabilì che questo impianto avrebbe ridotto negli anni la mole di trattamento dei rifiuti fino ad arrivare allo zero con la creazione nel corso del tempo di altri impianti situati altrove senza toccare ulteriormente la situazione della nostra città. Vogliamo che lo Stato rispetti questi patti. C’è un Protocollo d’Intesa che mette nero su bianco diverse cose che non sono state fatte e come cittadini vogliamo essere intransigenti. Corriamo il rischio di diventare il polo industriale della trasformazione dei rifiuti poiché queste aziende tendono a far sistema affiancandosi fra loro. Siamo arrivati ad avere circa 46 impianti di trattamento e trasformazione dei rifiuti. Oggi si è incendiato l’ennesimo capannone a Marcianise e non ci si vuole render conto che i roghi sono diventati la vera tecnica di smaltimento di rifiuti nel Paese. Alcuni imprenditori prendono in gestione un capannone creando l’annessa società, ricevono soldi per lo smaltimento dei rifiuti e smaltiscono pochissimo di quel carico ricevuto. Subito dopo iniziano ad accumulare fino a quando il capannone non è saturo e i rifiuti improvvisamente bruciano. E’ accaduto anche a Battipaglia e non vogliamo asserire che si tratti per forza di incendi dolosi, ma a livello nazionale ormai questa tecnica è quasi prassi e bisogna vigilare, soprattutto con una situazione come la nostra. Abbiamo impianti pubblici che dalla sera alla mattina nascono sul nostro territorio senza rispettare alcun impegno e come se non bastasse, ci sono gli impianti privati autorizzati senza una valutazione di impatto ambientale. Ad un certo punto, da cittadini abbiamo voluto metterci di traverso. Battipaglia  ha un’altra vocazione: nasciamo per l’agricoltura, la zootecnia, la produzione della mozzarella e lo sfruttamento del turismo balneare. In quest’ottica abbiamo voluto anche l’incontro di domani”.

Sulle sorti del territorio dalla notizia di quel piano regionale di gestione dei rifiuti che è arrivata ad agosto del 2017, Cucco dice: “Il piano prevedeva la ristrutturazione degli Stir e la costruzione dell’impianto di compostaggio. La situazione è ridicola perché avremmo fra le altre cose 2 impianti a 30 metri di distanza fra Battipaglia ed Eboli. E quel piano avrebbe dovuto portare alla costruzione di questa struttura che anche se venisse costruita da domani, sarebbe terminata per l’anno prossimo. L’impianto partirebbe dunque quando la pianificazione triennale della Regione sta per finire. A questo punto chiediamo di rifare il piano tenendo finalmente presente la nostra situazione fra impianti pubblici e privati. Il piano regionale dei rifiuti non può essere costruito sul singolo impianto, non si può prescindere dal privato. Abbiamo bisogno di un piano serio. Tra l’altro, due mesi fa è emerso che gli impianti Stir che godono di fondi Europei che la Regione gli ha destinato, sono autorizzati a stoccare i rifiuti così come arrivano: si imballa il tutto e parliamo praticamente di una discarica. E’ una bestialità che va contro le normative nazionali e contro quanto dice la Comunità Europea. I soldi arrivano da lì e sono dirottati in maniera impropria”.

I rapporti tra Comune e Regione

La comunicazione con la Regione sembra non procedere in alcun modo. L’ente sembrerebbe fermo sulle sue posizioni e la domanda che sorge spontanea riguarda la percezione del ruolo del Comune in una trattativa politica di importanza cruciale. “Sul lavoro del Comune dovrebbe esprimersi il Comune, appunto.” – dice Lidia D’Angelo – “A noi sembra che non ci sia alcun impegno. La comunicazione, quando c’è stata, è stata timida. Ci aspettavamo atti concreti, si parlava di guerra imminente e invece da agosto sembra si sia mosso pochissimo. Il ritardo sulla creazione dell’impianto è dovuto probabilmente a problemi che ha lo Stir, non ad un lavoro concreto dell’Ente. E presto o tardi questi problemi della struttura verranno in qualche modo risolti. Santa Maria Capua Vetere ha una situazione che somiglia parecchio alla nostra e come noi è scesa in piazza ma è stata ascoltata: cosa ha fatto allora il nostro Comune per segnalare concretamente che lo stesso principio avrebbe dovuto valere per la nostra protesta del 23 novembre? All’Ente abbiamo chiesto e proposto tanto, ma in cambio abbiamo ricevuto poco”.

Con l’arrivo del nuovo assessore all’ambiente, sembra che i rapporti non siano attualmente più proficui. “Con Vicinanza al momento c’è stata poca comunicazione. Vuole partire dal piccolo e va bene, è amministrazione ordinaria. Ma sulle nostre teste incombe una minaccia” spiega D’Angelo. Cucco coglie la palla al balzo e fa una battuta. “Se ti piove in casa, non inizi cambiando le tende della cucina. Partire dal piccolo è secondo me impensabile”. Dall’assessore si torna nuovamente ai rapporti del Comune con la Regione. L’ipotesi è che dopo tanti anni di commissariamento, l’Ente abbia paura di inimicarsi la Regione e di non ricevere più fondi per lavorare su una serie di situazioni scomode per la città vista la lampante mancanza di soldi nelle casse di Palazzo di Città. Cucco non ci crede completamente e spiega la timidezza dell’Ente facendo appello ad una serie di fattori. “Secondo me si tratta anche di un’incapacità di gestione del problema. L’Ufficio Ambiente ha due persone ed un collaboratore part time. Se mi dichiarano guerra, questo non può essere un esercito. Non si può stare a posto con se stessi con delle denunce contro ignoti. Una battaglia di questo genere va combattuta su diversi fronti. Si parte dal frangente giuridico: ogni tre giorni si va a controllare tutti gli impianti sul territorio. Ci si deve metter di traverso alla situazione scomoda. L’unica reale azione è stata un ricorso sbagliato poi dall’Ufficio Legale del Comune. Sul piano organizzativo si aveva la rassicurazione dalla Regione per la creazione di un subambito di gestione dei rifiuti sulla Piana del Sele gestito dai diversi comuni. Dov’è ora questo subambito? A distanza di sei mesi è lettera morta. Sugli altri piani nessuno si muove, ma ci si aspetterebbe almeno una mossa sul piano politico. Un confronto serio. Si chiarisce la situazione alla Regione e si fa presente che il Comune vuole mettersi di traverso rispetto a quanto accade. Questo comprende, perché no, anche una serie di gesti simbolici. Sarebbe bastato anche solo un consiglio comunale davanti allo Stir. O ancora, si potevano creare problemi ai comuni che portano qui i rifiuti: bastava fare un’ordinanza per cui la spazzatura può circolare solo dalle 4 alle 6 di mattina. Si rifiuta una collaborazione col nemico se lo si ritiene tale. Oppure l’alternativa è aprire una trattativa. Il punto è che la Regione ha il coltello dalla parte del manico con la situazione fondi. Sembra quindi che si tratti di un avversario che non si vuole affrontare. Se la scelta è però di questo tipo ed è politica, basterebbe dirlo. Si comunichi ai battipagliesi che si punta a limitare il danno accettando la situazione, ma si dica anche alla Regione che le condizioni le detta la città. Saranno i cittadini in seguito a valutare se la cosa sta a loro bene. Se questa è stata la scelta dell’amministrazione, è stata gestita male. Temo si tratti più di una forma di vigliaccheria rispetto allo strapotere dell’interlocutore. L’amministrazione non gestisce di fatti neppure una resa”.

“Miasmi? Colpa di Eboli”: i timori del Comitato

Proviamo a chiedere delle ultime dichiarazioni della sindaca in merito ai miasmi che sono stati attribuiti ad Eboli. Secondo la D’Angelo, l’impianto è fatto male e asserisce che la conferma è arrivata anche da Bonavitacola. Sia lei che Cucco sostengono però che il problema non sia solo un impianto. “E’ anche Eboli, ma non solo Eboli” dicono subito. Lodano l’iniziativa delle centraline del Rotary e tornano sui dati che sono emersi dalle analisi: l’inquinamento raggiunge picchi elevatissimi di notte. “Eboli è il colpevole noto, ma non è esattamente così. Eboli non lavora di notte. Qualcuno si nasconde dietro un colpevole acclarato ed è questa la paura. Bisognerebbe capire cosa accade di notte. E’ l’Ente pubblico a dovercelo dire, a dover indagare. Il picco in tutte le città d’Italia o quasi è in mattinata e la sera, quando si ritorna dal lavoro. Invece qui parliamo delle 2 o delle 3 di notte e nessuno ce lo spiega o cerca di spiegarselo. Controlli da parte del Comune? Non ne sappiamo niente. Abbiamo chiesto una task force notturna ma non abbiamo notizie di operazioni del genere. Poi magari stanno lavorando in gran segreto insieme a Sherlock Holmes” concludono con un sorriso. 

La vicenda in Tribunale

La vicenda miasmi tiene banco anche in Tribunale, anche fuori dalle mani del Comune. La testimone è Lidia, che il 5 ottobre è stata chiamata a raccontare la sua versione dei fatti in un processo che vede coinvolto un privato che ha citato in giudizio lo Stir e l’impianto di Eboli a causa delle condizioni di vita seriamente compromesse dall’aria insalubre. Legambiente ha affiancato il privato costituendosi parte lesa e nell’udienza specifica, il giudice ha cercato di stabilire se fosse necessaria o meno la presenza di un consulente tecnico. La risposta è sì. “Non ho potuto fornire la mia versione dei fatti” – spiega Lidia – “perché il giudice non lo ha ritenuto più necessario davanti all’oggettività dei fatti. Il consulente tecnico ora affiancherà il consulente chiamato dal privato e da Legambiente nelle verifiche sugli impianti. Il problema è che il tutto si verificherà di giorno e si constaterà solo l’effettiva efficienza della struttura. Di notte la situazione resta incontrollata. Per quanto riguarda questa vicenda, il Comune ha stabilito dei contatti con il Tribunale, ma non ne sono certa. Venerdì 5 ottobre non era presente. Mi auguro che le cose cambino anche su questo frangente”.

“Io mi rifiuto”, l’incontro di domani

Finalmente si arriva a parlare dell’incontro di domani. L’aspettativa è alta, l’organizzazione è febbrile e tutti sono stati chiamati a partecipare. “L’incontro sarà con tanti esponenti politici, speriamo in un passo avanti. Proporremo le nostre idee nella speranza che vengano accolte. Sentiamo forte l’assenza dello Stato, eppure Battipaglia è un territorio problematico, quasi di guerriglia per la criminalità. Ci sono state per il momento delle interrogazioni parlamentari sulla questione ambiente cadute però nel niente. Domani parleremo anche della situazione Stir, abbiamo lavorato anche nell’organizzazione dell’evento con tante associazioni per elaborare delle proposte. Tante persone hanno voglia di lavorare insieme a noi sul territorio, basta raccogliere quanto proponiamo. Certo, sentiamo l’assenza del Ministro dell’Ambiente, ma facciamo un passo alla volta”.

Quando i due portavoce ci salutano, si lanciano nuovamente in discussioni sugli ultimi preparativi per domani. L’aria è elettrica nonostante la situazione sia ferma e almeno domani, non puzzerà di spazzatura.