Home Territorio Baronissi Piccole variazioni sul tema

Piccole variazioni sul tema

0

Prendiamo un comune di poco superiore ai 15.000 abitanti, non tanto grande da meritare le ribalte della cronaca nazionale sia chiaro, ma comunque animato da una querelle politica intrisa di astio e partigianeria

a cura di Lucio Schiavone

Di certo non il più grande della Valle dell’Irno, il Comune di Baronissi ha vissuto da sempre una certa passione politica, capace di dividere famiglie e creare inimicizie come, se non di più, di quanto accada in contesti più grandi.

Dividiamo il Comune in nove frazioni e poniamolo al confine con la Salerno dei Big, su di una collina che domina la Valle, con un convento (il Santissimo Salvatore) piazzato nel punto più alto a mo’ di vedetta.

Una diatriba, una contesa se vogliamo, per appassionare e riscaldare gli animi; necessità più che d’interessi contrastanti, di personaggi che se ne rendano protagonisti, pronti a sguainare la spada e fronteggiarsi aspramente, sempreché il calcolo e l’occasione non la rendano infruttuosa.

E allora, nemici giurati, alla Tom e Jerry per intenderci, sempre da lati opposti della barricata, improvvisamente si ritrovano a condividere le stesse trincee, a difesa di posizioni conquistate con fatica, sotto il frastuono d’indignazioni urlate a gran voce in conferenze stampa auto-convocate e a dichiarazioni faxate ai giornali.

Abbiamo parlato di piccole variazioni sul tema nel titolo, variazioni sempre decantate e mai realizzate, il motivetto che si ripete a mo’ di loop è lo stesso più o meno da venti anni e vede un sindaco avversato da ogni lato e un numero variabile di contendenti, equamente suddivisi tra chi è realmente intenzionato a sfilare la proverbiale corona e chi invece usa la candidatura come una donazione obnuziale, confezionando al primo turno la Dote che sarà poi consegnata al ballottaggio al miglior offerente.

Nulla di nuovo in effetti, se non fosse che per la composizione degli schieramenti, quest’anno il più grande dei competitor ha deciso di schierare la fanteria pesante per tentare di scalfire la coltre di transfughi democratici andati a rimpinguare le schiere dei micro-partitini del panorama campano del nuovo centrodestra.

Sia ben chiaro, non sia mai detto che a una tornata elettorale sulle schede possa mai campeggiare un simbolo di partito, altro schema ormai andato in loop vuole i partiti più o meno tutti, nascondersi sotto un’accozzaglia di liste civiche da nomi variegati e da simboli variopinti, da resuscitare a ogni scadenza elettorale prima di finire in cantina per la vigenza del mandato elettorale.

Abbiamo parlato di tutto senza toccare nessun argomento in particolare, le carte sono in tavola e restano semi-scoperte, ai giocatori più esperti l’annoso compito di tirare le somme, quello che ci premeva veramente descrivere è la situazione della parte più importante del nostro racconto: prendiamo ora gli oltre 15.000 abitanti di quel comune vedetta in odore di città; ben lungi dal voler indirizzare le preferenze per l’una o per le altre (?) parti in gioco l’augurio è che ci si presenti tutti nelle urne per decidere secondo coscienza, mettendo finalmente da parte tutto il resto.

Buon voto