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Baronissi, Cia Irno contro l’amministrazione per il Regolamento della Consulta

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Baronissi, Cia Irno contro l’amministrazione per il Regolamento della Consulta
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Consulta comunale delle Attività Produttive, l’amministrazione vuole modificare il regolamento, la Cia Irno non ci sta

Baronissi, la nota arrivata alla nostra redazione da parte dell’associazione Cia Irno riguardo le modifiche del regolamento della Consulta.

Oggetto del contendere è l’articolo 5 sexies del Regolamento della Consulta che, in base ai cambiamenti al voto nel prossimo Consiglio comunale, non consentirebbe a chi ricopre incarichi di carattere politico, amministrativo o di rappresentanza, di far parte del Consiglio della Consulta. Tra i sette nomi candidatisi alle elezioni, che avrebbero dovuto tenersi a breve, ci sono quelli di Tony Siniscalco (segretario Lega Baronissi) e Francesco De Vivo (segretario Lega giovani Baronissi).

“Si tratta – dice Siniscalco in qualità di Vice Presidente della Cia Irno – di un’azione discriminatoria che lede il diritto all’uguaglianza, impedendo l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese, come previsto dagli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione.
Non sempre è possibile modificare ciò che non ci aggrada e a questo i padri costituenti fortunatamente pensarono bene, quando blindarono i principi cardini della costituzione. Nostra intenzione è tutelare tutto il comparto del commercio, per questo chiediamo il ritiro delle modifiche e che sia consentito il normale svolgimento dell’attività dell’assemblea e delle elezioni. Questa sarebbe democrazia”- conclude Siniscalco.

Uniti e coesi tutti i rappresentanti dell’associazione Cia Irno sono pronti a procedere legalmente nel caso dovesse essere approvato in Consiglio comunale il punto all’ordine del giorno sulle modifiche al regolamento della Consulta. Ogni passaggio di questa vicenda è stato rappresentato con documenti alla mano. Dalla richiesta inviata dall’associazione all’amministrazione per la costituzione della Consulta comunale, alla presentazione delle candidature protocollata a firma congiunta da parte dei sette candidati.

“Abbiamo fatto un ragionamento unitario inserendo una rappresentanza di ogni ambito, mettendo da parte ideologie personali, per il bene collettivo e con l’impegno di lavorare per la rinascita del commercio” spiega il presidente Cia Irno Domenico De Vivo.

Sette candidati per sette membri del direttivo che dimostra l’unità dei commercianti in questo momento così delicato che, una volta eletti, avevo scelto di confluire su Tony Siniscalco come presidente della consulta. Tra i documenti esibiti c’è anche la presa d’atto del sindaco sulle candidature in cui sottolinea che “la composizione del Consiglio della Consulta, composta da membri che ne hanno i requisiti previsti dalla legge, è rimessa, a termini di regolamento, al voto dell’Assemblea che a breve sarà insediata da questo Comune”. Sembrava, dunque, tutto in regola invece, è arrivata la delibera di giunta con la quale si intende modificare il regolamento per escludere chi ricopre incarichi politici”

Ovviamente, alla delibera di giunta segue la convocazione della commissione statuto e regolamenti e del Consiglio comunale, previsto per il 19 marzo. Assise nella quale si voterà anche la modifica dell’articolo 5 sexies.

A questo punto, inevitabile l’ultimo atto, quello dei commercianti di Baronissi che, stamattina, su iniziativa di Filippo Tura, componete del direttivo della Cia Irno e iscritto alla consulta, hanno protocollato un documento con il quale chiedono l’immediato ritiro delle modifiche e che sia consentito il normale svolgimento dell’attività dell’assemblea e le elezioni. Ricordano pure che sono state già protocollate le candidature cui ha dato seguito la risposta positiva del sindaco, “perciò risulta inspiegabile una proposta di modifica dei regolamenti ad elezioni in corso”. Inoltre si dichiarano disponibili a discutere di ogni proposta di modifica futura del regolamento ma una volta insediato il Consiglio della Consulta. In caso contrario quella stessa lettera varrà come dimissioni immediate dall’organo in questione. I firmatari sono venti su ventitrè, praticamente tutti. A concludere Filippo Tura si dice “basito” sia per quanto riguarda il metodo che il merito, considerando l’azione dell’amministrazione come “una ingiustificata ingerenza che lede i diritti della democrazia”.

Ora si attendono risposte dall’attuale amministrazione per il bene del commercio.