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Baronissi, addetti allo spazzamento senza stipendio: la denuncia

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Baronissi, addetti allo spazzamento senza stipendio: la denuncia

Gli addetti allo spazzamento di Baronissi alzano la voce: «Chiediamo il pagamento degli arretrati e la riorganizzazione del lavoro»

«Urge una riorganizzazione del lavoro, oltre al pagamento degli stipendi arretrati». E’ il monito degli addetti allo spazzamento nel Comune di Baronissi, lanciato nel corso dell’assemblea tenutasi in mattinata per discutere delle difficili condizioni in cui sono costretti a operare.

Nel mirino una società che gestisce il servizio nella cittadina della Valle dell’Irno, sotto accusa per il mancato versamento delle mensilità a partire da dicembre e una serie di altre lacune.

I 24 dipendenti, che hanno avuto un faccia a faccia con l’assessore Alfonso Farina, si apprestano a interpellare il prefetto di Salerno e l’ispettorato del lavoro, invocando la risoluzione del contratto.

Le parole di Angelo Rispoli:

«Nonostante l’azienda abbia incassato le rimesse da parte del Comune di Baronissi, circa 150mila euro mensili, per il servizio di spazzamento e della raccolta dei rifiuti, a tutt’oggi non ha volutamente provveduto a pagare le spettanze dei lavoratori da dicembre 2019 – attacca Angelo Rispoli della FiadelUna situazione molto grave che ricade su tutte le famiglie dei lavoratori che da qualche giorno devono anche fronteggiare le azioni vessatorie di finanziare per mutui o prestiti concessi e non onorabili per detta incresciosa situazione. Il tutto – precisa – avviene in una realtà cittadina virtuosa, dove il Comune di Baronissi onora da sempre il canone previsto del contratto d’appalto per i servizi assicurati da lavoratori responsabili e qualificati».

Il sindacato rileva anche altri problemi, legati ad esempio «all’isola ecologica, dove non esiste un piano di sicurezza a fronte di una situazione di rischio reale anche dal punto igienico. Da mesi l’azienda in questione ha sospeso il servizio di pulizia dei bagni e dei locali dove i lavoratori sostano dopo lunghe giornate di lavoro. Le denunce riguardano inoltre il parco macchine inadeguato al lavoro da svolgere come l’igienizzazione dei cassoni per il carico e scarico dei rifiuti, la concessione delle ferie, il diritto negato per il godimento della legge 104/1992, la monetizzazione dello straordinario e la corretta e legale registrazione delle presenze dei lavoratori oltre alla dovuta registrazione delle maestranze “importate da fuori” per far fronte alle momentanee carenza di organico del personale in servizio che restano il punto da potenziare, oltre che inquadrare correttamente nei livelli economici/occupazionali maturati».

In sintesi, dall’assemblea è emersa la richiesta di «una riorganizzazione del lavoro e la concessione della busta paga. I lavoratori, esasperati ma determinati, chiedono di attivare tutte le forme di forte rivendicazione sindacale affinché si metta fine ad una disonorevole situazione con il pagamento degli stipendi arretrati e la soluzione definitiva dei problemi evidenziati che si ritengono molto gravi».