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Apre a Firenze la casa degli attivisti digitali

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Apre a Firenze la casa degli attivisti digitali

A Firenze, in questi giorni, si è inaugurata la prima casa per gli attivisti digitali provenienti da tutto il mondo. Il progetto è stato voluto dal Robert F.Kennedy Center, e dal suo presidente Kerry Kennedy, figlia del senatore Robert. I protagonisti sono tutti quei giovani dissidenti e persone involucrate nella lotta per i diritti umani che usano la tecnologia per diffondere un pensiero e una consapevolezza. Un luogo, quindi, predisposto all’incontro multietnico digitalmente attivo.

I social network e le nuove tecnologie rappresentano una fonte essenziale e innovativa di sviluppo e diffusione di battaglie per i diritti umani. Durante l’inaugurazione della casa il presidente Kerry Kennedy mette in risalto come i canali social siano stati fondamentali nella primavera araba, e come lo sviluppo di alcune app stiamo cambiando il modo di lottare in Uganda.

La struttura che ospita il progetto è la stessa dove ha sede anche la Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights Europe, unica sede fuori dagli USA del centro che promuove i diritti umani globali.

Sono le Murate, un complesso architettonico che fino al 1985 è stato il carcere di Firenze, e prima ancora monastero di clausura delle monache dette appunto “murate”. Il progetto di recupero del complesso delle ex-carceri fu poi pianificato dall’architetto Renzo Piano, e dal 2004 ospita appartamenti residenziali pubblici, oltre che luogo espositivo, associativo e d’ incontro giovanile. La spinta e il desiderio del presidente Kerry Kennedy e del sindaco Renzi sono quelli di trasformare la struttura da luogo di sofferenza a luogo di libertà.

Lo spazio complessivo del progetto è formato da dodici camere della “RFK International House of Human Rights”, due sale per meeting ed esposizioni, oltre ad altri spazi adibiti a diverse attività, dove verranno appunto ospitati gruppi di attivisti digitali.

L’obiettivo del centro è quello di funzionare come luogo internazionale di incontro, dibattito, formazione, investigazione e diffusione sull’utilizzo dei social media e delle nuove tecnologie per la promozione dei diritti umani; organizzando eventi, workshop, meeting tra attivisti e organizzazioni che operano nel campo dei diritti umani e delle nuove tecnologie.

Le parole del presidente Kerry Kennedy rendono l’idea chiaramente attuale e necessaria: “Siamo fermamente convinti che attraverso il confronto diretto tra i protagonisti sia possibile promuovere in ogni angolo del mondo la cultura della promozione dei diritti umani. E’ bello pensare che uno degli attori del movimento per i diritti umani del Pakistan e un attivista sudamericano possano scambiarsi consigli, condividere esperienze e diventare ancora più efficaci e sicuri”. –fonte LaRepubblicaFirenze.it-