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Antonio Ilardi lascia l’Aeroporto: “Urge soluzione”

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Antonio Ilardi lascia l’Aeroporto: “Urge soluzione”

Antonio Ilardi lascia la vicepresidenza del Consorzio Aeroporto di Salerno: il gesto serve a porre l’accento sull’urgenza di attivare quella che definisce “un’opera strategica”

Antonio IlardiL’ingegnere Antonio Ilardi molla. Il vicepresidente della Camera di Commercio di Salerno chiede di non essere riconfermato come vicepresidente del Consorzio Aeroporto di Salerno e Pontecagnano “quale segno di rispetto nei confronti del Consiglio Camerale che sarà convocato per deliberare sul tema. Dopo due anni di impegno intenso e appassionato, mi auguro che tale decisione possa concorrere a richiamare l’urgenza di quest’opera così strategica per il Territorio: l’unica in grado di determinarne una stabile svolta economica“.

Nell’intervista rilasciata al responsabile delle relazioni esterne della Camera di Commercio, le motivazioni di Antonio Ilardi appaiono ancora più chiare:

Ingegnere, perché ha deciso di lasciare la vicepresidenza del Consorzio Aeroporto di Salerno-Pontecagnano?

Per richiamare sull’infrastruttura una attenzione costruttiva delle Istituzioni, delle forze politiche e sociali, dell’opinione pubblica. È un momento decisivo, serve il sostegno di tutti.

Si sente, innanzitutto, di tracciare un bilancio “di periodo”?

Certamente. Basta citare una circostanza che dà conto e ragione al nostro impegno. Due anni fa l’Aeroporto di Salerno era a rischio cancellazione. Nessuno avrebbe scommesso un euro sulla sua presenza nel Piano Nazionale Aeroportuale, a tutto vantaggio dell’Aeroporto di Grazzanise. Oggi, grazie all’impegno di quanti ci hanno preceduto e alla tenacia di questo consiglio di amministrazione, Grazzanise è, di fatto, rinviato al futuro e non è più configurato in alternativa a Salerno. Il nostro Aeroporto, invece, è stabilmente indicato, sia dal cosiddetto Piano Passera che da quello dell’attuale Ministro Lupi, come Aeroporto di interesse nazionale. Mi pare un ottimo risultato ed uno splendido viatico per il futuro.

Di chi il merito?

Il merito va ascritto a chi ha lavorato per lo sviluppo dell’iniziativa, ed in particolare a quanti, pur facendo parte di organi importanti, si sono impegnati in maniera totalmente gratuita. Una menzione particolare va, ovviamente, ai due enti che negli ultimi tre anni hanno assicurato la maggiore contribuzione: la Camera di Commercio e la Provincia. Senza di loro l’Aeroporto non esisterebbe nemmeno in prospettiva: sarebbe già oggi chiuso e dimenticato.

Quali difficoltà intravede oggi?

Ho assunto questo ruolo in una fase finanziaria delicatissima. All’inizio del 2012 il Consorzio vantava crediti, quasi tutti da enti pubblici, per 5 milioni di euro. Oggi, grazie all’incessante azione posta in essere dal consiglio di amministrazione, ne abbiamo recuperato circa il 50%, riuscendo così a garantire la prosecuzione dell’iniziativa. Per tutti abbiamo azionato procedure di recupero coattivo, senza fare alcuna distinzione di “colore politico” tra le amministrazioni debitrici. Ciononostante, la resistenza di taluni soci, ancor oggi morosi, sta creando enormi difficoltà nell’incasso di importi rilevanti. Basti pensare che il solo Comune di Pontecagnano deve ancora corrispondere al Consorzio circa 1.400.000,00 euro, oltre spese ed interessi. È davvero paradossale: il principale beneficiario dell’infrastruttura ne è anche il maggiore debitore, nonché uno dei principali fattori di rallentamento! Con queste incertezze non si può esercitare un ruolo amministrativo né è possibile programmare alcun investimento.

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Perché nessun privato si fa avanti ?

Abbiamo non solo ideato ma anche dato concreta attuazione ad una procedura di privatizzazione precedentemente solo annunciata, ma mai effettivamente praticata. Nonostante i proclami, era, infatti, in realtà molto diffusa la tentazione di improvvisarsi gestori aeroportuali rischiando soldi pubblici. Tuttavia, sebbene sia stata ricevuta un’offerta da un gruppo imprenditoriale estero molto importante, abbiamo dovuto constatarne l’inammissibilità in quanto condizionata dall’enorme diffidenza degli investitori nei confronti dell’Italia e delle sue regole ormai anacronistiche. Tutti i dati, del resto, attestano che tale fenomeno non accenna ad invertirsi.

Ma nel caso specifico c’è anche di più. Il diluvio di ricorsi intentati dalla Gesac nel corso degli ultimi dieci anni, ben 19, per citare solo i contenziosi amministrativi, rende diffidenti gli investitori o ne scoraggia addirittura l’arrivo. D’altro canto, chiunque abbia letto gli atti ben comprende l’assoluta artificiosità delle argomentazioni addotte. Credo sarebbe, quindi, necessario che le autorità aeronautiche verifichino i reali motivi di tale atteggiamento. E credo che uno Stato serio avrebbe il dovere di verificare se sia possibile che un suo concessionario, quale è Gesac, convenga in giudizio lo stesso Stato che intende realizzare una infrastruttura “concorrente”. Tra l’altro mi giunge notizia dell’esistenza di relazioni tecniche sulla situazione dell’Aeroporto di Capodichino, non particolarmente rassicuranti. Di fronte a questi fatti o i soci del Consorzio, il Consorzio e la Società di Gestione agiscono con fermezza o verranno fagocitati dalle circostanze. Io sono per un approccio energico e combattivo. Senza questo non sarò della partita.

Dunque lei è contro la Gesac?

Assolutamente no. Io sono contro chiunque tenti di impedire che entri in funzione l’Aeroporto di Salerno. Sono, viceversa, “a favore” di chiunque partecipi al Bando in corso, Gesac inclusa, assumendo l’obbligo di dare attuazione al piano degli investimenti. La selezione, ove dovesse esserci, sarà poi compito di una commissione tecnica di assoluta garanzia. La verità è che dopo la promulgazione del Bando, non ci sono più alibi. Chi vuole sviluppare l’Aeroporto di Salerno può farlo liberamente candidandosi alla procedura di evidenza pubblica. Al contrario, non partecipando, si avvalora la tesi che qualcuno voglia oggi sfuggire dall’obbligo di realizzare l’Aeroporto, acquisendolo, eventualmente un domani, senza alcun impegno e trasformandolo in una sorta di “parcheggio”.

Sono realistiche le prospettive di ampliamento della compagine consortile ?

La prospettiva dell’ingresso nella compagine consortile della Regione Campania e della Regione Basilicata è stata costruita in questi mesi con grande dedizione e serietà. Oggi, è percepibile una volontà reale sia da parte del Presidente Caldoro che da parte del presidente Pittella. Del resto, per entrambe le Regioni la prospettiva dell’Aeroporto di Salerno è assolutamente strategica: per la Basilicata significa sottrarsi ad una condizione di oggettiva perifericità geografica, per la Campania significa costruire un sistema che consenta di potenziare enormemente lo sviluppo turistico. La decisione deve, però, essere rapidissima. Entro fine luglio. Solo in questo modo una compagine istituzionalmente più forte potrà far valere le ragioni della coesistenza dei due aeroporti campani a servizio della Campania e della Basilicata. E solo in questo modo i potenziali investitori potranno avere chiaro che esiste un accompagnamento istituzionale più alto ed autorevole. Altre vie non esistono.

Il suo immediato futuro nell’iniziativa ?

Nell’immediato futuro non farò mancare al presidente Arzano e al presidente Fasolino la mia completa e totale collaborazione quale componente del consiglio di amministrazione. Se si tratterà di andare in battaglia per difendere gli interessi di Salerno, io ci sarò sempre e con ancora maggiore vigore.

 

Ci lascia un auspicio per l’Aeroporto ?

Che si determini una grande coesione territoriale a sostegno dell’iniziativa aeroportuale: l’unica – lo ripeterò fino alla noia – in grado di determinare una stabile svolta economica della nostra provincia. Ambirei che tutte le Istituzioni locali, in primo luogo il Sindaco di Salerno, insieme al Presidente della Provincia, sottoscrivessero, unitamente alla deputazione nazionale e regionale salernitana, un invito forte e chiaro al Governo affinché a sblocchi i fondi e il decreto di concessione definitiva. Non so se resterà un sogno di mezza estate. Ma sarebbe un bel sogno.

Un gesto forte, quello di Antonio Ilardi, destinato a sollevare un nuovo polverone sul destino delle deserte piste dell’Aeroporto di Salerno.