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Amalfi, l’inaugurazione della fontana di Sant’Andrea restaurata

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Amalfi, l’inaugurazione della fontana di Sant’Andrea restaurata

E’ ritornata più bella che prima la fontana di Sant’Andrea, simbolo della città di Amalfi insieme con il maestoso duomo dedicato all’apostolo

Alla vigilia della festa patronale del 30 novembre, Amalfi restituisce il complesso agli amalfitani e al pubblico sempre più numeroso di visitatori che affolla ogni anno la storica città marinara.

«In questo monumento rivivono tutte le tradizioni e le fedi degli amalfitani. Siamo felici di averlo restituito alla città in tutto il suo splendore grazie alla volontà della mia amministrazione comunale e in particolare all’assessore ai beni culturali, Enza Cobalto» ha detto il sindaco Daniele Milano, parlando a una piazza gremita, poco prima dell’inaugurazione della fontana impreziosita da un nuovo impianto di illuminazione.

«Il momento tanto atteso è arrivato in occasione della festa del nostro santo patrono restituiamo alla città di Amalfi la fontana di Sant’Andrea restaurata e con una nuova veste grazie al nuovo impianto di illuminazione che da oggi la caratterizzerà. Sono stati due mesi di intenso lavoro non semplice visto il luogo in cui è collocato. E per questo voglio ringraziare tutti coloro che hanno sopportato con pazienza il disagio di avere un cantiere in una piazza bella e delicata come quella di Amalfi – ha poi aggiunto il primo cittadino – Questo lavoro sapiente e delicato si è svolto sotto l’occhio attento della Soprintendenza di Salerno in particolare dalla nostra funzionaria di zona, la storica dell’arte Lina Sabino, accompagnata nel lavoro dall’architetto Diego Guarino. Con il cantiere a vista della fontana tutti hanno detto qualcosa partecipando con affetto e trasporto a quest’opera di restauro».

«La fontana restaurata non solo decora lo spazio monumentale dominato dalla chiesa cattedrale apprezzata in tutto il mondo ma costituisce anche una sosta per i cittadini e i turisti che desiderano dissetarsi – ha detto l’arcivescovo Orazio Soricelli prima di procedere alla benedizione del complesso monumentale restituito alla città – L’acqua è un elemento prezioso nella cita dell’uomo e nel linguaggio biblico simboleggia la grazia divina. I nostri antenati nel costruire questa fontana avranno immaginato che attingendo da essa potessero estinguere la loro sete e nello stesso tempo sperimentare la protezione dell’apostolo Sant’Andrea»

La fontana di di Sant’Andrea, nota anche come fontana del Popolo, ripropone in una forma semplificata i canoni barocchi espressi in esempi più complessi dalle coeve fontane del parco di Capodimonte. La statua del santo protettore di Amalfi, raffigurato con la croce del martirio, si erge al di sopra di un basamento intorno al quale sono collocati quattro angeli-puttini alati con grandi pesci che fanno fuoriuscire dalla bocca getti d’acqua.

Ad una diversa cronologia, materia, qualità formale e stilistica appartengono invece le sculture presenti sul fronte principale. Si tratta di un satiro, comunemente conosciuto come il «pulicano», una sirena bicaudata ed un rapace scolpiti mirabilmente su di un raffinato marmo bianco di Carrara, tutti riconducibili al XVI secolo.

Il progetto di restauro che prevedeva, inizialmente, il solo intervento conservativo ed estetico, è stato esteso anche all’impiantistica interna al monumento. Questo perché, in corso d’opera, è stato rilevato come le grosse disconnessioni tra le lastre marmoree che cingono la fontana fossero causa della fuoriuscita di acqua lungo il perimetro. Ne è scaturito un parziale smontaggio a seguito del quale si è potuto constatare che il vetusto impianto idrico – costituito da tubi di piombo – doveva essere sostituito con sistemi moderni e più consoni a garantire la salute pubblica e a salvaguardare la conservazione della materia scultorea.

Il progetto di restauro, finanziato dal Comune di Amalfi e realizzato dalla Acf Restauri sotto l’attenta supervisione dei funzionari collaboratori della Soprintendente Francesca Casule, ha previsto quindi, oltre al ripristino e il miglioramento dell’erogazione idrica, la realizzazione di  un’illuminazione scenografica per esaltare i giochi d’acqua.

Il restauro, eseguito sotto la direzione scientifica di Lina Sabino e la direzione tecnica di Diego Guarino, ha fornito l’occasione per acquisire nuovi dati che hanno consentito di approfondire la conoscenza del celebre monumento impiantato ai piedi della grande scalinata del Duomo nel 1757 e poi trasferito nell’attuale posizione nel 1869 a seguito dei lavori di rifacimento della piazza.