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L’albero della Cuccagna all’Università di Salerno

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L’albero della Cuccagna all’Università di Salerno

L’ albero della Cuccagna di Costas Varotsos al Campus di Fisciano. Sarà inaugurato lunedì 22 febbraio 2016 ore 12.00.

[ads1]Una mostra diffusa in tutta Italia, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia che coinvolge 45 artisti, scelti dal critico d’arte Achille Bonito Oliva per realizzare opere ispirate al tema arcaico dell’albero della cuccagna, simbolo di gioia e prosperità, ma anche della fatica e dell’impegno indispensabili a ottenerle.

Un grande progetto espositivo dislocato su tutto il territorio italiano. Con il patrocinio di EXPO 2015, con la collaborazione del MiBACT e del Programma sperimentale per la cultura Sensi Contemporanei dell’Agenzia per la Coesione Territoriale

Costas Varotsos aderisce al progetto nazionale “L’abero della cuccagna. Nutrimenti dell’arte” curato da Achille Bonito Oliva con “Orizzonte Due”,  imponente opera in acciaio e vetro (l 34 m – h 10 m) che l’artista greco ha donato al Campus di Fisciano dove, da alcuni decenni, è situata l’Università degli Studi di Salerno. Il Campus di Fisciano conferma così la sua attenzione all’arte e all’architettura contemporanea, collocando ad uno dei suoi ingressi, la scultura permanente di Varotsos che segna il nuovo orizzonte dell’università campana.

albero cuccagna unisa
Foto lavori

Come scrive nel catalogo generale, edito da Skirà, Maria Passaro (professore ordinario di Storia dell’arte contemporanea eresponsabile scientifico del progetto di Ateneo): «L’ albero di Costas Varotsos è orizzontale, come sono orizzontali certi alberi della cuccagna di antica tradizione.  Quello di Varotsos è un nastro in acciaio ondulato, snello e sinuoso. Strisce di vetro riempiono, come acqua nei vasi, le curve che toccano la terra. L’acqua è un chiaro riferimento alla terra, da cui ogni albero trae alimento. Un’acqua simbolica o “nutrimento spirituale” per usare le parole di Varotsos, che raggiunge la stessa altezza nelle due curve creando, per l’occhio, una linea retta: un orizzonte. A ben guardare, l’opera offre più orizzonti. Perché c’è anche quello della scultura che è dinamica, flessuosa, che ha l’andamento di un tratto di curva.

Orizzonti, dunque, capaci di collegare l’indeterminato e il determinato, il finito e l’infinito. “Orizzonte Due” si pone come un elemento del paesaggio mostrando l’interazione con il luogo. Infatti, non impedisce allo sguardo di andare oltre. La luce scorre sulle superfici trasparenti rendendole, a loro volta, diffusori luminosi, grandi amplificatori di luce. Al di là dei vetri si schiudono spazi senza limite, “spazi al di là della quiete” scriveva Leopardi riferendosi al futuro. E al futuro guarda anche Varotsos. Un futuro a più orizzonti, simbolo della ricchezza inesauribile e inquietante della realtà».

L’opera di Costas Varotsos al Campus di Fisciano segna una nuova importante tappa “dell’Albero della Cuccagna. Nutrimenti dell’arte” di Achille Bonito Oliva in Campania, dopo le installazioni a Napoli di Marco Bagnoli al Museo Madre, Maurizio Elettrico a Castel Sant’Elmo, Luigi Ontani al Museo Archeologico Nazionale, Paul Renner alla Vigna San Martino/Fondazione Morra, Lorenzo Scotto di Luzio alla Fondazione Morra Greco e di Matteo Fraterno ed Emiliano Maggi alla Certosa di Padula (Sa).[ads2]