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Addio al Prof Francesco Saverio Festa, il cordoglio della comunità accademica

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Addio al Prof Francesco Saverio Festa, il cordoglio della comunità accademica

Dolore e sgomento per l’improvvisa scomparsa del Professore Francesco Saverio Festa. Il cordoglio degli studenti e della comunità accademica

Un docente, un intellettuale stimato, per molti studenti un compagno di viaggio. Il Professore Francesco Saverio Festa è scomparso improvvisamente lasciando dolore e sgomento tra quanti lo conoscevano: colleghi, studenti e concittadini avellinesi. Insegnava Storia della Filosofia Politica all’Università degli Studi di Salerno.

Da tutti era conosciuto come “il ragioniere” appellativo che preferiva di gran lunga a quello di “Professore”. Aveva 71 anni. Nella giornata di ieri è stato ritrovato privo di vita nella sua abitazione ad Avellino. Probabilmente è stato colpito da un malore. A lanciare l’allarme sarebbe stato proprio uno dei suoi studenti preoccupato perché non aveva sue notizie da alcuni giorni. Proprio lui che non saltava una lezione senza premurarsi di avvisare i suoi corsisti. Più di 40 anni di insegnamento sempre al servizio “dei suoi ragazzi”, della ricerca scientifica, della riflessione critica che alimenta il pensiero. Un professore sui generis, famoso per i suoi aneddoti divertenti e a tratti grotteschi, per la sua autoironia e un acume e una capacità comunicativa fuori dal comune.

Il Cordoglio dell’associazione studentesca di filosofia Koinè

Con indescrivibile dolore apprendiamo la notizia della scomparsa del prof. Francesco Saverio Festa.

La nostra associazione nacque così, seguendo quell’idea di didattica allargata e di ricerca condivisa che Saverio Festa proponeva così instancabilmente attraverso le sue lezioni, che non si sono mai limitate al semplice lavoro in aula.
Non potremmo quantificare il contributo che ha dato negli anni a generazioni di studenti, senza prenderne mai nessuno come “allievo”, perché si è sempre considerato lui stesso un eterno studente.

Il Ragioniere, come tutti lo conoscevamo, possiamo ricordarlo solo così: attraverso il suo sferzante, eppur sempre gentile, invito “a crescere con la zucca”, pronunciato con un sorriso sghembo e beffardo, sorriso di fronte al quale mai uno studente si è sentito preso più sul serio.