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14 anni con manichini

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14 anni con manichini

Talete, Suzanne Heintz e Massimo Troisi: manichini e risposte geniali ai luoghi comuni dell’esistenza

Si narra che Talete, filosofo greco della II metà del VII sec. a.C., quando se ne andava a zonzo per Atene perso dietro alle sue speculazioni filosofiche, si sentisse spesso ripetere: “O Talete, ma perché mai non ti sposi?”

[ads2]E una volta, e due, e tre: anche la pazienza di un filosofo ha un limite, non vi pare? Pure perché il “cristiano” avrà avuto necessariamente bisogno di avere la mente sgombra per pensare, tra l’altro, ai teoremi che c’avrebbero deliziato (ora io mi chiedo cosa sfaccimma facessero i miei antenati invece di assoldare una masnada di prefiche che subissassero, a ogni trivio e quadrivio, il Maestro con il mantra perchènontisposiperchènontisposiperchènontisposi?!) negli anni del liceo.

Pensa che ti ripensa, cosa escogita quel satanasso di Talete? La seguente risposta modulata a seconda dell’età. Quindi: “Perché non ti sposi?” E lui, da giovane: “Non è ancora tempo”. Poi, quando il crine cominciava a imbiancar: “Ormai non è più tempo”.

manichiniPer sua stessa ammissione, l’analoga domanda di Talete (perché non ti sposi?) se l’è sentita fare innumerevoli volte anche una certa Suzanne Heintz, direttrice artistica nella città di  Denver la quale, pur non essendo filosofa, ha trovato un modo altrettanto originale per evadere il quesito.

Che ha risposto? Niente, si è limitata a fare. Cosa? Convivere per ben 14 anni (!) con una famiglia di manichini. E ciò al solo scopo di dimostrare come una donna non debba essere necessariamente sposata e avere dei figli per essere felice. Che poi,  se proprio le convenzioni sociali gliel’imponessero come condicio sine qua non per attribuirle la patente della felicità, allora non resta altra strada che comprarsela, una famiglia (cosa che, infatti, ha provveduto a fare), con il vantaggio indubbio di scegliersela come meglio ha creduto.

Oddio,  poi c’è anche chi, pressato dalla stessa, perniciosa domanda posta al grande Talete e all’anonima Heintz, abbia trovato un modo parimenti stra-ordinario di rispondere; o meglio, anche in questo caso specifico, di fare.

“Il direttore mi diceva, tu devi stare un poco qua perché hai le “Tube sessuali”, è vero o no che hai violentato una ragazza…??? Direttore, quella era bona, non ci ho visto più è l’ho violentata, disse lui…, è questo non è niente, tu hai violentato anche la madre!!! Direttore, perché la mamma non poteva essere bona, era bona pure la mamma e ho violentato anche la madre…, fosse niente, disse il direttore, tu hai violentato anche il padre… direttore, che volete da me!!! Io ho avuto un’educazione rigida, la colpa è di mio padre, perché tutte le sere che tornavo a casa, si metteva nelle orecchie, hai trenta anni, “Te la vuoi fare una famiglia, te la fai una famiglia”…”

Non ce ne voglia il sommo Talete (che sarà apprezzato per ben altre ragioni, ahinoi, che per una risposta pur induscutibilmente arguta) né la comunque originale direttrice di Denver, ma solo un pazzo se ne può uscire con cotale trovata. Sissignore, un pazzo, sì, ma di autentica, sublime genialità.

Chapeau, inarrivabile Massimo!