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Un Erasmus per capire che la somma delle diversità è una ricchezza

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Un Erasmus per capire che la somma delle diversità è una ricchezza

In questo nuovo articolo proponiamo un’esperienza legata al mondo universitario. Sara è una studentessa ventiduenne salernitana rientrata dalla Spagna da poco ed anche quando si presuppone un ritorno dopo un anno, questo modo di viaggiare studiando lascia il segno.  Nell’ultima parte dell’intervista Sara stimola i nostri lettori alla partecipazione attiva. In ambito Erasmus gli amici di ESN Salerno svolgono un ottimo lavoro d’associazionismo; stimolando la cittadinanza attiva, avvicinando e promuovendo questo mondo attraverso le proprie attività. Invitiamo chiunque voglia capirne di più su questo programma dell’Unione Europea a conoscere le attività di ESN Salerno e la rubrica “Vivi Erasmus con ESN” su Zerottonove.it.

 

–          Cosa evocano in te le parole “migrazioni” e “multiculturalismo”?

Quando sei appena tornata da un viaggio come il mio non credo ci possa essere un altro tipo di risposta. Certamente non credo valga solo per me:  una delle parole che ha più eco in ambito universitario è Erasmus!  Non tutti però comprendono realmente cosa significhi. Generalmente ciò che spinge a partecipare al progetto Erasmus è il desiderio di novità, oltre alla naturale inclinazione personale a viaggiare. Il desiderio di conoscenza di nuove persone, incontro con una nuova cultura, che è una cosa molto importante nella vita di una persona, e quindi un arricchimento personale, non solo materiale o culturale, ma proprio personale, di crescita. E, questo lo penso davvero, perché ti da la possibilità di incontrare gente diversa dal mondo in cui sei sempre vissuta, cosa fondamentale, che ti rende diversa da tutti gli altri studenti.

Potrei azzardare considerando l’Erasmus come un momento di passaggio, un  momento che segna la fine dell’adolescenza e l’ingresso nell’età adulta, un momento in cui metti alla prova la tua persona. Ti obbliga a fare i conti con te stessa, gli altri e la cultura d’origine. È scoprirti in mezzo agli altri, all’interno di una comunità nuova. Questo caos di incontri, sentimenti, confronti non riguarda solo i protagonisti di tale esperienza. Con Erasmus mi sono resa conto che  il concetto di mobilità  e quello di cittadinanza europea  sono strettamente connessi l’uno all’altro, in quanto il primo non avrebbe senso senza il secondo e viceversa.

 

–          Se ti chiedessi di raccontarmi un episodio su questi due temi, cosa mi diresti?

L’Erasmus è l’ultimo gioco ingenuo di bambini obbligati a tornare adulti dalla loro sballata avventura, dalla loro vita caotica. Eventi, appuntamenti  ed iniziative, anche autonome, colorano la tua nuova vita durante questo  viaggio, che può durare anche un anno. Di certo le cene interculturali erano la quintessenza del multiculturalismo. Piatti e ricette da tutto il mondo. Persone sconosciute che s’incontrano e raccontano i propri usi e costumi attraverso abbuffate ed indianate tipiche.  Certo c’era chi s’imbucava e veniva soltanto a bere e mangiare…

 

–          Credi si possa o si debba fare qualcosa per la conoscenza delle culture?

E’ grazie alla mobilità che l’Europa dei grandi vertici può diventare l’Europa dei cittadini. E io credo in quest’Europa. Sento che la mia, la nostra appartenenza a questo inusuale organismo quale l’UE non consiste tanto nell’avere principi culturali comuni, ma nel non averne; il principio d’identità è la diversità. Essere europeo significa accettarsi nell’eterogeneità, amare la babele di lingue, culture, ideali, religioni, sistemi politici, storie. Il confronto con l’eterogeneità non deve intimorirci, anzi. La somma delle cittadinanze, delle diversità, è infatti una ricchezza. Solo comprendendo e accogliendo questa ricchezza possiamo costruire realmente lo spirito europeo, basato sulla diversità, il rispetto culturale, attraverso la conoscenza di altre lingue e culture.

Questo l’ho compreso durante il mio progetto d’intercambio e al mio ritorno in Italia. Ho scoperto che il fermento di tali valori è presente in tantissimi studenti e credo che partecipare attivamente alle proposte delle molte associazioni presenti in tutto il mondo sia un ottima maniera per avvicinarsi al multiculturalismo.