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Dalla tempesta al sereno: ecco il gesto di Samuele Esposito

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Dalla tempesta al sereno: ecco il gesto di Samuele Esposito

Dopo gli scontri che hanno caratterizzato a Sarno la finale di Coppa Italia di serie D, abbattutisi come una tempesta, un giovane sarnese è corso ai ripari

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Dopo la tempesta, il sereno. Gli incidenti che hanno caratterizzato il post partita della finale di Coppa Italia Dilettantistica Portici – Ebolitana, disputatasi lo scorso mercoledì presso lo stadio “Felice Squitieri” di Sarno, sono l’ulteriore conferma che il calcio, lo sport più praticato e seguito, è sempre più malsano.  Non è possibile che scene di questo tipo, veri e propri atti vandalici, prendano e mettano in subordine una partita di calcio.

Ormai dei valori come rispetto (comunemente definito Fair Play, di cui sentiamo parlare più nel suo aspetto economico, quale  Fair Play finanziario), sportività e correttezza sono un lontano ricordo: sono sempre più rari i casi dove questi valori sono ancora presenti.

Oggi, Samuele Esposito, cittadino e sportivo sarnese, è un esempio di sportività. Innamorato del ring e dei suoi guantoni, ha deciso di metterli da parte per porre rimedio alla vandalizzazione della tribuna dello Squitieri. Con capo basso e umiltà ha dedicato parte del suo tempo nella risistemazione e riparazione dei sedili rotti dalla furia di coloro che vedono lo sport come occasione di far battaglia.

Tempesta

«Al lavoro si contrappone un altro tipo di sforzo che non nasce da un’imposizione, ma da un impulso veramente libero e generoso della potenza vitale: lo sport». Con questa citazione di José Ortega y Gasset, il Primo cittadino di Sarno Giuseppe Canfora ha voluto dare merito allo spirito d’iniziativa sportiva di Samuele.

«Oggi, Samuele Esposito, onore e vanto della città di Sarno, ha dato un esempio di tutto ciò. Un grande atleta e un grande uomo. Il nostro campione è un esempio di come deve essere inteso lo sport: dedizione, sacrificio, regole da rispettare, allenamento e disciplina, solo così si raggiungono risultati brillanti. Questi facinorosi – e conclude Canfora – non hanno nulla da condividere con lo sport, sono semplicemente barbari a cui deve essere impedito l’accesso dove si praticano attività sportive».

Certo, il gesto compiuto da Samuele è davvero importante e ha raggiunto l’attenzione di tutti. Con parole semplici e umili, racchiuse in un post sul social network Facebook, ha voluto motivare il gesto compiuto.

«Vorrei precisare una cosa. Il mio intervento allo stadio non è stato né a scopo pubblicitario né a scopo di lucro; solo un favore amichevole a Francesco Prevete che con me si è sempre messo a disposizione in qualunque momento e per qualsiasi cosa. Nient’altro. A me non serve pubblicità. Non mi riempie né tasche né pancia. Grazie a tutti per la considerazione. Questi gesti dovrebbero far solo riflettere ai “pseudo tifosi” che invece di godersi un evento sportivo si impegnano a vandalizzare strutture pubbliche».

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