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Truffa ai danni dello Stato nel salernitano, in manette 5 indagati

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Truffa ai danni dello Stato nel salernitano, in manette 5 indagati

Gli indagati sono gravemente indiziati di essersi associati al fine di commettere più delitti di favoreggiamento della immigrazione clandestina, contraffazione di documenti per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno, truffa ai danni dello Stato e falso

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Il 12 settembre 2017 i Finanzieri della Guardia di Finanza di Salerno hanno eseguito n. 5 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e n. 5 perquisizioni domiciliari nei confronti di soggetti operanti nella provincia di Salerno ritenuti responsabili, a vario titolo, di aver fornito ed utilizzato false certificazioni attestanti fittizi rapporti lavorativi con aziende agricole compiacenti a cittadini stranieri, con lo scopo di ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno, e a cittadini italiani, per beneficiare di indennità non spettanti. Gli indagati sono gravemente indiziati di essersi associati al fine di commettere più delitti di favoreggiamento della immigrazione clandestina, contraffazione di documenti per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno, truffa ai danni dello Stato e falso.

L’operazione odierna è la naturale prosecuzione di una attività d’indagine che si era conclusa nel mese di luglio scorso con l’esecuzione di due ordinanze di custodia ai domiciliari per due responsabili (titolare e segretaria) di un centro di assistenza fiscale di Montecorvino Rovella.

Con l’operazione di oggi sono stati arrestati i tre titolari delle aziende agricole dell’Agro Nocerino-sarnese e della Piana del Sele che, in associazione con i due professionisti, avevano predisposto le fittizie attestazioni di assunzione attraverso le quali sono stati tratti in inganno gli uffici preposti al fine di ottenere, dietro pagamento di un compenso, il rinnovo del permesso di soggiorno per i soggetti extracomunitari e per i cittadini italiani l’indebita percezione di indennità di disoccupazione, malattia o maternità.

Le condotte criminose degli indagati sono state accertate attraverso una meticolosa attività di analisi della copiosa documentazione acquisita presso l’Ufficio Immigrazione, l’Inps e l’incrocio con le risultanze delle perquisizioni e degli accertamenti bancari.

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