Home Territorio Cilento Messa in memoria di Crescenzo. “Marina di Camerota non è un popolo capace di ballare sul cadavere di un giovane”

Messa in memoria di Crescenzo. “Marina di Camerota non è un popolo capace di ballare sul cadavere di un giovane”

0
Messa in memoria di Crescenzo. “Marina di Camerota non è un popolo capace di ballare sul cadavere di un giovane”

Ad un mese dalla tragedia del Ciclope, messa in memoria di Crescenzo. “Marina di Camerota non è un popolo capace di ballare sul cadavere di un giovane di 27 anni”

[ads1]

Nella chiesa di S.Alfonso messa in memoria di Crescenzo Della Ragione, il giovane originario di Varcaturo, che circa un mese fa, in vacanza a Marina di Camerota, perse la vita nella tragedia del Ciclope. Era il 10 Agosto – la notte di San Lorenzo – dal cielo dovevano cadere le stelle, ma invece nella discoteca cadevano pietre.

Crescenzo

La comunità parrocchiale di Marina di Camerota, con Don Gianni Citro nelle vesti di portavoce, si stringe attorno alla famiglia ed agli amici di Crescenzo, per donargli un gesto sincero di amicizia cristiana, di preghiera e di speranza. “Quando da cristiani esprimiamo con fermezza la nostra Fede, noi illuminiamo le storie umane dove sono calate le tenebre e dove è calata una grande confusione”.

Ad accogliere i genitori di Crescenzo una folla di fedeli tipica delle solennità o della messa domenicale, allorché ci si riunisce per celebrare la Pasqua del Signore. Ed in questo sabato sera, per Crescenzo, Don Gianni ha voluto celebrare una messa domenicale, per la circostanza più solenne delle altre domeniche “…Perché cristianamente quando diamo solennità ad un evento gli diamo importanza e significato”. Nessun vago cerimoniale, aspetto sottolineato dal prete, il quale evidenzia quali siano le cose che servono, ossia i gesti dell’anima, i gesti di condivisione, che hanno il potere di non far sentire sole ed abbandonate le persone, rendendole partecipi di una grande famiglia.
Quindici minuti di omelia, breve ma intensa, con parole ricche e dense di significato. Di affetto e conforto verso i familiari, ma dure verso tutti coloro che, in un modo o nell’altro, sono da annoverarsi tra i responsabili o complici di questa tragedia; i quali sin da subito hanno cercato di far eclissare il tutto nella perenne indifferenza. “Non è tollerabile che l’ultima immagine di questo ragazzo, che l’ultimo fatto della vita di questo ragazzo sia questa scena di un giovane di 27 anni steso su un pavimento di quella maledetta caverna, sepolto da un cumulo di pietre”.

Don Gianni rimarca il perché di questa convocazione, esortando i fedeli, d’ora in poi, ad agire, parlare e pensare il linguaggio della“Resurrectio”. “Gesti continui di Risurrezione. Marina di Camerota non è un popolo che abbandona i morti per strada. Marina di Camerota non è un popolo capace di ballare sul cadavere di un giovane di 27 anni. Marina di Camerota è un popolo che si prende cura dei suoi morti…un popolo di fede è un popolo che non balla sui morti. La musica deve continuare ma probabilmente in qualche momento si deve anche interrompere. E chi non ha avuto la statura morale ed il senso di responsabilità civica di interrompere la musica si deve vergognare di comparire in pubblico. Ci sono luoghi e momenti, storie e storie”.

I gesti di Risurrezione, più volte invocati ed esortati, affinché il tempo non cancelli anche il ricordo di questo fatto tragico, che è costato la vita a Crescenzo. Solo così si possono annientare coloro che stanno aspettando che trascorrendo il tempo tutto passi. Sete e bisogno di verità e giustizia per Crescenzo, da non confondersi con la vendetta. “E non dobbiamo paragonare la verità e la giustizia alla vendetta, altrimenti siamo un popolo perduto. Altrimenti ci identifichiamo come il popolo di quelli che la prima cosa che hanno pensato di fare era rimuovere le pietre che avevano ucciso Crescenzo. Noi non siamo quel popolo. Perché il sentimento di verità e di giustizia esige che prima, prima di ogni cosa ci si prende cura di chi sta morendo o e morto già. E poi, dopo, si pensa ad apparare i fatti propri”.

L’omelia si conclude con l’auspicio che la comunità di Marina di Camerota si impegni sin da subito in maniera solenne ad essere vicina ed amica della famiglia di Crescenzo, in quel percorso di verità e giustizia. Poiché tale comunità è costituita da persone che all’apparenza possono sembrare distratte e superficiali, ma che in realtà sono profondamente ed invincibilmente bisognose di chiarezza. Chiarezza, l’unica strada percorribile, l’unica strada “Pasquale”. “Oggi la nostra fede nella Risurrezione di Gesù ci porta a organizzare e a preparare ogni giorno, attraverso tutte le energie che abbiamo a disposizione, la Risurrezione di questo ragazzo. E Crescenzo sarà vivo, risorto e vivo, in tutti i gesti che la tua famiglia e i tuoi amici vorranno compiere per tracciare un cammino di verità e giustizi. Che significa un cammini di Libertà”.

Al termine della celebrazione eucaristica prendono la parola una ragazza di Marina e una cugina di Crescenzo, che con i loro pensieri fanno commuovere i presenti. Ed infine papà Antonio, che ringrazia Don Gianni e la comunità, ricordando però, come suo figlio Crescenzo sia stato ammazzato non una volta ma ben tre volte. La prima volta dalla pietra che l’ha colpito, la seconda dalle mani di colui che ha rimosso e fatto scomparire il masso, “quel Giuda”, e la terza volta dal silenzio delle istituzioni, che nonostante la tragedia sopraggiunta sembrava fossero in vacanza. Tra i banchi, in posizione defilata il Sindaco Antonio Romano; più avanti i consiglieri di opposizione Guzzo e Del Gaudio.
Il nostro auspicio è che sulla vicenda venga fatta immediata chiarezza e che Crescenzo non venga ammazzato una quarta volta. – Marina di Camerota 12 Settembre

Galleria fotografica – All Rights Reserved Pietro Avallone

 [ads2]

Previous article Archeologando Intour, successo per #salviamogliaffreschidellavilla
Next article Caprecano, all’apertura della scuola il sindaco Valiante
Laureando in architettura, Flaneur e fotografo. Nel 2004 vince il concorso fotografico "Spalle al mare" indetto dalla Feltrinelli di Napoli. Al suo attivo le mostre fotografiche "Altrove che quì" (IX meeting del mare, Marina di Camerota 2005), "Scelte di vita" (Expressioni, Lacco Ameno-Ischia 2005). Partecipa ad A.GA.T.A. con 2 retrospettive di cui cura personalmente anche gli allestimenti (Camerota, 2009, 2010). Per Edizioni dell'Ippogrifo è autore delle foto dei libri "La nuova Cucina di Napoli" di F. Aiello (2013) e "Sorbillo La pizza di Napoli" di F.Aiello (2014). Nel 2014 una sua foto è pubblicata sul sito del TIME