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CESSart, Manifesto del movimento a tempo determinato

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CESSart, Manifesto del movimento a tempo determinato

La CESSart, tra atto creativo e ironia, che cos’è per l’artista salernitano Angelo Lazzano?

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In mostra al MARTE di Cava dei Tirreni dall’1 all’8 agosto 2015, a cura di Antonio Perrotti, per la serie “Art Progressive – Mostra d’arte collettiva”. 

CESSart fa subito pensare alla famosa opera di Marcel Duchamp, Fontana (1917-1964), Ready Made che trasforma un orinatoio maschile in un pezzo da museo. Come arriva a una tale conclusione l’artista francese? L’arte contemporanea si può forse definire, a mio modesto parere, un discorso sull’arte: storia, tecnica, evoluzione, ruolo sociale e museale.

Per entrare pienamente nel movimento artistico di Angelo Lazzano sono necessarie diverse chiavi di lettura:

CESSart come il Ready Made – Il rapporto con il museo è il punto cruciale con cui dovranno confrontarsi quasi tutti gli artisti a partire dai primi del ‘900. Guerra e sviluppo tecnologico portano l’artista a riflettere sull’inutilità estetica e ontologica di un’arte riproduzione della realtà, perché l’artista, ora, deve agire nel reale.

CESSart
Angelo Lazzano – L’artista s’incornicia, autoritratto. Il naso stilizzato ricorda la ricerca di un’iconografia standard come Duchamp

CESSart come Arte Povera – Marcel Duchamp ha rivoluzionato e trasformato l’oggetto artistico: da funzione quotidiana a valore artistico con la firma dell’artista. La scultura non si scolpisce nella materia, ma è intorno a noi, tutto si può esporre e installare in un museo. Così come l’Arte Povera, che compone con la pratica del collage, in cui oggetti e scarti diventano i nuovi colori e la tridimensionalità.

CESSart come Action Painting – Quando si parla di arte contemporanea non si può escludere Jackson Pollock, che ha portato la pittura al gesto creativo, “limitando” se stesso all’idea dell’opera, mostrandola nella sua forma originaria: il colore. Gesto pittorico e centralità del colore sono funzionali alla performance dell’artista. L’arte contemporanea non vuole l’opera come testo concluso, ma si esplicita in pratiche, in un’idea appena pronunciata. Il fruitore deve comprendere l’arte stando a contatto con l’autore, documentandosi.

CESSart come contemporaneitàAngelo Lazzano ha inaugurato il 2015 con un Manifesto, ricordando proprio l’atteggiamento di molti artisti del Novecento. Il Manifesto contiene le regole, i principi e gli obiettivi: arte come azione, come reazione alla realtà.

L’arte si spiega attraverso le opere, e per interpretare la CESSart dobbiamo riprendere le chiavi di lettura sopra citate e adattarle a ciò che vediamo. “Artista con quadro, opera senza titolo” avvicina subito Lazzano a Pollock, riprendendo l’idea di arte e pittura come performance, ma anche l’Arte Povera e l’artista Alberto Burri.

CESS.art
Alberto Burri

Il quadro è ora un assemblaggio di oggetti materiali che entrano nella tela, luogo sacro della pittura fino alla Avanguardie del ‘900. La centralità del gesto e l’essenza della pittura (il rosso è un colore primario), la documentazione dell’artista mentre produce, o pensa, un’opera è la semplificazione di Lazzano del maestro Pollock:Artista che dipinge, opera senza titolo” ne è un chiaro esempio, così come “Quando usavo il pennello“, che rievoca ironicamente una condizione dell’artista troppo “antica” per comprendere il presente.

Interessante anche “Sedia con cappello, opera senza titolo“, che rimarca la funzione dell’artista in una duplice prospettiva: scardina la borghese visione dell’artista come figura prettamente maschile (la forma della sedia ricorda un fallo), ma innalza l’oggetto a opera d’arte, dove è stato lasciato il simbolo dell’autore, che è il cappello. Giochi che molti artisti contemporanei realizzano per confondere il fruitore, ma renderlo partecipe della speculazione sull’arte.

Il gesto di Lazzano di spingere il suo quadro alla parete esprime la consapevolezza di dover comparire per dare risalto all’oggetto, ma anche per conferirgli quella paternità astratta delle opere contemporanee.

L’importanza dell’artista come entità fisica è ribadita anche dalle affermazione di Lazzano

Mi piace spostare tutto il fuoco dell’attenzione sull’artista nella sua fisicità. Egli personifica e incarna l’opera … Lo faccio anche io … Nelle mie cose, mi metto in gioco con il mio corpo per sottolineare come l’identità dell’arte dipenda soprattutto dalla presenza fisica dell’artista, che genera l’opera sia in fase esecutiva che in quella espositiva, generando una libertà di movimento nell’ordine e nel disordine della materia/significato.

[…] La materia tutta organica e inorganica utilizzata come medium per veicolare l’intelletto.

Arriviamo al Manifesto, dal sottotitolo “Movimento a tempo determinato, come i tempi che viviamo, inizia oggi 01-01 2015 e terminerà il 21 12 2015 un’ora prima“, dimostrando una chiara idea di cosa si voglia fare stabilendo anche un tempo di attualizzazione. A tempo determinato è un riferimento polemico alla società, è già l’idea artistica.

[ads1]C’è una novità rispetto al prima, perché la CESSart diventa NEW CESSart Pop Art: quest’operazione mette in comunicazione l’arte di Lazzano con un altro importante fermento artistico, la Pop Art. Pop Art intesa come voglia di essere talmente paradossali da impedire la comprensione del testo, annullarla, perché dietro la standardizzazione dell’immagine, si perde quasi completamente il senso. Lazzano argomenta così nel Manifesto

Farò cose comprensibili ma ibride (come già fatto nella CESSart), un misto tra collage e colore; molti diranno ma non è una cosa nuova … Certo che non è nuova, non per forza il nuovo, l’eccentrico, la provocazione fine a se stessa è sinonimo di modernità.

L’arte si comprende se c’è l’artista a spiegarla. Dunque. Tutto quello detto finora, sembra tornare utile.

Angelo Lazzano conclude con un chiaro riferimento: Jim Dine, artista che sperimenta materia, immagine e oggetto. La NEW CESSart Pop Art produrrà 12 pezzi al mese, due esemplari per ogni tema: uno per la vendita, l’altro per l’archivio.

In sintonia con l’epoca, l’artista fissa un tempo, limitato, e obiettivi precisi: l’arte si muove così come si muove il mondo del lavoro, perché in fondo l’artista non compie un lavoro? Certo. L’artista produce, vende, si fa merce, vive l’alienazione. L’artista contemporaneo è consapevole di ciò e costruisce il suo discorso. 

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Laureata in D.A.M.S presso l'Università di Udine, giornalista pubblicista, curo da un anno la rubrica ZONmovie con un bel gruppo di collaboratori. Cerchiamo di seguire gli interessi dei lettori, ma allo stesso modo vogliamo garantire i contenuti, sempre ben argomentati e fondati rispetto a ciò di cui parliamo. Analizziamo la rubrica in relazione all'arte, all'animazione americana e seguiamo le migliori serieTv e, con speciali dedicati, offriamo retrospettive sulle serie più attese. Inoltre, anche la nuovissima rubrica "Dal libro allo schermo" garantisce una pluralità di contenuti. Non solo. ZONmovie propone anche una sezione dedicata alla WebSerie, con appuntamenti settimanali.