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And nothing has changed, everything has changed: 50 anni di David Bowie

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And nothing has changed, everything has changed: 50 anni di David Bowie

Venerdì 7 novembre all’Ateneo di Salerno si racconta il mito ultragenerazionale: David Bowie

[ads2]David Bowie è uno, nessuno, centomila. Cinquant’anni di carriera all’insegna delle metamorfosi, dell’incessante ansia di precorrere i tempi: “Time may change me, but I can’t trace time” (“Changes”, 1971) è da sempre il suo credo. In omaggio alla natura cangiante e al trasformismo del suo protagonista, il 18 novembre uscirà la raccolta intitolata “Nothing has changed: una compilation in diversi formati (3 CD, 2 CD, Doppio LP, Digital Downloads) che ripercorre la carriera del Duca Bianco fin dagli esordi.

david bowieIn “Nothing has changed” David Bowie fa risuonare ogni corda della sua anima. Ma come rappresentare se stesso a questo punto della vita? Allo specchio, semplice. Bowie vuole far capire che questa è una raccolta di canzoni che copre l’esperienza di una vita di una persona, insomma non è semplice marketing e neppure la raccolta di un determinato periodo discografico, qui c’è semplicemente David Bowie: “L’uomo che cadde sulla terra”, l’edonismo morboso di Dorian Gray, la parodia del divismo e dei miti effimeri della società dei consumi e, non ultimi, i presagi di un cupo futuro orwelliano. Denominato anche: “Extraterrestre, perché libero dai tabù sessuali. In lui convivono passato e futuro, è proteso nello slancio avvenirista dell’“Arancia Meccanica” di Kubrick (1971), le cui note iniziali apriranno gli show dello Ziggy Stardust Tour. È la maschera che incorpora tutti gli stereotipi del rock filtrati attraverso la lente grottesca del glam. Una caricatura del divo, destinato a essere idolatrato dal pubblico e stritolato dallo star-system.

david bowieMa diciamo la verità: chi avrebbe scommesso un euro su questo marziano in calzamaglia, dalla chioma color carota e dal trucco da drag queen? Molti si sono messi in gioco, amando questo essere sgraziato e dannatamente kitsch, che sembra uscito da un fumetto di fantascienza trash. Se siete tra i “molti”, se siete suoi fans o semplicemente siete curiosi di conoscere le metamorfosi di questo personaggio bizzarro l‘Ateneo di Salerno ne vuole raccontare il mito ultragenerazionale e lo straordinario spirito innovativo. Venerdì 7 novembre dalle ore 09:30 nell’Aula delle Lauree Nicola Cilento interverranno: Antonio Ciarletta, storico e critico musicale; Iain Halliday, cattedra di Lingua inglese, Università degli Studi di Catania; Linda Barone, cattedra di Lingua inglese, Università di Salerno; Alfonso Amendola, cattedra di Sociologia degli audiovisivi sperimentali, Università di Salerno; Francesco Colace, cattedra di Applicazioni Informatiche per le Arti Visive, la Musica e lo Spettacolo, Università di Salerno; Annalisa Di Nuzzo, collaboratrice cattedra di Antropologia culturale, Università degli Studi di Salerno, Vincenzo Del Gaudio, Dottorando di Ricerca, Università Vita-Salute di Milano; Lorenzo Campese, Esperto in comunicazione musicale e musicista. Per finire i Vintage Lovers, acoustic rock duo (Lucio Auciello, voce e chitarra acustica; Massimo Barrella, chitarra elettrica) interpretano David Bowie (“The Man who Sold the World”, “Starman”, “Space Oddity”, “Life on Mars?”, “Rebel Rebel”, “Heroes”). Qui il link con il programma dettagliato.

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Nel frattempo guardiamoci anche noi allo specchio, cosa vediamo? La nostra vita disegnata dalle rughe, gli occhi truccati per sembrare più donna, un sorriso, la barba incolta, il brufolo sul mento nonostante abbiamo già compiuto venticinque anni due mesi fa. David Bowie suggerisce d’incarnarti in un marziano, basta solo il giusto sound e uno specchio, l’unico luogo in cui alla tua anima è dato giudicarsi.

Desiderare di osare non serve a nulla, se rimane solo un desiderio e a pensarci bene è proprio così che va a finire il più delle volte. Desideriamo o crediamo di farlo anche ardentemente eppure rimaniamo lì, immobili. Osa, e senza remore, perché siamo tutti degli eroi, tutti ci sentiamo fuori posto, ma in contemporanea non saremo noi stessi in un altro luogo. We can be Heroes, Just for one day , We can be Heroes” Cantava David Bowie: “Possiamo essere Eroi, Solo per un giorno, Possiamo essere Eroi”, ed è molto più semplice di quello che si può pensare; eroi è essere noi stessi, e basta solo improvvisare un po’, anche solo per un giorno.