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Addio Madiba, padre della libertà

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Madiba, Black Pimpernel, Nelson Mandela. Ci lascia a 95 anni l’uomo che ha cambiato la storia.

Un guerriero, un lottatore, un eroe; in nome della libertà, dell’uguaglianza, della pace. Un’icona con una storia da favola, che ha fatto sognare l’Africa tutta ed il mondo intero. Nelson Mandela se ne va, a 95 anni, lasciando un vuoto incolmabile; ma lasciandoci anche un’avventura straordinaria che l’umanità ha il dovere di raccontare e tramandare ai posteri, per dare memoria e vita alle sue battaglie e ad i suoi insegnamenti.

È difficile dare forma alle parole quando si parla di morte. Io, qualche anno fa, per argomento di tesi scelsi l’Africa. A Madiba dedicai un capitolo. È così che voglio ricordare Nelson Mandela, il padre dell’Africa, con le prime pagine di quel capitolo e con la musica, che è un sesto senso, una semplice espressione di quello che non si può dire altrimenti.madiba

11 febbraio 1990. Mandela esce dal carcere. Appena fuori viene sorpreso dal mondo. Centinaia di cameramen, fotografi e giornalisti, la folla si chiude attorno a lui. Lo aspettano per i festeggiamenti a Città del Capo. Quando finalmente Mandela riesce ad affacciarsi al balcone il tempo si ferma. Davanti a sé ha un mare di visi. La folla esplode in un’ovazione. Comincia a parlare: amici, compagni e compatrioti sudafricani. Vi saluto in nome della pace, dell’uguaglianza e della libertà per tutti. Mi sono battuto contro la dominazione bianca e contro la dominazione nera. Ho avuto caro l’ideale di una società libera e democratica in cui tutti vivranno in armonia e con uguali opportunità per tutti. Spero di vivere abbastanza a lungo da vederlo realizzato,  ma è anche un ideale per cui sono preparato a morire”. Nelson Mandela concluse il suo primo discorso pubblico dopo il carcere con le stesse parole che aveva usato al suo processo nel 1964.

Il nastro di questa lunga storia va riavvolto indietro di 40 anni, quando nel 1948 il National Party vince le elezioni ed ha al centro del suo programma una parola: apartheid. Separazione. Il governo per legge divide i cittadini in base alla loro razza. L’African National Congress, formazione politica storica del popolo nero sudafricano, in quegli anni aumenta gli iscritti e organizza azioni non violente di disobbedienza civile collettiva, scioperi, boicottaggi. Mandela allora è un giovane avvocato ed è uno dei leader dell’ANC.

madibaNel 1956 la polizia arresta 156 dirigenti dell’ANC con l’accusa di alto tradimento e cospirazione. Mandela, fiero figlio dell’aristocrazia tribale (Madiba è il suo nome di clan), conosce per la prima volta le carceri sudafricane. Condizioni di vita disumane e lavori forzati. È allora che l’ANC decide di abbandonare la non violenza e passare alla lotta armata.

Il governo è in crisi e, nel 1961, i 156 imputati dell’ANC vengono dichiarati non colpevoli. Madiba aveva già deciso che se non fosse stato condannato sarebbe entrato in clandestinità. E così fa. Per due anni gira il paese in lungo e in largo per tenere le fila del movimento. Ricercato dalla polizia viene soprannominato Black Pimpernel, la primula nera. Nel 1964 viene arrestato e, in un secondo momento, condannato al carcere a vita con tutta la dirigenza dell’ANC. Da allora Mandela, combattente per la libertà, è diventato un simbolo in tutto il mondo.

In un giorno d’autunno del 1989 cade il muro di Berlino, poi l’URSS si scioglie; uno dietro l’altro i paesi satelliti scoprono la democrazia. Anche in Sudafrica il vento cambia direzione. Cominciano i primi negoziati tra Mandela e il governo. La sua figura è ormai troppo ingombrante, ancora di più dopo la sua malattia, un grave tumore. Lui continua a ripetere che non accetta di barattare la sua libertà con la libertà del popolo africano. Sino al 2 febbraio 1990, quando finalmente viene annunciato che l’ANC e altre 30 organizzazioni politiche non sono più fuorilegge. Il momento del dialogo e della riconciliazione è arrivato. Nelson Mandela è un uomo libero.