1 Marzo 2024 - 16:53

Microplastiche e corpo umano: tracce nella placenta

Uno studio rivela che le microplastiche saranno presenti in quantità sempre maggiori sia nel corpo umano che nell'ambiente

microplastiche

Uno studio condotto dalla University New Mexico Health Sciences ha rivelato che la quantità di microplastiche nell’ambiente e nel corpo umano è notevole, al punto che sono stati individuati dei polimeri persino nella placenta umana.

Il risultato dello studio ha fatto emergere il possibile scenario relativo alla quantità di microplastiche che potrebbero essere presenti nell’ambiente in futuro. Allo stato attuale, se la diffusione delle microplastiche nell’ambiente venisse arrestata, nel 2050 ci sarà una quantità di microplastiche tre volte superiore a quella attuale.

Gli effetti di queste particelle chimicamente inerti saranno rilevabili una volta che verranno assorbite dal corpo umano e si andranno a depositare nel fegato, nei reni e nell’intestino e persino nella placenta come ultimamente scoperto. Esse possono provocare stress ossidativo, problemi metabolici, problemi infiammatori e danni al sistema immunitario e neurologico. Nelle persone sotto i 50 anni si potrebbero verificare malattie infiammatorie intestinali, nonché la diminuzione degli spermatozoi.

Il dato preoccupante fornito dalla presenza delle microplastiche nella placenta, in quantità maggiore il polietilene, è dato dalla velocità con cui questo elemento si è accumulato nel tessuto, se si pensa che la placenta cresce per 8 mesi e già nel primo contiene microplastiche.

Quindi la domanda è cosa accadrà quando queste si accumuleranno per periodi più lunghi in altri organi? Gli scienziati dicono che se si vedranno effetti sulla placenta, allora la vita di tutti i mammiferi potrebbe risentirne.