8 Marzo 2023 - 16:49

Roma, Mourinho in conferenza stampa: “Sarà difficile…”

Roma, Mourinho presenta in conferenza stampa la gara con la Real Sociedad. Il tecnico si sbilancia: "Ottima squadra"

Roma

Jose Mourinho prepara la gara di Europa League contro la Real Sociedad. In conferenza stampa il tecnico portoghese della Roma tocca vari temi, parlando anche delle condizioni di Dybala.

Roma, le parole di Mourinho

Che tipo di analisi si può fare sulla Real Sociedad? 
E’ un’ottima squadra. È difficile trovare punti deboli. Imanol è un grandissimo allenatore è la squadra è molto ben organizzata sia dal punto di vista difensivo che offensivo. Hanno giocatori tecnici come normale in Spagna. Essere quarto nella Liga dietro le giganti è tanta roba. È una squadra di qualità. Non siamo stati fortunati nel sorteggio ma quando sei in Europa League, specialmente in questa stagione dove tutte hanno super qualità rispetto ad altre stagioni, è difficile. Loro guardano noi con lo stesso rispetto, sono sicuro“.

Si parla tanto di Oyarzabal ma loro puntano molto sulla collettività. 
Se mi parli di lui ti devo dire che è molto bravo. Ma sono molto più d lui anche dal punto di vista individuale, hanno altri giocatori di altissimo livello. Giocano di squadra. Difensivamente sono molto organizzati e dopo dal punto di vista offensivo non vive solo della qualità dei giocatori ma anche di organizzazione. Possono cambiare sistema con facilità durante la partita. Dal 4-4-2 con rombo ma cambiano anche al 4-3-3 con grande mobilità offensiva. È una bellissima squadra, gli faccio i complimenti. Conosco la Liga e le tre squadre che sono sempre là hanno un potenziale economico che non si può paragonare alle altre. Dopo c’è sempre una lotta per il quarto posto con Betis, Bilbao, Villarreal che sono sempre lì. Quest’anno la Real è lì dall’inizio. Il girone di Europa League ha trovato il Manchester United e hanno vinto ad Old Trafford. Non hanno giocato il playoff e hanno giocato due partite in meno. Solo complimenti per loro”. 

Abraham nel 2023 è cresciuto ma ancora non sembra essere quello della scorsa stagione. Il vero Abraham era quello? E cosa gli manca per tornare al top? 
C’è solo un Abraham che mi interessa che è quello che gioca per la squadra. Era lo stesso che era in panchina nell’ultima partita e che ha festeggiato il gol nella Curva. Sembrava che avesse segnato lui. Questo è quello di cui abbiamo bisogno. Può fare più gol, arrivare ai numeri dell’anno scorso ma per noi è importante il suo contributo alla squadra. Nei 15 minuti che ha giocato nell’ultima ha fatto molto bene. Lui e Belotti stanno bene. Quello che fa un attaccante ha un rapporto diretto con quello che fa la squadra. A Cremona hanno giocato male anche per colpa della squadra. Domani mi aspetto una grande partita da loro. Gol, no gol, numeri o meno numeri non mi interessano.  Questa è stata una settimana unica nella sua vita, gli è nato il primo figlio. Una gioia molto grande e una voglia di giocare e segnare per noi. Se loro due lavorano bene per la squadra, per me è sufficiente“.

Le ultime partite dimostrano che la Roma non ha la stessa intensità quando si giocano partite ravvicinate. Ha lavorato su questo? Si augura di essere in panchina anche contro il Sassuolo? 
Partiamo dall’ultima. Non mi aspetto niente e non parlo fino a che non è finito il processo. QUando sarà finito non avrò problemi di rispondere alle domande. La base adesso è l’etica e rispettare il processo tranquillamente. Dal punto di vista fisico siamo in mani di grandi qualità. Il preparatore e gli altri che lavorano con lui sono di altissimo livello. Anche il mio modo di lavorare, con Salvatore, ha sempre un obiettivo a livello fisico. Facciamo un grande lavoro da questo punto di vista. Il DNA dei giocatori non puoi mai cambiarlo e ci sono giocatori che possono giocare ogni giorno, come era Zanetti che poteva giocare 7 partite a settimana, e ce ne sono altre che soffrono. E’ anche dal punto di vista mentale, essere capace di giocare ogni partita con quella pressione buona di vincere la partita e pensare che se non la vinci fallisci obiettivi di squadra. E’ un po’ più questo. Le ultime classifiche della Roma, compreso la mi l’anno scorso, non aiutano perché è il tipo di classifica dove sei nell’equilibrio dove finire con un punto in più o in meno, sesto o settimo, non vivi con quella pressione. Il corpo e la mente si abituano a questo o si abituano alla tranquillità di non sentire la pressione. Siamo in evoluzione in diversi aspetti. Il primo anno abbiamo perso due volte con la Juve, due volte con il Milan, con l’Inter. Quest’anno abbiamo vinto con la Juve, contro l’Inter, pareggiato contro il Milan. In questo aspetto delle partite grandi siamo cresciuti, dal punto di vista mentale. La continuità di sapere che in una settimana dobbiamo vincere 3 partite di fila, facciamo ancora fatica“.

Parlo di Dybala. Sembra rinato qui a Roma, di chi è il merito? 
“Il merito è di Paulo, dei suoi compagni, della squadra. Ha trovato un gruppo molto empatico, in un club che quando gioca in casa sente l’amore dei tifosi. Lo aiuto nella gestione del suo fisico perché è giovane ma ha un passato nella Juve non facile a livello di infortuni. La motivazione però è la sua. E’ venuto qui motivato, con un sogno che ha realizzato andando al mondiale e vincerlo. SI sente importante perché lo è per noi e penso che tutto questo insieme ha fatto sì che abbiamo un nuovo Paulo nelle sue motivazioni. Sono molto felice perché oltre al giocatore che tutti conosciamo è un ragazzo fantastico, umile e sensibile. Si merita tutto l’affetto che ha qui a Roma“.

Il fattore esperienza. Lei ne ha tantissima così come alcuni giocatori. Può avere un impatto forte? 
La mia esperienza no, non cambia nulla. Quella dei giocatori sì. Abbiamo gente con grande esperienza, altri con meno però il fatto di arrivare in fondo lo scorso anno in una competizione europea porta un po’ di esperienza. Ci sono due partite da giocare, è importante sapere che è molto difficile finire tutto dop una partita. Finirà tutto sicuramente dopo la seconda. Dobbiamo avere il controllo emotivo“.

Che dimensione tecnica ha la Real Sociedad? 
Sono quarti in un campionato dove le prime 3 hanno un potenziale economico differente. Con meno soldi, fanno di più. Hanno un settore giovanile molto forte, con una grande tradizione. Hanno giocatori tecnici con un mister che è nato lì come giocatore e come allenatore. La Sagna è un Paese dove la tecnica individuale è importante per la loro cultura calcistica. E’ un’ottima squadra, non hanno grandi punti deboli, sono difficili da trovare“.

Come giudica la crescita della squadra all’Olimpico? 
Difficile da dire perché il lavoro non cambia. Il modo di lavorare che abbiamo, se la gente è davvero concentrata e ha le energie fisiche e mentali, l’organizzazione non ci manca. Ci basiamo molto su questo dove puoi nascondere i tuoi problemi e esaltare i tuoi punti di forza. Cerchiamo di farlo sempre però dopo è merito dei ragazzi e l’empatia con lo stadio che anche nei momenti difficili che abbiamo avuto, dove abbiamo perso delle partite in tutte le competizioni perché in casa non vinciamo sempre, ci ha sostenuto. L’empatia con i tifosi è un’iniezioni di energia importante

Squalificato Ibanez, gioca Kumbulla o Llorente? Torneranno Abraham o Belotti? 
Magari giochiamo con due centrali e con Belotti e Abraham insieme. Non c’è notizia“.