6 Luglio 2022 - 19:08

Scioglimento ghiacciai: cosa accade alle montagne di ghiaccio

Cosa c'è ancora da aspettarsi con lo scioglimento dei ghiacciai dopo il tragico evento verificatosi domenica scorsa sulla Marmolada?

scioglimento ghiacciai

L’evento che riguarda il distacco di un seracco sul ghiacciaio della Marmolada ha provocato il ferimento e la morte di diversi alpinisti. In questi giorni, si è sollevata la paura circa gli effetti disastrosi di cui è e potrebbe essere responsabile in un futuro non lontano. La causa sono lo scioglimento dei ghiacciai ed il cambiamento climatico.

La prima domanda che sorge dopo aver osservato la valanga di ghiaccio, acqua e roccia è quali potrebbero essere le conseguenze per la gestione delle attività in quel territorio. Ma anche la sicurezza delle popolazioni che abitano nelle valli nei pressi del ghiacciaio. Tra il 1905 ed il 2010 ha perso circa l’85% del suo volume.

Gli esperti del Cnr sostengono che eventi come questo si potrebbero facilmente verificare di nuovo in un prossimo futuro. Prima di tutto è consigliabile secondo loro escludere la possibilità di utilizzare gli impianti sciistici al di sotto dei 2000 metri di altezza. Si dovrebbe pensare di usufruire del territorio in maniera differente. Certo è secondo alcuni esperti, che i paesi a valle delle montagne su cui sono situati i ghiacciai sono a rischio.

Cosa sta succedendo?

Il seracco sulla Marmolada, che si è distaccato a causa della poca neve di quest’inverno e a causa anche della conformazione che il ghiacciaio ha attualmente assunto, è stato spinto giù dall’acqua del ghiaccio discioltasi che scorreva tra il ghiacciaio e la roccia e che ne ha facilitato il distacco. Quest’acqua sotterranea che scorre tra lo strato di ghiaccio e la roccia è stata prodotta dalle continue temperature elevatesi oltre i valori medi nel corso degli anni. La stessa acqua potrebbe formare dei bacini sotterranei e poi a causa della pressione stessa fuoriuscire e travolgere ghiaccio e rocce trasportandole a valle.

Gli scienziati, per quanto questi possano essere associati a scenari apocalittici, affermano che essi potrebbero essere episodi non lontani dalla realtà in futuro.

Quali sono le soluzioni?

Una delle soluzioni per il corretto monitoraggio del territorio sarebbe quella di associare i dati in possesso di conoscitori del posto, che già da settimane avevano avvertito il rumore dello scorrere dell’acqua sotto il ghiaccio, ai dati scientifici degli esperti. Necessari anche l’utilizzo di droni e sonde radar per un continuo aggiornamento dei dati sullo stato dei ghiacciai e poter capire cosa avviene sotto.

Da un punto di vista della prevenzione e salvaguardia del territorio ci sarebbe un Piano nazionale di adattamento ai cambiamento climatici (Pnacc) stilato dall’ex Ministero dell’ambiente che prevede una strategia nazionale di adattamento, che è ancora in bozza dal 2017, ma che forse consentirebbe con una giusta pianificazione di scongiurare il verificarsi di eventi drammatici.

Molti sono i ghiacciai che sotto i 3500 metri potrebbero sparire nel giro di 20-30 anni. Se le temperature non continuassero a salire, entro il 2100 il 30% del volume dei ghiacciai si ridurrebbe nonostante tutto. Si arriverebbe al 95% della perdita di volume se le temperature invece salissero di 4, 5 gradi.

Il conflitto tra il precario equilibrio dei ghiacciai e l’aumento delle temperature interessa l’intero globo. Ogni anno i ghiacciai di tutto il mondo perdono 150 metri di spessore e regrediscono di 2,5 chilometri. Entro il 2100 molti di questi saranno scomparsi. Ma quali potrebbero essere le conseguenze di questo andamento inarrestabile?

Quali potrebbero essere le conseguenze?

Non solo a rischio la vita di trichechi ed orsi polari e le loro abitudini, ma anche gli effetti negativi sui sistemi meteorologici di tutto il mondo, poichè questo comporterebbe l’alterazione del modello della corrente a getto. I pesci invece, spostandosi per il cambiamento delle correnti depositano ogni volta le uova in luoghi diversi forzando lo spostamento dell’industria ittica.

Le riserve più importanti di ghiaccio si trovano per il 90% in Antartide e per il restante 10% nella calotta glaciale della Groenlandia. Lo scioglimento di questi ghiacciai influenza le correnti oceaniche, poiché enormi quantità di acqua fredda provenienti dall’Antartide entrano negli oceani più caldi rallentandone le correnti e innalzano il livello delle acque del mare. In Italia invece i ghiacciai hanno la funzione di fornire acqua, quando questa viene a mancare nelle falde acquifere a causa della siccità.

La calotta glaciale della Groenlandia si sta sciogliendo quattro volte più velocemente rispetto al 2003 e raddoppierà entro la fine del secolo. Inoltre essa contribuisce attualmente per il 20% all’innalzamento del livello del mare. Se tutta la calotta polare presente dovesse sciogliersi, il livello dei mari salirebbe di quasi 6 metri. L’Artico si sta riscaldando due volte più velocemente di qualsiasi altra parte della terra, mentre il ghiaccio marino diminuisce del 10% ogni 10 anni.