17 Marzo 2022 - 12:45

Digital decluttering: di come si tratta

Il termine decluttering sta entrando sempre più velocemente a far parte del lessico italiano. Si tratta di un termine di origine inglese derivato dal verbo to clutter che in italiano può essere tradotto con l’azione di creare disordine, scompiglio, ingombro, accumulo

decluttering

Il termine decluttering sta entrando sempre più velocemente a far parte del lessico italiano. Si tratta di un termine di origine inglese derivato dal verbo to clutter che in italiano può essere tradotto con l’azione di creare disordine, scompiglio, ingombro, accumulo. L’azione che deriva dal de-cluttering è quindi opposta, ovvero il liberare dal disordine.

Questa pratica è nata con l’intento di creare uno spazio fisico libero che si riflettesse nel mentale, eliminando il superfluo e l’inutile. Lo stesso concetto può essere applicato al digitale, sia che si parli di computer, sia sul proprio smartphone, in un’ottica di riorganizzazione del proprio mondo virtuale, come la gestione nelle e-mail o delle notifiche sui social.

Decluttering digitale: come si fa

Per mettere in attuo un riordino digitale bisogna mettere in pratica le regole e i principi del decluttering vero e proprio e capire prima di tutto come si fa il decluttering. Dopodiché si può iniziare con le prime azioni che riguardano inizialmente l’eliminazione di file, foto, mail e servizi a cui non si è più interessati. Così come si può invece mettere in atto un ottimizzazione delle cartelle e delle sottocartelle presenti sul proprio pc o dispositivo mobile.

Si può pensare di creare un archivio digitale all’interno del quale si possono archiviare file utili, ma inutilizzati dal tempo. Le possibilità sono diverse: si può investire nell’acquisto di memorie esterne, con il rischio però di perdere i dati qualora la memoria dovesse fisicamente compromettersi, oppure si possono archiviare i propri file sul cloud. Quest’ultimo è più legato a rischio di violazione di dati e della privacy. Bisogna quindi valutare, caso per caso, quale opzione si presta meglio.

In ogni caso è bene creare singole cartelle, una per ogni ambito di interesse, per ottimizzare al meglio lo stoccaggio dei file e la facilità nel reperirli in caso di necessità. All’interno di ciascuna cartella si andranno poi a creare delle sottocartelle che aiuteranno a differenziare ulteriormente l’archiviazione dei vari file. Si può iniziare direttamente dal proprio desktop e procedere via via con le cartelle che spesso sono duplicate e il cui materiale interno è archiviato in maniera disordinata e fuorviante. Per ciascun file ci si può chiedere se sia utile conservarlo o se invece è più utile eliminarlo.

La stessa logica può successivamente essere messa in pratica per il mondo virtuale, dove le e-mail sono le protagoniste principali.  Si può decidere di applicare delle etichette o creare ulteriori sottocartelle dove è possibile dividere e smistare le e-mail arrivate negli ultimi tempi.

Per quanto riguarda i social invece, si può decidere di rimuovere le notifiche push e ridurre il numero di notifiche per le singole azioni, si tratta di un processo lungo ma che porterà in seguito anche ad un aumento della concentrazione. In questo modo infatti si eviteranno continue distrazioni causate da notifiche superflue che non fanno che indirizzare il nostro interesse altrove.

A questo punto, per evitare di effettuare decluttering più volte in un anno, è bene abituarsi a questa nuova tipologia di utilizzo del proprio device. In questo modo si avrà sempre un dispositivo pulito, ordinato e i cui file sono facile da reperire al suo interno.

Infine, per evitare di incorrere nella perdita di quei file che sono sopravvissuti all’opera di decluttering, si consiglia sempre di effettuare un backup finale e di archiviarlo in un luogo sicuro facile da utilizzare nel momento del bisogno.

Salvataggio sul cloud: ecco come salvare spazio sul proprio dispositivo

In molti si domandano se sia più sicuro effettuare il backup dei propri dispostivi sul cloud oppure su un hard disk esterno. Entrambi hanno i loro vantaggi e svantaggi. In molti dubitano dei servizi di cloud perchè ritengono che in questo modo i loro file siano più facili da violare da parte di utenti esterni. E di fatto la possibilità di una violazione della propria privacy è un argomento valido a sfavore di queste modalità. dall’altro lato, un hard disk esterno non solo è a rischio di usura, ma esiste la possibilità concreta di perdere per sempre i dati presenti al suo interno. Anche in fatto di prezzi, i servizi di clouding sono sicuramente più accessibili, ma anche più facili da gestire e reperibili da qualsiasi dispositivo in qualsiasi momento.

È proprio con questa mentalità che si sono create piattaforme online che permettono di effettuare azione online senza necessariamente scaricare applicazioni o programmi che andrebbero ad appesantire il carico della memoria interna del proprio dispositivo.

Un esempio è dato dalle piattaforme di gioco online, che propongono ai propri utenti la possibilità di giocare da remoto, con il solo vincolo di una connessione internet. In questo campo l’ultima novità è sicuramente quella dettata dalla possibilità aggiunta di casino live online che permettono ai propri utilizzatori di vivere un’esperienza di gioco sempre più interattiva con live dealer italiani e consigli utili su come scegliere la piattaforma più adatta alle proprie esigenze. Grazie a questa modalità di gioco, l’esperienza online diventa un tutt’uno con l’esperienza più tradizionale, in un unico vantaggio per il giocatore, che si ritroverà a vivere un’esperienza di gioco completamente nuova.

Non rimane dunque che mettere a confronto i relativi vantaggi e svantaggi nei casi specifici e capire quale dispositivo o modalità di stoccaggio dati sia la più vantaggiosa.