10 Luglio 2021 - 13:00

Italia-Inghilterra, una storia di intrecci culturali e sportivi

Italia, Inghilterra

Dall’Hamilton Crescent di Glasgow a Wembley, il Regno Unito del calcio e la sua migrazione in Italia. Politica, storia e sport in un copione da oscar

“God save the Queen” (testo e significato) ma non l’Inghilterra, almeno per questa settimana. Una finale che mette a confronto pagine di storie, fino ad arrivare al presente: monarchia (parlamentare) contro Repubblica, pioggia contro sole. Certo hanno qualcosa in comune, come la nebbia e l’alcool, ma soprattutto la passione per il calcio. L’Italia esordì con una maglia bianca, gli attuali colori dei nostri rivali, nel 1910, in onore della Pro Vercelli (squadra più forte del momento) per poi passare all’azzurro dei Savoia. Scelta per omaggiare una monarchia, la stessa che ora non esiste più nel nostro Paese ma regna in Inghilterra. Un intreccio non indifferente.

Quando il Football arrivò nello stivale, in Inghilterra era già maggiorenne e iniziava ad intrattenere il popolo e i padroni. Dal 1870 fino all’inizio del diciannovesimo secolo, la palla ha avuto due proprietari: uno appunto inglese, l’altro scozzese. L’Hamilton Crescent ospitò la prima partita tra Nazionali, un campo che trasuda storia e dove ora si gioca il cricket e in Italia non è certo un complimento. Dalla costola di Glasgow fino ad arrivare ai Mondiali e agli Europei, di storia ne è stata scritta molta, tra Guerre e lotte diplomatiche, che per una fase della vita hanno macchiato anche lo sport.

Il sentimentalismo è la linea dritta che porta il thè inglese in Italia e la carbonara nella patria dei tre leoni. Un amore incondizionato per il calcio, una passione che rende i tifosi “malati” e questa volta è un complimento. Non c’è nulla di più forte del calcio, in entrambe le Nazioni, simboli di appartenenza e pendolo dei nostri stati d’animo. E la finale non può che giocarsi a Wembley, sì un punto a favore per Kane e compagni, ma la giusta macchina del tempo per rivivere passato, presente e futuro, sotto l’arco che li racchiude tra loro.

Fa strano pensare che la Regina Elisabetta consegnò la Coppa Rimet alla sua Nazione nel 1966 e ancora si trova lì, sul trono a guardare tutti dall’alto verso il basso. In Italia il copione è ben diverso, le poltrone sono state riscaldate e ripulite da molti, anche troppi, spesso senza risultati, soprattutto a partire dagli anni 2000. Ringraziamo gli inglesi e gli scozzesi per aver condiviso il gioco, che fu poi migliorato e dominato dall’Italia e da altre nazioni, sperando che non si prendano la rivincita. Il Canto degli Italiani (testo e significato) riecheggia nelle loro mura, sperando di “fare di nuovo il ’68”.