18 Dicembre 2020 - 11:16

Governo: Bellanova l’arma per l’aut-aut di Italia Viva

Teresa Bellanova

Teresa Bellanova ha minacciato le dimissioni dal Governo. La palla ora passa in mano a Conte, che dovrà accettare le richieste “renziane”

Ai ferri corti. Se tra le tre anime del Governo già prima non correva buon sangue, ora siamo arrivati quasi allo scoppio (figurato, come sempre) della bomba nucleare. L’esecutivo rischia di passare le feste in cerca di un ministro, alla ricerca di raddrizzare le storture organizzative di una formazione che rischia di essere pesantemente rimaneggiata. Renzi ha ufficialmente ingaggiato una partita a due con Giuseppe Conte. E per dar sfogo alla sua verve usa come arma un tramite: la ministra Teresa Bellanova.

Quest’ultima, infatti, dopo il vertice a Palazzo Chigi, durato poco più di trenta minuti, ha esposto la sua posizione. Il ministro dell’Agricoltura ha ufficialmente minacciato le dimissioni, qualora le misure proposte per il MES e per il Recovery Fund dall’Europa non venissero accettate.
Abbiamo rappresentato al premier le nostre argomentazioni, ora aspettiamo che faccia una riflessione per vedere se ci sono le condizioni per andare avanti. Conte ci ha detto che il nostro è un documento importante e costruttivo, ci farà sapere. Tempi? Per le mie dimissioni non si dovrà attendere molto, se non arrivano le risposte che noi attendiamo.” ha dichiarato.

Insomma, una situazione ai limiti del paradosso, che pone un dilemma serio all’interno dello stesso Governo: quanto ogni componente è disposto a spingersi in là per tirare l’acqua al proprio mulino? Soprattutto, apre una questione seria da affrontare in questo momento. Data l’emergenza sanitaria che incombe sulle vite di tutta l’Italia e una situazione a dir poco nebulosa, è davvero necessario porre nuove condizioni che aumentano l’incertezza (politica e sociale) di questi tempi? D’altra parte, quello di Renzi, però, potrebbe semplicemente essere un bluff.

I numeri in Parlamento

A dirla tutta, in pochi credono pienamente alle parole e alle condizione ferme da parte della Bellanova. Questo per un semplice motivo: Italia Viva, in Parlamento, i numeri per comandare e dettare legge all’interno del Governo, scavalcando i suoi due corrispettivi, non li ha. L’impressione è quella di un organismo che è sempre in bilico tra l’affogare e il galleggiare, e il cui destino è appeso, comunque, a forze che, in realtà, non dipendono da lui, ma anzi comandano. Diverso sarebbe, però, il discorso qualora in realtà Renzi stesse allacciando già nuovi rapporti per vedere il da farsi “a posteriori”. Stiamo parlando del sempreverde ritorno dell’alleanza con il centrodestra (anche se Salvini sembra lontano dal considerare quest’esigenza).

Soprattutto, in un periodo in cui si apprestano le festività natalizie e con il nuovo anno (di rinascita, si presuppone) che incombe, la mossa da parte di Matteo Renzi e della ministra dell’Agricoltura sembra ancora meno saggia. In sostanza, ancora una volta, si tratta tutta di una questione di potere e di rapporti nella sfida interna dei partiti che sono attualmente al Governo. Teresa Bellanova, dunque, è solamente il veicolo per Italia Viva per dimostrare una prova di forza che in questo momento non serve minimamente, in quanto invece sarebbe richiesta maggiore coesione.

Se da un lato il presidente Conte prova a mediare, proponendo una cabina di regia che avrebbe il senso di provare ad evitare una sciagura (o quantomeno a rinviarla), dall’altra Italia Viva tenta di rivoltarsi. Ma ha senso una rivolta dall’interno, soprattutto alla luce della valutazione, da parte del premier, delle proposte? La sensazione è che Renzi possa avere già in mente un piano di riserva. Un piano che, a questo punto, difficilmente includerebbe il PD e il Movimento 5 Stelle al tavolo degli invitati. Che si torni ai tempi del Nazareno? Non si può minimamente escludere, ora come ora.