17 Luglio 2019 - 13:40

Russiagate, Salvini rifiuta di andare a riferire in Parlamento

Salvini Gregoretti Aggredito Fisco

Altri colpi di scena nella vicenda del Russiagate italiano. Spunta fuori un terzo uomo del Metropol. E Salvini rifiuta di riferire in Parlamento

Non è più solamente una questione di Trump. Ora lo scandalo del Russiagate coinvolge anche il palcoscenico della politica italiana. Nello specifico, naturalmente, ci riferiamo al leghista Matteo Salvini. Quest’ultimo, ieri, nonostante le ripetute interrogazioni da parte del Parlamento, non ha spiegato il motivo del coinvolgimento di Savoini nel merito dei continui viaggi a Mosca e delle intercettazioni filo-russe. Anzi. Ha addirittura rifiutato di riferire in Parlamento a spiegare i rapporti tra Lega e Russia.

Il problema, però, viene ora. Infatti, improvvisamente nella vicenda è spuntato un “terzo uomo”, ovvero Francesco Vannucci.
Ho partecipato all’incontro all’hotel Metropol di Mosca il 18 Ottobre 2018 in qualità di consulente esperto bancario che da anni collabora con l’avvocato Gianluca Meranda. Lo scopo dell’incontro era prettamente professionale e si è svolto nel rispetto dei canoni della deontologia commerciale. Non ci sono state situazioni diverse rispetto a quelle previste dalle normative che disciplinano i rapporti d’affari.” ha scritto Vannucci, in un messaggio inviato all’ANSA. Nessuna menzione su Salvini, però.

La procura di Milano, che ancora non ha convocato Meranda né Vannucci, suggerisce di andare piano perché si tratta di “una vicenda scivolosa”.  L’identità di Francesco Vannucci e l’autenticità del messaggio di quest’ultimo sono state confermata all’ANSA dall’avvocato Gianluca Meranda, di cui Vannucci dice di essere collaboratore, e che l’ANSA ha già ascoltato nei giorni scorsi.

A questo punto, la testimonianza di Matteo Salvini viene meno, e il suo banco scricchiola sempre di più.