15 Gennaio 2019 - 16:59

Brexit, la May si prepara al voto contrario all’accordo

Theresa May brexit

Stasera il Parlamento britannico voterà l’accordo raggiunto con la UE sulla Brexit, e la May si prepara al probabile voto contrario

L’accordo sulla Brexit, raggiunto dopo anni di trattative, scontenta molti nel Parlamento inglese. I laburisti di Jeremy Corbyn non vedono rispettate le condizioni poste alcuni mesi fa per un loro voto favorevole, mentre i Conservatori vedono nella bozza finale una resa eccessiva all’Unione Europea. Theresa May, dunque, deve correre ai ripari. L’accordo, infatti, sarà probabilmente respinto, e in questo caso gli scenari sono molteplici e incerti.

Qualora la May riuscisse ad ottenere i 318 ‘‘ necessari per l’approvazione, l’accordo passerebbe al Parlamento Europeo, che non avrebbe motivo di rifiutarlo. In caso di bocciatura dell’accordo, invece, la premier potrebbe tornare al voto tra due mesi con un accordo rinegoziato (ma è difficile che Bruxelles sia disposta a trattare nuovamente), chiedendo magari di far slittare la data di brexit a luglio 2019. Oppure potrebbe dimettersi e indire nuove elezioni, che avrebbe chiaramente la brexit e la sua gestione come punto centrale della campagna elettorale; in tal caso, i laburisti di Jeremy Corbyn, forte nei sondaggi, potrebbero addirittura scalzare l’attuale maggioranza dei Tories.

Potrebbero, poi, essere gli stessi Conservatori a sostituire la May, eleggendo un nuovo leader di partito che assuma anche il governo. Una bocciatura, ovviamente, potrebbe rinforzare l’ipotesi no deal, ovvero l’uscita da parte dello UK dall’Europa senza accordo, ad oggi lo scenario più drammatico per i sudditi di Sua Maestà. 

Esiste, in realtà, un’ultima opzione che sta prendendo sempre più piede: quella di revocare l’uscita del Regno Unito qualora l’accordo venisse respinto, per scongiurare l’uscita senza accordo. Questa via tradirebbe certo il referendum, ma terrebbe anche conto di una mutata volontà dell’opinione pubblica (almeno stando ad alcuni sondaggi). Nel suo discorso a Stoke-on-Trent, ieri, la stessa Theresa may ha rilevato di tenere in forte considerazione questa opzione.