31 Dicembre 2017 - 10:00

The Void – Il Vuoto. La recensione di ZON.it

The Void

The Void – Il Vuoto, di Steven Kostanski e Jeremy Gillespie, è un’opera dalla forte impronta esoterica ma che non va oltre il buono spunto iniziale

The Void, di Steven Kostanski e Jeremy Gillespie, è un horror ambientato in un universo lovecraftiano in cui le trame più profonde dell’occulto restano inconoscibili per l’essere umano. Prodotto tutto sommato sufficiente, The Void si fa apprezzare particolarmente per la buona regia.

La trama

Fonte: MyMovies

L’ufficiale di polizia Daniel Carter (Aaron Poole), durante un pattugliamento, si imbatte in un ragazzo claudicante ricoperto di sangue, disteso su una strada deserta. Lo porta immediatamente in un piccolo ospedale di provincia in via di dismissione e, quindi, con personale ridotto. Uomini vestiti e incappucciati di bianco circondano la struttura impedendo al poliziotto, ai pazienti, ai medici e agli infermieri di uscire. L’ospedale diverrà una vera e propria trappola in cui qualcosa di orribile e misterioso sta già accadendo. Prima che sia troppo tardi, Carter tenterà in tutti i modi di porre fine all’incubo scendendo nelle oscure profondità dell’ospedale.

Un mistero che avvolge l’umanità

È buio perenne nell’opera della coppia Kostanski/Gillespie, una notte buia metafora del pesante velo parato davanti agli occhi dell’uomo in balia di elementi e fattori intangibili, immodificabili, che agiscono ben al di là dei limitati cinque sensi.

The Void – Il Vuoto è un film che pur col passare dei minuti non si svela ma rimane inghiottito all’interno di un tunnel che non conosce uscita. L’inspiegabile resta tale e l’eroe di turno, il poliziotto Carter, si erge a improbabile salvatore e risolutore di una vicenda dove nulla ha umanamente senso.

Sacrifici umani in nome di entità maligne che utilizzano gli uomini come burattini inconsapevoli del significato dello spettacolo di cui fanno parte, servi logorati dall’effetto di una qualche droga immateriale sprigionata nell’aria; mostri deformi di inspiegata origine prendono vita all’interno del fatiscente ospedale che non è altro che un recinto per animali destinati al macello.

The Void è un film che scorre blandamente, in cui il colpo di scena definitivo non può arrivare perché tutto resta non svelato e criptico. Le montagne di carne putrida che girano per i corridoi a caccia di vittime restano parzialmente sconosciute persino alla cinepresa che non li inquadra se non parzialmente e quasi mai a fuoco rendendoli di fatto coerenti con la matrice esoterica che li ha generati.

Il tono splatter c’è e a tratti non si risparmia, suscitando qualche tipica reazione di disgusto. La discesa di Carter nei tenebrosi seminterrati dell’ospedale è un’ulteriore e più che mai profonda immersione in un mondo altro, infero, distaccato dalle cose umane ma nonostante ciò ammaliante.

Non mancano i cliché per un film comunque particolare sotto certi aspetti, senza dubbio apprezzabile per la regia che si esplica con buone inquadrature, specialmente in profondità di campo, e l’utilizzo misurato e davvero pertinente dello sfocato. Vera pecca resta una certa piattezza di personaggi, trama e conseguente sviluppo della storia che resta abbarbicata  alla sua voglia di lasciarsi svelare non a pieno ma per niente.

Il cast

Aaron Poole. Quasi protagonista assoluto, l’attore canadese  riesce a recitare la parte con buona intensità, senza nessun picco ma con personalità. Voto 6½

The Void è senza dubbio un film ambizioso, che pretende molto da se stesso e non teme di non piacere. Il punto di partenza è interessante, lo sviluppo meno ma è da apprezzare la coerenza con il genere a cui si ispira.

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