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Vacanze estive a Km 0, un eden naturale chiamato Cilento

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Vacanze estive a Km 0, un eden naturale chiamato Cilento

Alla (ri)scoperta della terra “al di qua dell’Alento”, che ha caratterizzato le nostre origini: il Cilento

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L’estate si avvicina e con essa il dilemma che attanaglia puntualmente ogni persona che abbia bisogno di un po’ di relax sdraiato al sole e in riva al mare: dove si va in vacanza? Spesso la risposta a questo quesito viene ritrovata in luoghi caraibici, oltreoceano, ma talvolta anche in posti più raggiungibili appartenenti al vecchio continente, che diano la certezza di riuscire a divertirsi senza pensare allo stress della vita di tutti i giorni, come le isole iberiche, ad esempio le Baleari e le Canarie, o anche le stesse isole nostrane della Sicilia e della Sardegna.

Ma la domanda che bisogna porsi in questa circostanza è ben altra: perché allontanarsi così tanto per beneficiare di una vacanza di qualche giorno quando abbiamo le spiagge più belle d’Italia a pochi chilometri da casa? Perché non rivalorizzare quello che è un patrimonio ambientale e culturale tale da far invidia alle mete turistiche più gettonate di sempre?

Ebbene sì, il nostro Cilento (per esteso Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni), dal 1998 patrimonio mondiale dell’umanità, ha le carte in regola per far diventare verde, o meglio dire “blu”, d’invidia le località balneari che fruttano ogni anno durante il periodo estivo migliaia di euro e di dollari all’economia delle stesse; e “blu” non è un colore scelto a caso, bensì è la tonalità che prende la Bandiera assegnata alle spiagge che gli appartengono: difatti, ogni anno la FEE (Foundation for Environmental Education) assegna ad almeno 10 spiagge cilentane la Bandiera Blu, vale a dire un riconoscimento a quei territori, italiani e non, che a seguito di varie analisi raggiungono un determinato livello di non contaminazione delle acque, manutenzione delle spiagge e gestione di vari servizi.

Meta cilentana prediletta forse dai più giovani, i quali non vogliono allontanarsi molto dal centro di Salerno è sicuramente Agropoli, con la sua famosa Baia di Trentova, il cui nome deriva da una leggenda locale secondo cui in una delle grotte sotto lo scoglio caratteristico furono trovate trenta uova di tartaruga marina. Caratteristica di queste spiagge è anche la Posidonia oceanica, una pianta acquatica che si deposita sul tratto roccioso della spiaggia, e che aiuta ad indicare una buona qualità delle acque.

Rotolando verso sud (come cantavano i Negrita)” si giunge a S. Maria di Castellabate, o meglio conosciuta come la patria del film “Benvenuti al Sud”, celebre lungometraggio che ha come protagonisti Claudio Bisio e Alessandro Siani, e che ha come sfondo scenografico la piazzetta del paese. Difatti, Castellabate si divide in due frazioni: la prima, marittima, costellata di lidi e attività commerciali che favoriscono il turismo, l’altra, più tranquilla e riservata, che domina un contrafforte del Monte Stella, e che ospita la famosa piazza del centro postale del film. Un particolare punto d’interesse può essere ritrovato in Punta Licosa, un bellissimo e suggestivo promontorio che prende il nome, secondo la leggenda, dalla sirena Leucosia, morta proprio in quel punto.

Più si viaggia a meridione e più le acque assumono limpidezza e trasparenza: così si arriva nei comuni di San Mauro Cilento, Pollica e Casal Velino: va sotto rilievo in tal caso il comune di Pollica, dalla caratteristica bassa marea del borgo marinaro della frazione di Acciaroli, e famoso per essere la patria della dieta mediterranea di Ancel Keys, e patrimonio dell’UNESCO.

A poco più di 100 km dalla città di Salerno troviamo quella che può essere definita la vera perla del Cilento: Palinuro, con il suo promontorio caratterizzato da una costa selvaggia traforata da suggestive grotte, piccole calette dal mare turchese come la splendida baia del Buon Dormire e meraviglie scolpite nella roccia come l’Arco Naturale. 

A sud di Palinuro lunghe spiagge sabbiose contornate da pareti di roccia verticali e rigogliosa pineta si susseguono fino alla capitale del Cilento marittimo: Marina di Camerota, meta ambita dagli amanti della natura allo stato brado e dagli avventurieri più temerari: sì, perché Camerota nasconde in sé dei percorsi naturali che si possono raggiungere solo a piedi, o via mare, che però nascondono un vero e proprio tesoro custodito gelosamente e proclamato “riserva naturale”.

Si potrebbe dire che questa riserva, denominata Area marina Protetta Costa degli Infreschi e della Masseta, sia il cuore vero e proprio della zona marina cilentana: essa comprende la favolosa spiaggia di Cala Pozzallo, incavata nella costa a sud di Camerota, la quale è facilmente raggiungibile in barca, e la meravigliosa Baia degli Infreschi, un porto naturale dove ci si può sostare con la propria barca per godersi degli attimi di relax al sole, o fare un tuffo nel blu cobalto delle acque.

Quest’ultima deve il suo nome alle sorgenti di acqua dolce che si mischiano al mare. Ultima ma non per importanza va ricordata un ulteriore spiaggia “nascosta”, situata tra le due sopraccitate: Cala Bianca infatti è il vero diamante della costa, totalmente incontaminata in quanto non raggiungibile tramite i mezzi, ma solo attraverso una lunga scarpinata che parte dall’interno della costa e attraversa un boschetto selvatico situato appunto alle spalle della spiaggia; essa è un vero e proprio paradiso terrestre, che deve il nome al pallore dei ciottoli che la compongono.

E chi ha detto che l’estate si vive solo di giorno? Ovviamente non può mancare la parte “by night” del Cilento: il periodo che va da giugno ad agosto, si sa, è tempo di sagre ed eventi paesani, soprattutto qui al sud, dunque neanche nella terra al di qua dell’Alento, Alburni compresi, potevano mancare eventi del genere.

Si parte dalle zone circostanti l’area di Paestum e Capaccio, in particolare i paesi di Trentinara e Giungano: Trentinara, ribattezzata “La terrazza del Cilento, per via del suggestivo e stupendo terrazzino che affaccia sull’intero territorio cilentano, ospita una delle feste più famose della zona, la “Festa del Pane”, un evento che da più di 10 anni attira orde di persone provenienti da ogni città per assaporare quello che per la comunità trentinarese è il simbolo dell’accoglienza e della cordialità; Giungano, il paese limitrofo, ospita un’altra importante sagra, quella della Pizza Cilentana, una delle numerose pietanze cardine del Cilento, la quale è accompagnata, come anche la Festa del Pane, da musiche e balli antichi e rievocati da giovani gruppi locali.

Ed è proprio la musica (intesa come folcloristica, antica e chi più ne ha più ne metta) la protagonista indiscussa di altri due importanti eventi che si tengono in due zone altamente distanti tra di loro: Novi Velia infatti è situata subito dopo il confine di Vallo della Lucania, quindi in pieno Cilento, invece San Gregorio Magno, poco oltre i confini del Parco Nazionale, si trova ai confini con la Basilicata, a sud-est della Campania.

A Novi Velia la musica è la vera regina della festa: essa infatti celebra verso la fine di agosto il “Festival degli Antichi Suoni”, il popolare festival che invita gruppi musicali del sud Italia ad esibirsi nelle musiche che hanno caratterizzato le nostre terre e le nostre origini, facendo ballare piazze piene di gente di tutte le età e generazioni; dulcis in fundo, la festa più rinomata e famosa del meridione della provincia salernitana: il Baccanalia infatti richiama ogni anno migliaia di persone provenienti da tutta la Campania, e confini, ad intraprendere un percorso enogastronomico in cui prevale l’assaggio di vari vini locali, per cui la festa prende il nome dal dio Bacco.

Le centinaia di metri che accompagnano il Baccanalia sono occupati da mini-trattorie, in cui ci si può sedere e degustare decine di prodotti tipici del territorio, dal caciocavallo impiccato alle famose “patan’ cunzat’”, caratteristiche del posto, ovviamente il tutto accompagnato da un bicchiere di buon vino!

Insomma il Cilento è la meta perfetta per andare in vacanza “senza andare in vacanza”, appunto a km 0, praticando quella che oggi viene chiamata “staycation” (o “holistay”), un modo per riscoprire la cultura, le origini, le impronte che hanno caratterizzato la storia del nostro affascinante territorio, e perché no, per risparmiare qualche moneta in più nel salvadanaio!

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