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La Spesa Sanitaria in Italia e l’inefficienza

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La Spesa Sanitaria in Italia e l’inefficienza

In Italia continua a crescere la spesa sanitaria privata e gli italiani rinunciano alle cure. Lo dice il Rapporto RBM-Censis sulla sanità pubblica presentato in occasione del Welfare Day 2017

[ads1] Dopo aver sostenuto per decenni che il nostro sistema sanitario era il più equo e il più solidale non solo in Europa ma forse al mondo, fa rabbia oggi constatare che per problemi economici le famiglie siano costrette a rinunciare alle cure. E questo perché le liste d’attesa del pubblico sono infinite ed il ricorso al privato sembra essere l’unica via d’uscita. Via d’uscita che però è percorribile solo da chi può permettersi il pedaggio. E fa ancora più rabbia sapere che è l’inefficienza tecnica a far affondare il nostro sistema, come riporta anche il rapporto Saniregio2017 messo a punto dal Centro Studi per la competitività, le regole e i mercati (Cerm).

Il Rapporto RBM-Censis sulla sanità italiana

L’Italia ha una spesa sanitaria pubblica inferiore a quella di altri grandi paesi europei in rapporto al Pil.

Da noi è al 6,8%, in Francia all’8,6%, in Germania al 9%. I continui tagli alla spesa sanitaria in nome della sostenibilità finanziaria ha fatto sì che i cittadini italiani abbiano ricorso sempre più spesso al privato. E’ salito infatti a oltre 12 milioni il numero di italiani che nell’ultimo anno hanno rinunciato almeno ad una cura o ad una prestazione sanitaria a causa di problemi economici.

Le differenze Nord Sud

E al solito il rapporto non manca di evidenziare le differenze tra il Nord e il Sud del Paese. Purtroppo le differenze tra le varie sanità regionali sono sempre più profonde, non solo dal punto di vista della valutazione dei cittadini, ma anche rispetto ai valori di indicatori strutturali. Il rapporto riporta testualmente: «la retorica dell’universalismo del Servizio sanitario pubblico è un guscio vuoto di fronte alle evidenti diversità di accesso alla tutela della salute e alle cure».

Il rapporto Saniregio 2017 del Cerm

Un divario, quello tra Nord e Sud che già il rapporto del Centro studi per la competitività le regole e i mercati aveva già evidenziato. Secondo il rapporto Saniregio2017, l’incremento dell’efficienza tecnica nel campo sanitario ha causato negli ultimi anni un forte incremento di spesa. Ma quello che è peggio, si legge nel report, è che «dalla distribuzione territoriale dell’inefficienza tecnica emerge un acuirsi nel tempo del divario tra le regioni del Centro-Nord e quelle del Sud».

Nel 2012, nelle regioni del Meridione, isole comprese, si sono registrati valori di inefficienza pari al doppio di quelli del Centro Nord. Tra le cause del ritardo delle regioni del Sud, secondo il Cerm, un ruolo non secondario va attribuito all’impatto generato dall’adozione dei piani di rientro che hanno interessato principalmente le regioni meridionali, Lazio compreso. Secondo il presidente del Cerm Fabio Pammolli e gli altri autori di Saniregio2017, dunque, siamo di fronte alla necessità di riformare parzialmente questo strumento di governance, sviluppando sistemi di monitoraggio che prestino più attenzione al livello dei servizi erogati a parità di input, in modo da garantire le prestazioni basilari anche a fronte di un miglioramento di saldi finanziari. [ads2]