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“Pisci ‘e Paranza”, il gioco dell’emarginazione

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“Pisci ‘e Paranza”, il gioco dell’emarginazione

E’ andato in scena questo fine settimana “Pisci ‘e Paranza”, spettacolo teatrale diretto da Mauro De Masi, segnalazione speciale del “Premio Scenario 2015”

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Sul piccolo palco della “Sala Pasolini” non c’è scenografia, non c’è musica. Solo poche e flebili luci e cinque presenze erranti, i personaggi di “Pisci ‘e Paranza“, anime intrappolate in un girotondo infinito, alla ricerca di poche briciole.

Siamo su un marciapiede di una stazione, un posto che per la maggior parte delle persone è un lungo corridoio, un momento di transizione da un luogo all’altro, per altri è un punto fermo, e proprio in questo punto si incontrano le vite di Sonia, Antonio e Sciacallo con quelle di Eva e Perfidio. Questi ultimi aspettano di tornare a casa, mentre gli altri a casa ci sono già.

E così, tra diffidenze, ingiurie e complicità che durano un battito di ciglia, si assiste all’evolversi degli eventi, che porterà alla fine che quasi ci si aspettava, la sorte che ha colpito l’unica delle cinque anime che, nella sua sfortunata ingenuità, viveva la solitudine come un gioco, come il giocattolo o i coriandoli che portava sempre con sé. Ma la sua innocenza viene sopraffatta dalla realtà.

Lo spettacolo è ricco di movimenti caotici e voci che si accavallano, creando continui climax ascendenti che quasi opprimono, ma che vengono sempre interrotti bruscamente, lasciando il posto al silenzio e al buio più assoluto.

L’emarginazione è l’immagine che ci pongono davanti gli occhi, un’emarginazione che viene subita per poi riversarla, per sopraffare l’altro, non importa se su uno sconosciuto o su una persona cara. Questo sentimento è rappresentato dalla bottiglia di vino, chiave di volta dell’intera rappresentazione, che, invece di essere simbolo di festa e di solidarietà, balza da una mano all’altra senza essere di nessuno in particolare, tanto è il desiderio dei personaggi di farla propria.

I cinque attori (Andrea Avagliano, Serena Lauro, Fiorenzo Madonna, Rossella Miscino e Luca Sangiovanni) hanno dimostrato un’incredibile capacità tecnica, amplificando i movimenti in un così piccolo spazio, rendendo al meglio il senso di disagio e malinconia che il testo voleva esprimere.

“Pisci ‘e Paranza” è uno dei tanti frutti del programma teatrale della Casa del Contemporaneo, progetto artistico attivo tra Napoli e Salerno.

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